Il presidente di Microsoft Brad Smith afferma che i regolatori antitrust dovrebbero indagare sull’App Store di Apple per l’utilizzo di tattiche anticoncorrenziali che sfruttano gli sviluppatori.

Anche se non ha menzionato specificamente Apple, un portavoce di Microsoft ha successivamente confermato a Bloomberg che i commenti di Smith si riferivano proprio alla società Cupertino.
Brad Smith ha osservato che gli app store di oggi creano una barriera molto più elevata alla concorrenza leale rispetto a Windows quando diversi anni fa Microsoft è stata dichiarata colpevole di violazioni dell’antitrust:
Gli app store impongono requisiti che confermano sempre più che esiste un solo modo per accedere alla loro piattaforma: quello di passare attraverso il cancello che loro stessi hanno creato. In alcuni casi impongono un prezzo molto elevato per pedaggio, fino al 30% delle entrate degli sviluppatori.
È giunto il momento, che si tratti USA o Unione Europea, di una conversazione molto più mirata sulla natura degli app store, le regole che vengono messe in atto, i prezzi e i pedaggi che vengono richiesti. Bisogna anche capire se c’è davvero una giustificazione nella legge antitrust per tutto ciò che è stato creato.
Il tutto parte dal fatto che Apple non consente agli utenti di installare app per iPhone tramite alternative all’App Store. Pertanto, le app che non vengono approvate non potranno mai arrivare su iOS. Se l’app viene approvata ed è a pagamento o offre acquisti in-app, Apple trattiene il 30% delle entrate. Inoltre, se lo sviluppatore vuole offrire l’accesso all’abbonamento sul proprio sito Web, Apple costringe ad integrare tale opzione anche all’interno dell’app per non perdere le revenue che vanno dal 15 al 30 percento in base alle tipologie di abbonamenti.
La situazione è diventata ancora più incandescente negli ultimi giorni, con l‘UE che ha avviato un’indagine sull’App Store e gli sviluppatori dell’app Hey che hanno protestato per alcune decisioni prese da Apple.