Tim Cook e Deirdre O’Brien nuovamente in difesa dei Dreamer negli Stati Uniti

Tim Cook e Deirdre O'Brien si schierano nuovamente a favore del DACA, la norma che tutela i figli di immigrati che vivono da anni negli Stati Uniti.

Apple ha presentato un documento alla Corte Suprema degli Stati Uniti per sostenere il DACA, vale a dire le norme sull’immigrazione che difendono le persone che sono entrate da minorenni nel paese.

Non è la prima volta che Apple si schiera a favore dei cosiddetti Dreamer, visto che l’azienda ha già preso le difese delle centinaia di migliaia di ragazzi che hanno vissuto per anni negli Stati Uniti e che ora rischiano di essere espulsi in seguito alle nuove direttive volute dal governo Trump.

Tim Cook e Deirdre O’Brien chiedono la conferma del DACA, per permettere ai Dreamer di continuare a vivere negli Stati Uniti, dato che tanti di loro lavorano e contribuiscono a far crescere le loro comunità. I Dreamer sono i figli di immigrati che sono arrivati da piccoli negli Stati Uniti e che hanno acquisito i diritti di vivere legalmente nel paese grazie ad una norma voluta dal governo Obama. Trump, invece, vuole abrogare quella legge che, di fatto, renderebbe questi 800.000 “sognatori” dei veri e propri clandestini, malgrado abbiano vissuto gran parte della loro vita negli Stati Uniti. Molti di loro hanno un lavoro e una famiglia e sarebbe impossibile ritornare in un paese quasi sempre sconosciuto, malgrado sia quello di origine dei propri genitori.

La cessazione del programma DACA porterà all’espulsione di tutti gli immigrati irregolari, anche se entrati nel paese da bambini. Voluto e firmato dal presidente Obama nel 2012, il programma “Dreamers” protegge dal rimpatrio nei loro paesi gli immigrati che sono entrati da bambini (fino all’età di 16 anni) negli Stati Uniti e che hanno un lavoro. Inoltre, questo programma consente a queste tipologie di immigrati di avere un permesso di lavoro biennale e rinnovabile.

Nella lettera, Apple fa notare che tra i suoi dipendenti ci sono 443 Dreamer che provengono da più di 25 paesi e quattro continenti diversi. Questi “sognatori” ricoprono diversi ruoli in azienda: ingegneri hardware, ingegneri software, dipendenti degli Apple Store, supporto clienti e tanti altri. Nella lettera si legge che Apple “… non esisterebbe senza la brillante e motivata popolazione di immigrati” e viene ricordato che anche il co-fondatore dell’azienda, tale Steve Jobs, era un immigrato originario della Siria.

Ecco un’estratto della lettera inviata alla Corte Suprema degli Stati Uniti:

Dal 1976, Apple si è impegnata a progettare, sviluppare e vendere prodotti di elettronica di consumo all’avanguardia, tra cui dispositivi di comunicazione mobile, personal computer, software e servizi correlati. Il successo di Apple deriva dalla sua gente. Sono loro a dare forma e ad incarnare la cultura dell’innovazione di Apple. L’azienda impiega una forza lavoro diversificata di oltre 90.000 dipendenti nei soli Stati Uniti.

Tra queste persone ci sono centinaia di destinatari del DACA che non hanno avuto voce in capitolo nella decisione di entrare in questo paese e non hanno conosciuto nessun’altra casa se non quella degli Stati Uniti. Apple impiega i destinatari del DACA che incarnano a pieno l’impegno dell’azienda per l’innovazione in un’ampia varietà di posizioni lavorative. Come spiegato più volte, loro e gli immigrati come loro sono fondamentali per il successo di Apple. Accendono la creatività e aiutano a guidare l’innovazione. Sono tra i nostri colleghi più motivati ​​e altruisti.

Questo è un problema in cui la testa e il cuore portano alla stessa conclusione. Lo dobbiamo collettivamente ai Dreamer per sostenere la conferma dell’accordo. Non è solo un requisito legale. È la cosa più giusta da fare anche moralmente. Chi siamo come paese se rinneghiamo i loro diritti? Cosa si potrà dire di noi come popolo se adesso voltiamo le spalle ai Dreamer?

La Corte Suprema degli Stati Uniti prenderà in considerazione la conferma del DACA entro le prossime settimane.

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