Su richiesta di un tribunale di Seattle, Apple ha rivelato come riesce a monitorare le e-mail che passano attraverso i suoi sistemi operativi quando i messaggi contengono immagini di abusi su minori.
Come tante altre società tecnologiche, anche Apple ha messo in atto una serie di sistemi per cercare di ridurre la quantità di immagini illegali che passano attraverso i propri sistemi operativi. Tra questi 22 vi è anche il monitoraggio dei messaggi e-mail inviati e ricevuti dagli utenti iOS, iPadOS e macOS.
Il sistema confronta gli hash dei file con un database di hash esistenti contenente immagini pedopornografiche precedentemente segnalate. Le e-mail i cui hash corrispondono vengono contrassegnate e ispezionate dal personale Apple. Un addetto dell’azienda controlla quindi il contenuto del messaggio e le immagini allegate per verificare la presenza di materiale illegale. Se il messaggio contiene immagini di abusi su minori, Apple avvisa immediatamente le autorità. Un monitoraggio simile avviene anche su iCloud. Inoltre, le e-mail contenenti immagini sospette non vengono recapitate al destinatario.
Alcuni sostenitori della privacy affermano che questo tipo di verifica rischia di essere effettuato anche su messaggi che, ad un successivo controllo, non contengono materiale illegale. In questo caso, però, tutto il processo è automatizzato e il personale Apple interviene solo in caso di segnalazioni e solo per limitare la possibilità di falsi positivi.
Ovviamente, tutti questi controlli non possono essere effettuati nelle comunicazioni crittografate come quelle di iMessage.
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