L’UE inizia a testare l’interoperabilità tra le app di tracciamento COVID-19

L'Europa vuole facilitare il tracciamento dei contatti COVID-19 tra i paesi, a prescindere dall'app ufficiale utilizzate dai singoli cittadini.

La Commissione europea ha iniziato a testare l’infrastruttura di backend necessaria per far interagire tra loro le app di tracciamento dei contatti COVID-19 realizzate dai singoli stati. In questo modo, le app potranno interagire tra loro a prescindere dai confini nazionali.

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I test sono iniziati tra il server gateway realizzato da T-Systems e SAP, gestito dal centro dati della Commissione Europea a Lussemburgo, e i server delle app ufficiali di Italia, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Irlanda e Lettonia.

Il servizio dovrebbe diventare operativo a ottobre, il che significa che gli stati membri dell’UE con app compatibili come Immuni potranno estendere il tracciamento dei contatti digitali anche tra gli utenti che viaggiano da un paese all’altro.

Già nel mese di maggio erano state concordate le linee guida di interoperabilità per il tracciamento dei contatti COVID-19 tra gli stati membri e ora i test sono iniziati anche in Italia. La Commissione afferma che il server gateway scambierà solo una minima parte di dati, vale a dire solo gli identificatori casuali generati dalle singole app e non altre informazioni. Inoltre, tutti i dati saranno archiviati per un periodo limitato di tempo.

Il servizio è compatibile con tutte le app ufficiali realizzate dai singoli stati sfruttando le API di Apple e Google, ma la Commissione sta lavorando per cercare di includere anche le app di quelle nazioni che hanno utilizzato architetture diverse.

Il vantaggio principale dell’interoperabilità di queste app è quello di evitare la necessità per i cittadini dell’UE di dover installare più app di tracciamento quando viaggiano in un altro paese membro.

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