
Mentre Apple Music si prepara a lanciare la funzione AutoMix con iOS 26, Spotify gioca d’anticipo introducendo un nuovo strumento chiamato Playlist Mixing, pensato per offrire agli utenti Premium la possibilità di creare transizioni fluide e personalizzate tra i brani di una playlist.
La funzione è attualmente in fase beta, ma già accessibile tramite l’app: basta aprire una playlist e selezionare il tasto “Mix” dalla barra degli strumenti.
Una volta entrati nella modalità Mix, Spotify propone due strade:
- AutoMix: blending istantaneo tra i brani, senza dover intervenire manualmente.
- Mix personalizzato: qui entra in gioco la parte più interessante. L’utente può scegliere preset come Fade o Rise, intervenire su parametri avanzati come volume, EQ ed effetti, il tutto supportato da waveform e dati di battito per identificare i punti di transizione ideali.
Non solo: per ogni brano vengono mostrati tonalità e BPM, così da agevolare la creazione di mix coerenti. Non a caso, il terreno più fertile per questa funzione sarà probabilmente quello di playlist house, techno e dance, dove il ritmo costante permette transizioni naturali.
Apple Music AutoMix vs Spotify Mixing
Sebbene i due strumenti siano simili, la filosofia è diversa:
- Apple Music AutoMix punta ad automatizzare le transizioni in tutta la libreria musicale, senza richiedere interventi manuali.
- Spotify Playlist Mixing invece è pensato per le playlist, con un approccio più creativo e manuale, adatto a chi vuole “giocare” con le tracce e avere un controllo maggiore sul risultato finale.
In pratica, chi cerca un’esperienza più personalizzata e vicina a quella di un DJ troverà in Spotify l’opzione più interessante.