Lensa AI: i ritratti che invadono i social nascondono qualcosa?

Sui social si diffonde il nuovo trend dei ritratti realizzati dall'intelligenza artificiale dell'app Lensa AI: ci sono rischi per la privacy?

Sui social si sta diffondendo a macchia d’olio il nuovo trend caratterizzato dai ritratti realizzati dall’intelligenza artificiale dell’app Lensa AI. Ma ci sono realmente i problemi per la privacy che molti temono? Cerchiamo di fare chiarezza!

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Screenshot di Lensa AI da App Store

Lensa AI: come funziona e cosa sono i Magic Avatar

L’applicazione in questione si chiama Lensa AI ed è sul mercato da diversi anni. Negli ultimi giorni, tuttavia, l’app ha riscosso un enorme successo grazie alla nuova funzionalità chiamata Magic Avatar. In pochi giorni, i nostri social network si sono popolati di ritratti in stile fantasy o fumetto di selfie di amici e parenti.

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Screenshot Lensa AI su App Store

Questo trend è in crescita e sempre più persone si divertono a far realizzare a Lensa AI i propri ritratti da condividere con gli amici e i contatti sul web. Parliamo di un’app che è al primo posto nella classifica di App Store, nella categoria “Foto e Video” e che conta oltre 10 milioni di download su Google Play Store.

Come ogni utilizzo di dati personali da parte delle AI (intelligenze artificiali), i dubbi che sono sorti a riguardo di come quest’app opera sono ricaduti sulla sfera della privacy.

Sono quindi apparsi sul web centinaia di articoli che, giustamente, analizzano l’operato dell’AI di Lensa per rispondere ai più frequenti dubbi in materia di protezione dei dati personali, in questo caso rappresentati dal volto dell’utente. Difatti, Lensa richiede per la funzione Magic Avatar un set di 10 o 20 selfie da cui attingere le informazioni essenziali alla realizzazione dei ritratti stilizzati con i vari effetti che spopolano sui social network.

Come funziona una Privacy Policy

Come ogni applicazione o servizio sul web, il modus operandi dell’azienda che ne detiene la proprietà è spiegato nei termini di servizio e nell’informativa privacy, disponibili all’interno dell’app e sul sito ufficiale. Gli store principali, come App Store, includono anche un link diretto a questi documenti prima ancora del download dell’app così da aiutare gli utenti a conoscere le dinamiche di ogni contenuto prima del download.

Non è quindi una novità assoluta che le app che trattano dati fotografici possano accedere ai volti dell’utente; ci sono applicazioni che vengono realizzate appositamente con lo scopo di modificare i volti e di aggiungere o ritoccare trucco, make-up, modificare il colore dei capelli o degli occhi e ritoccare addirittura la porosità della pelle.

Photo di Kaffeebart su Unsplash

Nella maggior parte dei casi, l’utente che sceglie di usare una di queste app si informa sulle politiche che ne regolamentano il funzionamento e decide liberamente di accettare o rifiutare, anche a costo di non utilizzare l’applicazione in questione. È su questi principi che si basa il moderno concetto di utilizzo dei software, tanto più delle app su mobile che diventano virali.

È altresì vero che molti utenti, per fretta o disinteresse, non leggono i termini e proseguono accettando ad occhi chiusi le documentazioni fornite dai servizi e dai prodotti. In questo caso, chiaramente, la semplificazione del lessico e l’utilizzo di infografiche, tese a velocizzare la spiegazione per gli utenti, sono sempre operazioni ben accette. Apple, ad esempio, include nel suo App Store anche un piccolo schema – chiarissimo da leggere – in cui sono sintetizzati i termini e le condizioni in materia privacy che le app andranno a seguire.

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Screenshot su App Store delle informazioni Privacy di Lensa AI

Questi termini sono inviati dagli sviluppatori e dai proprietari dei servizi e non sono analizzati e confermati direttamente da Apple, così come le informative sono dichiarazioni fatte direttamente dai fornitori di prodotti e servizi. Per quanto si possa essere sospettosi nel mondo del web, è chiaro che un minimo di buona fede sulla veridicità delle dichiarazioni ci deve essere in quanto sono comunque previste sanzioni e conseguenze per chi dichiara il falso.

Lensa AI è sicura da usare?

Screenshot di Lensa AI da App Store

Tornando al caso Lensa, che a tratti ricorda quanto accaduto con FaceApp qualche anno fa, le condizioni e i termini di questo servizio sono ben esplicitati sul sito ufficiale (aggiornati al 2 dicembre 2022).

Non utilizziamo i tuoi dati facciali che fornisci quando usi Lensa per qualsiasi motivo diverso dall’applicare diversi filtri o effetti stilizzati a meno che tu non ci abbia dato il tuo esplicito consenso per utilizzare le foto o i video per uno scopo diverso. – Traduzione della Privacy Policy originale in lingua inglese

Già da questo piccolo paragrafo, contenuto nel punto “4. Come elaboriamo le tue foto e i tuoi video“, si può capire che l’uso che Lensa fa dei dati degli utenti è limitato semplicemente alla realizzazione dei ritratti e/o dei contenuti che l’app è in grado di creare. Inoltre, Lensa dichiara esplicitamente che non usa i dati del volto dell’utente per identificare un singolo utente, per scopi di autenticazione, pubblicità o marketing.

