L’ordine esecutivo del presidente Donald Trump contro WeChat è stato sospeso dal tribunale della California poche ore prima che l’app venisse rimossa da App Store e Google Play Store negli Stati Uniti

Dopo TikTok, salva grazie all’accordo raggiunto con Oracle e Walmart, anche WeChat continua ad essere disponibile su App Store negli Stati Uniti. Il merito, però, non è di una qualche acquisizione o di un pentimento di Trump, ma di una decisione dei giudici della California.
Il tribunale ha infatti emesso un’ingiunzione preliminare che ha bloccato l’ordine dell’amministrazione Trump, che prevedeva un divieto per le società statunitensi di effettuare transazioni e operazioni commerciali con WeChat. La decisione è frutto di una denuncia presentata dagli utenti di WeChat negli Stati Uniti, che hanno citato in giudizio la Casa Bianca per diversi motivi. I querelanti sostengono che l’ordine esecutivo relativo al ban di WeChat è incostituzionale e viola il diritto alla libertà di parola. Nella denuncia si legge inoltre che il divieto prende di mira ingiustamente i cinesi che vivono negli USA e che usano WeChat per comunicare con altri cittadini cinesi.
Nella sentenza, il giudice Laurel Beeler ha affermato che gli utenti di WeChat “hanno proposto seri dubbi che vanno nel merito della rivendicazione del Primo Emendamento. Il governo degli Stati Uniti non ha presentato prove concrete sui pericoli di WeChat per la sicurezza nazionale“. Il giudice ha quindi proposto delle alternative al divieto completo dell’app, come ad esempio il blocco del servizio sui dispositivi governativi.