
WhatsApp è ormai vicina ad attivare il supporto alle chat di terze parti per gli utenti dell’Unione Europea, in risposta diretta alle richieste del Digital Markets Act (DMA).
Questo significa che, tra non molto, potremo parlare con persone che usano altre app di messaggistica senza che queste debbano avere WhatsApp installato. Un cambiamento enorme per un’app che, fino a oggi, è sempre stata un ecosistema chiuso.
Secondo quanto comunicato da Meta, le prime app a supportare ufficialmente questa interoperabilità saranno BirdyChat e Haiket, dopo una fase di test durata diversi mesi.
Non si tratta di app molto usate come Telegram, ma rappresentano il primo passo concreto verso un mondo di chat meno frammentato.
Whatsapp e l’integrazione con le altre app di messaggistica
Come accennato prima, la spinta arriva da una legge europea molto precisa: il Digital Markets Act. Il DMA chiede alle grandi piattaforme “gatekeeper” – tra cui WhatsApp – di permettere l’interoperabilità con servizi concorrenti, così da evitare monopoli di fatto e rendere il mercato più competitivo.
Per WhatsApp, questo si traduce nell’obbligo di permettere ad altre app di:
- inviare e ricevere messaggi su WhatsApp
- scambiare contenuti base come foto, video, note vocali e file
- garantire lo stesso livello di sicurezza e crittografia end-to-end utilizzato dall’app di Meta
Meta, dal canto suo, ha lavorato per anni a questa transizione (almeno stando a quanto dichiara) e ha definito un documento tecnico e legale che i servizi terzi devono rispettare se vogliono integrarsi con WhatsApp.
Sul piano pratico, l’interoperabilità non sarà attiva di default: sarà l’utente a doverla abilitare.
Nelle prossime settimane e mesi, gli utenti WhatsApp cominceranno a vedere una voce dedicata nelle impostazioni dell’app, oltre a una notifica che spiega cosa sono le “chat di terze parti” e come funzionano.
Una volta attivate, sarà possibile:
- inviare e ricevere messaggi da utenti che usano app compatibili come BirdyChat o Haiket
- condividere immagini, video, messaggi vocali e file
- in una fase successiva, creare anche gruppi misti con contatti che arrivano da app differenti
Meta ha già chiarito che l’esperienza partirà dalle chat uno-a-uno, mentre il supporto ai gruppi e alle chiamate arriverà più avanti, con una roadmap che si estende fino al 2027 per le funzioni più avanzate.
Un dettaglio interessante è la gestione dell’interfaccia: gli utenti potranno scegliere se tenere le chat di terze parti in una sezione separata (per avere subito chiaro da dove arrivano i messaggi) oppure mescolarle con le normali conversazioni WhatsApp.
Un altro limite importante: al momento l’interoperabilità riguarderà solo le app mobili su iOS e Android. Meta, infatti, non ha menzionato il supporto per i client desktop o per la versione web di WhatsApp, segno che la prima fase sarà focalizzata esclusivamente sullo smartphone.
In più, la novità sarà riservata agli utenti che rientrano nel perimetro del DMA, quindi Europa e Paesi dello Spazio Economico Europeo. Chi usa WhatsApp al di fuori di questi mercati non vedrà l’opzione delle chat di terze parti, almeno per ora.
Per noi utenti italiani, quindi, il rollout è garantito: si tratta solo di attendere l’attivazione lato server e gli aggiornamenti dell’app.
Inoltre, almeno all’inizio, le chat di terze parti non avranno tutte le funzioni tipiche di WhatsApp: niente Stato, niente sticker, nessun messaggio effimero. L’obiettivo della prima fase è garantire interoperabilità “di base” in modo sicuro, per poi eventualmente espandere il set di funzioni in futuro.
BirdyChat e Haiket: i primi partner di WhatsApp
Le prime due app a salire a bordo saranno BirdyChat e Haiket, che Meta cita esplicitamente come i partner iniziali nel suo annuncio ufficiale.
BirdyChat è già emersa nei mesi scorsi come la prima piattaforma compatibile durante la fase di beta pubblica in Europa; Haiket si aggiunge ora come secondo servizio supportato al lancio ufficiale.
Non si tratta di nomi noti al grande pubblico come Telegram, Signal o Messenger ma è verosimile aspettarsi che, col tempo, altri attori importanti vorranno salire sul treno dell’interoperabilità, se non altro per non lasciare campo libero ai concorrenti. È però bene ricordare che ogni integrazione richiede lavoro tecnico, audit di sicurezza e un accordo formale con Meta, quindi i tempi non saranno brevi.
E iMessage di Apple?
Il tema dell’interoperabilità non riguarda solo WhatsApp. Negli ultimi anni, il dibattito europeo ha sfiorato anche servizi come iMessage di Apple, Telegram e altre piattaforme, con un confronto piuttosto acceso su chi dovesse essere considerato “gatekeeper” ai sensi del DMA.
Al momento, la Commissione Europea ha stabilito che iMessage non rientra tra i servizi gatekeeper, quindi non è soggetto agli stessi obblighi di interoperabilità di WhatsApp.