Ecco perché Steve Jobs e Phil Schiller bloccarono gli acquisti dei libri nell’app Amazon Kindle

Emergono nuovi dettagli sui motivi che spinsero i dirigenti Apple a bloccare l'acquisto dei libri digitali nell'app Kindle di Amazon.

Durante l’udienza antitrust della commissione giudiziaria della Camera degli Stati Uniti, i legislatori hanno rilasciato una serie di e-mail interne di Apple. Tra queste, ci sono alcuni messaggi che offrono nuovi dettagli sulla lunga battaglia di Apple e Amazon per consentire l’acquisto in-app degli e-book nell’app Kindle.

kindle ipad

Ad oggi, l’app Kindle per iPhone e iPad non consente agli utenti di acquistare direttamente e-book. Gli utenti possono leggere i libri digitali che hanno già acquistato, ma per acquistarne di nuovi direttamente su iPhone devono uscire dall’app e utilizzare Safari. Questo è anche un modo per Amazon di evitare il pagamento del 30% richiesto da Apple per ogni acquisto in-app.

In pochi ricordano però che, fino ai primi mesi del 2011, era possibile acquistare e-book direttamente dall’app Kindle su iOS senza commissioni, e oggi abbiamo ulteriori dettagli che includono una serie di conversazioni tra Steve Jobs, Phil Schiller e altri dirigenti dell’azienda in merito a questa situazione.

In una e-mail, Schiller spiega che Apple aveva inizialmente fatto un’eccezione per Amazon consentendole di vendere libri sull’app Kindle senza pagare commissioni “perché gli utenti avrebbero acquistato i libri su un dispositivo Kindle e successivamente letto quei libri anche su iPhone“. Quando però Apple ha iniziato a dipendere molto di più dalle vendite degli iPhone, la situazione è cambiata e lo stesso Schiller riteneva che fosse tempo di abbandonare quel trattamento d’accezione.

Nello specifico, ciò che ha spinto Schiller a cambiare idea è che Amazon iniziò a pubblicare una serie di annunci pubblicitari su come poter accedere “ai libri Kindle se passi da iPhone ad Android o viceversa“. In una e-mail, Schiller scrive:

Ho appena visto un nuovo annuncio dell’app Amazon Kindle in TV. Inizia con una donna che utilizza un iPhone e acquista e legge libri con l’app Kindle. La donna passa quindi a un telefono Android e continua a leggere tutti i suoi libri. Mentre il messaggio principale è che ci sono app Kindle su molti dispositivi mobili, il messaggio secondario da non sottovalutare è che è facile passare da iPhone ad Android. Non è divertente da guardare.

In un’e-mail separata, Schiller dichiara:

Penso che dovremmo dire ad Amazon che, sulla base dei propri annunci TV, è chiaro che l’uso della loro app ora viola i nostri termini e linee guida e che devono usare il nostro sistema di acquisto in-app anche per le vendite di libri digitali. Dovremmo chiedere loro di tornare da noi con un piano su come aggiorneranno la loro app in conformità con le nostre regole.

Sulla base delle discussioni passate, mi aspetto che possano decidere di non farlo. Dovremmo probabilmente decidere se eliminare l’app Kindle dallo store o se continuare a consentire un’eccezione ai nostri termini e linee guida per l’app Kindle.

Queste scambio di e-mail avveniva mentre Apple stava pianificando l’annuncio di nuove politiche sull’App Store per gli abbonamenti. Nella sua risposta, Steve Jobs afferma che Apple avrebbe potuto dire che “Amazon deve usare il nostro sistema di pagamento per tutte le sue attività nell’app Kindle e che il cambiamento è reso necessario dalle nuove politiche di abbonamento per quotidiani e riviste. Se vogliono confrontarci con Android, costringiamoli a utilizzare il nostro sistema di pagamento di gran lunga superiore. È tempo che usino il nostro meccanismo di pagamento o che vadano via“.

E ancora:

Penso che sia tutto abbastanza semplice: iBooks sarà l’unica libreria virtuale su dispositivi iOS. Dobbiamo tenere la testa alta. Si possono leggere libri acquistati altrove, ma questa è una procedura poco intuitiva.

Insomma, senza quegli annunci pubblicitari probabilmente oggi potremmo ancora acquistare libri nell’app Kindle su iOS. Ovviamente non possiamo sapere se Apple avrebbe comunque continuato ad offrire quell’eccezione ad Amazon, come in parte fatto anche con Prime Video.

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