L’FBI sblocca l’iPhone dell’attentatore di Pensacola e scopre collegamenti con Al Qaeda

Grazie ad un iPhone sbloccato senza l’assistenza di Apple, l’FBI ha scoperto che l’attentatore di Pensacola aveva collegamenti con Al Qaeda.

L’FBI ha stabilito che il tenente Mohammed Saeed Alshamrani aveva collegamenti diretti con il gruppo terroristico di Al Qaeda quando uccise diversi militari americani presso la base di Pensacola, dove l’attentatore stava seguendo un addestramento come membro dell’esercito saudita.

Queste informazioni sono state scoperte all’interno dell’iPhone di proprietà di Alshamrani che Apple si era rifiutata di sbloccare per motivi tecnici. I funzionari dell’FBI si sono quindi rivolti ad una società terza che è riuscita ad accedere ai dati memorizzati su quell’iPhone protetto da password.

Dalle prove non è chiaro se l’attentatore abbia avuto ordini diretti da Al Qaeda di commettere quell’attentato, ma di certo Alshamrani aveva parlato più volte con membri del gruppo terroristico.

Sebbene il metodo di sblocco non sia stato rivelato, il fatto che i federali siano riusciti ad accedere alle prove di un iPhone bloccato dovrebbe allentare la pressione del governo degli Stati Uniti su Apple quando si tratta di assistenza e di sblocco di dispositivi protetti.

Per questo preciso caso, ad esempio, Apple aveva fornito assistenza alle indagini e tutti i backup di iCloud, ma limiti tecnici non permettevano di fornire altri dati, perché questo avrebbe significato superare la crittografia creata dall’azienda stessa:

Stiamo continuando a lavorare con l’FBI e recentemente i nostri team di ingegneri hanno ricevuto una chiamata per fornire ulteriore assistenza tecnica. Apple ha un grande rispetto per il lavoro dell’Ufficio del procuratore e lavoreremo instancabilmente per aiutare a indagare su questo tragico attacco alla nostra nazione.

Abbiamo sempre sostenuto che non esiste una backdoor solo per i “bravi ragazzi”. Le backdoor possono anche essere sfruttate da coloro che minacciano la nostra sicurezza nazionale e la sicurezza dei dati dei nostri clienti. Oggi, le forze dell’ordine hanno accesso a più dati che mai nella storia, quindi gli americani non devono scegliere tra indebolire la crittografia e risolvere le indagini. Riteniamo che la crittografia sia vitale per proteggere il nostro Paese e i dati dei nostri utenti.

Da tempo negli Stati Uniti si discute sul problema dell’accesso ai dati degli iPhone degli indagati, visto che Apple ha sempre ribadito di poter fornire tutta l’assistenza possibile, ma di non poter mai sbloccare iPhone protetti da password. Più volte, FBI e altre forze dell’ordine si sono rivolti a società terze che spesso sono riuscite ad accedere ai dati richiesti.

Proprio per questi motivi, è possibile che ora il governo faccia meno pressioni ad Apple visto che le alternative non mancano.

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