Tim Cook contro le ultime restrizioni sull’immigrazione

Il CEO di Apple, Tim Cook, continua a mostrarsi molto attento ad alcune tematiche sociali, tanto da essersi esposto pubblicamente contro le ultime decisioni di Trump.

Tim Cook, insieme ai CEO di Google, YouTube e Tesla, ha dichiarato di non essere d’accordo con la scelta del presidente degli Stati Uniti di sospendere i visti di lavoro per gli immigrati.

tim cook

Lunedì, il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che sospende i visti di lavoro per gli stranieri. L’ordine include anche il visto L-1, che consente alle aziende di trasferire personale dall’estero negli Stati Uniti, e il visto H-1B, che consente alle aziende di assumere lavoratori laureati in professioni specializzate.

Tim Cook ha condannato questa mossa di Trump su Twitter, affermando che la diversità è una qualità positiva, piuttosto che un ostacolo da superare.

Cook non è stato l’unico a esporsi pubblicamente contro le nuove restrizioni sui visti. Anche il CEO di Google, Sundar Pichai, ha condannato l’ordine esecutivo di Trump.

La CNBC sottolinea che, secondo il Migration Policy Institute, quasi 219.000 lavoratori potrebbero essere bloccati dall’entrare e lavorare negli Stati Uniti. I giganti della tecnologia spesso fanno affidamento sul programma H-1B, che consente a 85.000 “specialisti” di trasferirsi negli Stati Uniti con le loro famiglie.

Nel 2019, Amazon ha ricevuto più visti H-1B rispetto a qualsiasi altra società negli Stati Uniti, tanto che un portavoce dell’azienda ha parlato proprio in merito a questa situazione:

Bloccare l’ingresso di professionisti altamente qualificati nel Paese che possono contribuire alla ripresa economica dell’America mette a rischio la competitività globale americana.

Nell’ottobre del 2019, Tim Cook, insieme all’SVP di Apple Deirdre O’Brien, ha presentato un briefing presso la Corte Suprema a sostegno della conservazione del programma Deferred Action for Childhood Arrivals. Sempre nello stesso mese Cook ha continuato a sollecitare il Senato degli Stati Uniti affinchè fosse approvato il Fairness for High-Skilled Immigrants Act, affermando che “gli immigrati rendono questo paese più forte e la nostra economia più dinamica“.

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