Inoltre, le foto e i video forniti a Lensa vengono processati su server ben noti come Google Cloud Platform e Amazon Web Services, in modo anonimo, e vengono cancellati entro 24 ore dall’elaborazione di Lensa. Per quanto riguarda i Magic Avatar, nello specifico, l’informativa chiarisce che:

In caso di utilizzo della funzione Magic Avatar, le foto vengono automaticamente eliminate dopo la generazione dei risultati dell’IA. – Fonte: Privacy Policy ufficiale di Lensa AI

Sempre nella stessa informativa, si legge che i dati del viso elaborati da Lensa sono relativi ad alcune categorie ben definite come orientamento, posa e via discorrendo e che Lensa non ha accesso alle foto originali che vengono caricate, in quanto tali contenuti restano memorizzati solo sul dispositivo dell’utente.

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Screenshot di Lensa AI da App Store (frame)

L’informativa quindi appare abbastanza chiarificatrice ma se questo non dovesse bastare, ci sono anche i termini e condizioni che sintetizzano ciò che viene effettivamente eseguito da parte dell’AI (intelligenza artificiale).

  • Le tue foto e i tuoi video rimangono le tue foto e i tuoi video e non rivendichiamo alcun diritto in essi. Tuttavia, per consentirti di modificare le tue foto e i tuoi video o condividere le tue creazioni tramite i social network, abbiamo bisogno del tuo permesso legale (chiamato “licenza”) per utilizzare le tue foto e i tuoi video.
  • Quando usi la funzione Magic Avatars, acconsenti che possiamo usare le tue foto per insegnare ai nostri algoritmi di rete neurale, ma le foto verranno eliminate dopo che gli Avatar saranno generati dall’IA. – Traduzione in italiano dei Terms of Use in lingua inglese

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Screenshot del sito ufficiale di Prisma AI

Ciò che ha preoccupato molti utenti in tutto il mondo è contenuto nella precisa dicitura che alleghiamo, disponibile al punto “5. Contenuto Utente”:

Esclusivamente ai fini del funzionamento o del miglioramento di Lensa, ci concedi una licenza perpetua, irrevocabile, non esclusiva, esente da royalty, mondiale, completamente pagata, trasferibile, sublicenziabile per utilizzare, riprodurre, modificare, distribuire, creare opere derivate dei tuoi Contenuti dell’utente, senza alcun ulteriore compenso e sempre soggetta al tuo ulteriore consenso esplicito per tale uso. – Traduzione in italiano dei Terms of Use in lingua inglese

Leggendo attentamente questi termini si evince che la licenza che l’utente fornisce a Lensa per l’uso, la modifica, la distribuzione, la riproduzione e la creazione di opere derivate è esclusivamente ai fini del funzionamento o del miglioramento di Lensa e non per altri utilizzi, per i quali l’azienda è soggetta ad un ulteriore consenso esplicito dell’utente. In buona sostanza, parrebbe che l’uso dei contenuti sia destinato alla fornitura del servizio e al miglioramento e apprendimento dell’AI.

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Screenshot dal sito di Prisma AI

Prisma Labs, l’azienda che ha realizzato Lensa AI, ha spiegato a TechCrunch che usa i server AWS (Amazon Web Services) per processare le foto degli utenti sul cloud e che, una volta che l’AI è stata addestrata sulla foto dell’utente, quest’ultima viene immediatamente eliminata.

Non appena un modello di intelligenza artificiale viene addestrato sulle foto di un utente, le immagini vengono immediatamente cancellate. – Maggiori informazioni su TechCrunch

Tirando le somme, la documentazione appare piuttosto trasparente e offre abbastanza elementi per valutare se scegliere o meno di utilizzare l’app e i servizi offerti. Noi abbiamo fatto il possibile per cercare di chiarire la questione in maniera oggettiva ma ovviamente la scelta deve essere libera e consapevole da parte degli utenti. Il nostro consiglio è di leggere attentamente i termini e le condizioni, insieme all’informativa privacy e valutare come agire.

Il diritto d’autore nell’apprendimento dell’intelligenza artificiale (AI)

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Foto di Tara Winstead da Pexels

L’attenzione mediatica suscitata da Lensa nei confronti delle AI ha sollevato un altro tema, che non è legato ad un singolo servizio o ad una singola azienda ma che riguarda potenzialmente l’intero mondo del machine learning e dell’apprendimento delle reti neurali. Il tema è quello relativo al diritto d’autore degli artisti che, quando si parla di intelligenze artificiali, è sempre un argomento (qui un articolo interessante di CNBC) piuttosto delicato e non ancora normato o ben regolamentato. Quando un’AI realizza un’opera o crea un contenuto, solitamente si tratta di un contenuto unico e nuovo, quindi non copiato da contenuti protetti da diritto d’autore. Molte piattaforme AI (intelligenza artificiale) esplicitano di poter fornire risultati con meccanismi anti-plagio ma svariati dubbi sono stati sollevati per ciò che concerne il training delle AI che spesso operano su database immensi per imparare a realizzare i contenuti.

Questo, lo ripetiamo, non è un concetto da applicare alle singole AI e ai singoli servizi, ma è una considerazione generale che va fatta sul modus operandi tecnico che il progresso tecnologico sta affrontando nel machine learning. Il problema comune a tutte le AI è che, potenzialmente, nel database immenso da cui attingere e apprendere, potrebbero essere presenti opere di artisti veri, protette da Copyright, per le quali gli artisti non percepiscono alcun compenso.

Chiaramente, anche in questo caso, bisogna valutare consapevolmente cosa scegliere di fare e magari approfondire, per quanto possibile, il tema tecnico legato ad ogni servizio che si sceglie di utilizzare, in attesa che arrivino regolamentazioni su questo specifico settore. Alleghiamo, per completezza, anche i Tweet ufficiali di Prisma AI in risposta alla maggior parte dei dubbi sollevati in rete:

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