L’ex capo di iAd: “Un giorno presi per sbaglio il MacBook di Steve Jobs dal suo ufficio”

L'ex capo di iAd, la piattaforma pubblicitaria di Apple che in pochi ricordano, ha raccontato una serie di aneddoti molto curiosi che hanno come protagonista Steve Jobs.

Andy Miller fondò la Quattro Wireless nel 2006, società che poi venne acquisita da Apple nel 2009. Apple mise proprio Miller alla guida di iAd, la fallimentare piattaforma pubblicitaria lanciata nel 2010 per le app iOS e non solo. L’ex capo di iAd ha condiviso alcuni aneddoti curiosi su Steve Jobs.

steve jobs iad

In una recente intervista, Miller racconta il suo primo incontro telefonico con Steve Jobs:

Ricevetti una telefonata da Apple nel 2009 e inizialmente pensai si trattasse di uno scherzo. Quando il responsabile aziendale di Apple mi richiamò, dopo qualche minuto mi passarono Steve Jobs. Andò subito al dunque e mi disse che volevano acquisire la mia compagnia e che sarei dovuto andare nel loro quartier generale il più presto possibile.

L’arrivo a Cupertino:

Quando arrivai a Cupertino, alcuni membri del team esecutivo di Apple mi prepararono alle stranezze di Jobs, così che potessi avere una possibilità in più di placare il CEO quando si sarebbe svolta la riunione di lì a poco.

Avevo precedentemente concordato un prezzo di acquisizione di 325 milioni di dollari, ma Jobs “riorganizzò” l’accordo nella stanza e fissò il prezzo a 275 milioni, con la minaccia che se non avessi accettato avrebbe vietato l’utilizzo dell’SDK di Quattro Wireless dall’iPhone.

L’aneddoto del MacBook di Steve Jobs rubato per sbaglio

Quando siamo entrati ufficialmente nella famiglia Apple, il mio team aveva il compito di creare esempi di annunci che dimostrassero il potenziale della piattaforma iAd. Decidemmo di creare questi annunci per Sears e McDonald e li presentammo al team esecutivo di Apple.

Dopo una decina di minuti, tutti ridevano tranne Steve. Pensavo di essere un cazzone. Jobs odiava quei marchi per la loro bassa qualità e per il fatto che non riflettevano l’estetica di fascia alta di Apple. Dopo diversi meeting, Jobs mi chiamò nel suo ufficio per una nuova sfuriata. Alla fine, mi disse di levarmi dalla sua faccia e di andare a parlare con il gruppo marketing Marcon per creare degli annunci migliori. Raccolsi i miei averi in fretta, senza accorgermi di aver messo anche il MacBook e il mouse di Steve Jobs nella mia borsa.

Quando Miller arrivò al dipartimento Marcom, il team stava già creando annunci con marchi che Jobs apprezzava, come Disney, Dyson e Target:

Spensi il telefono per concentrarmi sul lavoro. Circa mezz’ora dopo entrarono due guardie di sicurezza con un telefono in mano. Mi passarono quel telefono e dall’altra parte c’era Steve Jobs: “Perché mi hai rubato il laptop?“.

Spiegai l’errore e convinsi in qualche modo Jobs di non aver letto nulla e di non aver copiato da qualche parte i suoi segreti dopo la sua sfuriata. Tuttavia, pensai che sarei stato licenziato di lì a poco e, distratto, restituii solo il computer e il tappetino del mouse, ma non il mouse.

Ancora oggi ho il mouse di Steve Jobs a casa mia…

Una storia molto curiosa, raccontata da chi ha vissuto per diverso tempo in Apple durante il periodo d’oro di Steve Jobs.

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