Ecco perchè ho disdetto Apple Arcade

Dopo alcuni mesi di prova ecco le nostre impressioni sul servizio Apple Arcade, la piattaforma di Apple pensata per i videogiocatori.

Apple Arcade è disponibile in Italia da ormai alcuni mesi ed è giunto il tempo di iniziare a tirare le prime somme per capire se questo servizio sia davvero stato capace di fare breccia nel cuore degli appassionati. Dal titolo però siamo sicuri avrete già ben compreso i toni del nostro giudizio finale.

In fase di stesura di questo articolo ho deciso di adottare un tipo di approccio più personale perchè talvolta è necessario instaurare questo tipo di rapporto per aiutare a comprendere meglio cosa ruota intorno alle proprie decisioni, così da offrire a tutti un piccolo spunto di riflessione e un confronto costruttivo sull’argomento. Da grande giocatore appassionato di lungo corso non nego di aver atteso il servizio di Apple Arcade con grande trepidazione ed il tutto per diversi motivi. Il primo è senza dubbio la fame di un passatempo che tornasse a consegnarmi anche su smartphone un prodotto FINITO, legato insomma a quel concetto di mercato videoludico a me molto caro ma sempre più sperduto nei meandri di una giungla di titoli fastidiosamente freemium,

Il secondo aspetto è legato all’esperienza ludica, spesso lasciata da parte proprio a vantaggio di un mercato pensato per avvolgere l’utente in una moltitudine di acquisti in-app; tale situazione ha secondo me distorto gravemente la percezione del videogioco come forma d’arte, oltre ad aver pesantemente ridotto il livello di sfida di un gioco che può essere (in molti casi) semplificato e velocizzato semplicemente PAGANDO. Un biglietto da visita insomma decisamente brutto per un mondo che dovrebbe, vista la vicinanza ad un pubblico composto anche da giovanissimi, insegnare la dottrina di una competizione fondata sulla lealtà ma sopratutto sulla consapevolezza di poter vincere una grande sfida con l’impegno e non aprendo il portafogli.

Questo trend mi ha portato a vedere in Apple Arcade una luce in fondo al tunnel, un ritorno del videogioco pensato come vera forma d’arte in grado di mettere di nuovo al centro di tutto la vera esperienza ludica; va ovviamente specificato come queste considerazioni siano prettamente legate alla piattaforma mobile e non al mondo PC/Console il quale, al netto di alcune eccezioni, offre titoli di grande spessore. Anche la piattaforma mobile è stata capace di sfornare titoli di altissimo livello ed è proprio per questo motivo che la proposta di Apple è sembrata sin da subito un vero toccasana, capace di riportare un pò d’ordine in un caos fin troppo evidente di titoli marginali e dallo scarso livello emozionale restituito al giocatore.

Tuttavia dopo pochi mesi ci è toccato constatare un lento e progressivo declino di questa proposta, che manca probabilmente di quella spinta che solo i grandi titoli riescono a fornire; da gran divoratore di videogame non ho potuto fare a meno di notare la grande quantità di titoli decisamente poco attraenti e finiti nel dimenticatoio pochi secondi dopo averli terminati. La sensazione predominante è quella di un macchina che non sembra invogliare i grossi produttori a fornire titoli più profondi, probabilmente poco spronati dagli introiti generati da questa piattaforma.

Spesso i giochi muoiono così come sono stati inizialmente proposti e questo aspetto va decisamente in controtendenza rispetto ad un mondo sempre più famelico di nuovi contenuti; voglio ovviamente precisare che mai mi sarei aspettato un supporto duraturo nel tempo ma la sensazione è che molti dei giochi proprosti abbiano ancora tanto da dire, con un grande potenziale purtroppo inespresso. Titoli come Oceanhorn 2, Exit The Gungeon, Inmost, Spaceland, Hot Lava (solo per citarne alcuni) sono stati senza dubbio capaci di catalizzare la mia attenzione, ma la sensazione è che molti titoli appaiano come un semplice contorno, un riempitivo che punta forse eccessivamente sulla quantità piuttosto che su quella qualità tanto cara ad Apple in fase di lancio. Le scelte stilistiche in ambito grafico sono in molti casi decisamente interessanti ma non possono da sole reggere il peso di quella sensazione quasi di “compitino” svolto dai vari team di sviluppo.

Apple Arcade Giochi

Detto ciò, reputo corretto precisare come Apple Arcade non sia di fatto un servizio scadente perchè sarebbe un giudizio quanto mai indegno. Il prezzo di soli 5 euro al mese richiesti da Apple rappresenta un costo tutto sommato congruo per quanto offerto all’utente finale ma in un mondo popolato ormai da varie forme di abbonamento per software e contenuti multimediali quello di Apple rischia di essere percepito anche dai giocatori più appassionati come un servizio non indispensabile, di cui insomma si può fare tranquillamente a meno.

Apple Arcade nasce sicuramente con buoni propositi e le potenzialità sono senza dubbio notevoli ma la piattaforma ha bisogno di produzioni di più alto profilo per non rischiare di entrare in competizione con altre scelte in ottica di un contenimento dei costi mensili in abbonamenti, scelta operata dal sottoscritto ma ampiamente condivisa con molti appassionati attraverso i canali social di cui dispongo. Ad oggi Apple Arcade non è insomma bocciato ma semplicemente rimandato, in attesa che l’azienda comprenda quali sono le effettive lacune di un servizio che può e deve dare quel qualcosa in più per non mandare in fumo uno sforzo notevole svolto sotto il profilo dell’ecosistema del servizio, studiato molto bene per offrire una grande soluzione di continuità ludica tra i vari device (con l’eccezione di Apple TV, ad oggi forse inadeguata a supportare i titoli più pesanti sotto l’aspetto grafico).

Voi cosa ne pensate del servizio di Apple? Siete ancora abbonati oppure avete disdetto il vostro abbonamento? Siamo ansiosi di conoscere le vostre impressioni nei commenti.

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