Apple ha presentato con la gamma iPhone 17 una nuova tecnologia di sicurezza chiamata Memory Integrity Enforcement (MIE), descritta dall’azienda come il più grande passo avanti nella protezione della memoria nella storia dei sistemi operativi consumer.
Cos’è il Memory Integrity Enforcement
La nuova funzione nasce per contrastare minacce avanzate come lo spyware Pegasus, che sfruttano vulnerabilità della memoria per infettare e controllare i dispositivi.
Secondo Apple, MIE garantisce una protezione continua e completa della memoria, coprendo sia il kernel sia oltre 70 processi di sistema e utente. La tecnologia si basa sulla nuova estensione Enhanced Memory Tagging Extension (EMTE), integrata nei chip A19 e A19 Pro, che equipaggiano tutti i modelli iPhone 17 e il nuovo iPhone Air.
Apple non ha dimenticato i dispositivi più vecchi: pur non supportando EMTE a livello hardware, anche gli iPhone precedenti riceveranno con iOS 26 miglioramenti software alla sicurezza della memoria. Inoltre, la funzione sarà disponibile anche per gli sviluppatori tramite Xcode, così da integrare questi meccanismi di protezione direttamente nelle app.
Una delle critiche più frequenti alle tecniche di protezione della memoria riguarda i possibili rallentamenti. Apple ha dichiarato che MIE include una mitigazione specifica contro gli attacchi Spectre V1 con un impatto praticamente nullo sulle prestazioni della CPU.
In altre parole, iPhone 17 riesce a garantire una protezione avanzata senza sacrificare velocità ed efficienza, due elementi fondamentali per l’esperienza utente.
Apple non usa mezzi termini: MIE renderà lo sviluppo di spyware e strumenti di sorveglianza molto più costoso e difficile. I test interni condotti dall’azienda dimostrano che questa nuova tecnologia rende complessa e onerosa la creazione di exploit chain, blocca tecniche di attacco utilizzate negli ultimi 25 anni e ridisegna il concetto stesso di sicurezza della memoria su iPhone.
