A partire dal 20 gennaio 2020, la polizia scozzese inizierà a utilizzare i “cyber kiosk” per estrarre ed esaminare i contenuti degli smartphone, iPhone compresi, che contengono dati relativi a indagini e incidenti.
I “chioschi” sono computer desktop situati nelle stazioni di polizia, che consentono ai responsabili della sicurezza di consultare rapidamente i contenuti di un dispositivo mobile. I dati che possono essere estratti includono, solo a titolo esemplificativo, contatti, messaggi di testo, immagini, video, file di testo e applicazioni.
Questi chioschi sono altamente controllati da diverse persone e agenzie per assicurare la protezione dei dati e dell’hardware. I dispositivi di vittime, sospettati e testimoni potranno essere inseriti tutti in questi chioschi, indipendentemente dal fatto che il dispositivo sia stato fornito volontariamente, o sequestrato nel corso di un’indagine.
La legge scozzese consente già alle forze dell’ordine di prendere gli smartphone di coloro che sono coinvolti in reati e di trattenerli indefinitamente. Il vice capo Malcolm Graham ha affermato che i chioschi accelereranno questo processo: “Identificando rapidamente i dispositivi che contengono e non contengono prove, possiamo ridurre al minimo l’intrusione nella vita delle persone e fornire un servizio migliore al pubblico“.
In Scozia hanno quindi trovato una soluzione, senza l’intervento di Apple o di altri produttori di smartphone, per accedere ad alcuni dati dei dispositivi protetti da passcode. Questa notizia mette ancora una volta in ombra l’FBI, che negli USA sta spingendo per costringere Apple a violare la crittografia, quando potrebbe usare strumenti terzi per raggiungere lo stesso obiettivo.