Apple vicina a un accordo con l’Unione Europea sulle violazioni del Digital Markets Act

Dopo mesi di tensioni e accuse reciproche, Apple sarebbe vicina a un accordo con la Commissione Europea per chiudere le dispute legate alle presunte violazioni del Digital Markets Act.

tim cook europa

Nonostante le dichiarazioni pubbliche sempre più dure e la richiesta esplicita di una revisione o persino dell’abrogazione del Digital Markets Act (DMA), Apple sarebbe pronta a trovare un punto d’incontro con l’Unione Europea.

Secondo quanto riportato dal Financial Times, la società di Cupertino sarebbe infatti vicina a un accordo con la Commissione Europea per chiudere le dispute legate alle presunte violazioni della nuova normativa antitrust.

Il Digital Markets Act, entrato in vigore nel 2023, mira a limitare il potere delle grandi piattaforme tecnologiche (i cosiddetti gatekeeper) obbligandole ad aprire i propri ecosistemi per favorire la concorrenza.

Apple è stata designata come gatekeeper in Europa per via della sua posizione dominante nel mercato mobile e, in particolare, nel controllo della distribuzione delle app su iPhone tramite l’App Store. Secondo il DMA, la società è obbligata a consentire la vendita di applicazioni anche attraverso marketplace di terze parti, e a rendere accessibili le proprie funzioni “esclusive” anche a produttori di hardware esterni,  come nel caso delle AirPods e delle tecnologie di connessione proprietarie.

Apple, pur avendo introdotto le prime aperture con l’arrivo di store alternativi in iOS 26, ha criticato duramente la legge, definendola una minaccia alla privacy degli utenti e una forma di concorrenza sleale che, paradossalmente, limiterebbe l’innovazione invece di promuoverla.

Negli ultimi mesi, il confronto tra Apple e la Commissione Europea si è trasformato in una vera guerra mediatica. Da un lato, l’azienda di Cupertino ha accusato l’Unione Europea di applicare regole che “puniscono chi innova” e di “favorire i concorrenti asiatici”, sostenendo che il DMA si concentri esclusivamente su Apple mentre aziende come Samsung o i produttori cinesi restano fuori dal mirino.

Dall’altro lato, Bruxelles ha risposto con fermezza. Thomas Regnier, portavoce della Commissione, ha dichiarato che “Apple ha contestato ogni singolo punto del DMA” e che questo atteggiamento “mina la credibilità della sua volontà di cooperare”.

Il Financial Times riferisce che Apple e Meta sarebbero nelle fasi finali delle trattative con i regolatori europei per modificare alcune pratiche commerciali e chiudere le cause aperte. L’accordo arriverebbe dopo le multe da 700 milioni di euro comminate ad aprile per la violazione del DMA.

Secondo le fonti, il principale punto di scontro rimasto riguarda la Core Technology Fee, la tassa che Apple applica agli sviluppatori che scelgono di distribuire le proprie app al di fuori dell’App Store ufficiale. La Commissione Europea ritiene che questa politica mantenga comunque un vantaggio anticoncorrenziale per Apple, vanificando in parte gli obiettivi del DMA.

Apple, dal canto suo, difende la tassa come un modo per coprire i costi di sicurezza e infrastruttura del sistema operativo, sostenendo che l’alternativa sarebbe ridurre gli standard di protezione per gli utenti.

Come spesso accade nelle dispute tra colossi tech e regolatori, la realtà è molto meno rigida di quanto appaia nelle dichiarazioni pubbliche. Mentre Apple e l’Unione Europea continuano a lanciarsi accuse a mezzo stampa, dietro le quinte si lavora a un compromesso.

L’accordo, secondo le fonti, sarebbe ormai vicino, anche se  la parola “presto” può significare settimane o mesi.

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