
L’Unione Europea ha acceso i riflettori sulle frodi online e, in particolare, su come i grandi aziende del digital contrastano app fasulle e contenuti ingannevoli.
Sotto esame ci sono Apple, Google, Microsoft e Booking. A Bruxelles interessa capire se gli store di app e i motori di ricerca stiano davvero facendo abbastanza per prevenire truffe, come finte app bancarie o schemi di phishing mascherati da servizi legittimi. Se le piattaforme non risultassero conformi al Digital Services Act (DSA), il conto potrebbe essere salato: multe fino al 6% del fatturato globale.
Il focus, nel caso di Apple e Google, è proprio la qualità del presidio sugli store: filtri, verifiche, procedure di rimozione, segnalazioni degli utenti e collaborazione con le autorità. L’iniziativa arriva dopo mesi in cui l’UE ha concentrato gli sforzi su tutela dei minori ed integrità elettorale. Ora la priorità si allarga alle frodi finanziarie, un fenomeno che costa miliardi ogni anno ai cittadini europei.
Apple ha sempre rivendicato il controllo la moderazione dell’App Store come vantaggi chiave rispetto alla distribuzione “aperta”. È un punto reale, ma non significa infallibilità: nel 2021 un’inchiesta riportava che quasi il 2% delle app più redditizie in classifica fosse riconducibile a schemi fraudolenti.
Oggi il contesto normativo è cambiato: il DSA impone obblighi puntuali di valutazione dei rischi, trasparenza, moderazione proattiva e cooperazione con le autorità, con poteri ispettivi e sanzionatori più forti rispetto al passato. Non si parla solo di rimuovere il contenuto “frode”, ma di dimostrare processi e risultati.
In questi giorni, la Commissione sta inviando richieste formali di informazioni per capire come vengono gestite app fasulle negli store, risultati ingannevoli sui motori di ricerca e inserzioni fraudolente (per Booking, ad esempio, le strutture fantasma). In base alle risposte e alle metriche fornite, possono scattare indagini approfondite e, nei casi più gravi, le sanzioni.
Per Apple è uno stress test sulla promessa di uno store “più sicuro” per definizione. Nel concreto, ci saranno controllo su tempi di takedown, tassi di ricaduta delle stesse app con nomi differenti, qualità delle review e lotta alle finte recensioni, oltre a come vengono gestite le segnalazioni degli utenti e delle banche nel caso di app bancarie imitate.
Come evitare le app truffa?
Al netto dei controlli da parte di Apple e dei regolatori euroepei, la sicurezza quotidiana resta anche una questione personale. Ecco qualche buona abitudine:
- Scarica solo da sviluppatori riconoscibili. Controlla nome, sito ufficiale, privacy policy e storico aggiornamenti.
- Diffida dei “cloni” di servizi finanziari. Le app bancarie ufficiali sono linkate dai siti delle banche. Entra sempre passando dal sito istituzionale, non da link ricevuti via SMS o social.
- Occhio agli abbonamenti lampo. Le truffe giocano su prove gratuite che diventano costose. In Impostazioni > ID Apple > Abbonamenti verifichi tutto in pochi secondi.
- Segnala e rimuovi. Se noti un’app sospetta, usa “Segnala un problema” e lascia una recensione informativa. Le segnalazioni aiutano gli algoritmi e i team di revisione.
Più in generale, aggiorna iOS e le app: spesso le patch correggono vulnerabilità sfruttate proprio dalle campagne fraudolente.
News