Da domani sarà attiva la tariffa del 15% che colpirà diversi prodotti Apple negli USA

A partire da domani 1 settembre, diversi prodotti Apple saranno colpiti dalla tariffa del 15% nell’ambito della disputa commerciale in corso tra Stati Uniti e Cina.

La nuova tariffa è stata iscritta nel registro federale nella giornata di oggi ed entrerà in vigore alle 00:01 ora locale di domenica a Washington. Riguarderò diversi prodotti che entrano negli Stati Uniti dalla Cina o che vengono ritirati dai magazzini per essere utilizzati negli Stati Uniti.

I dispositivi Apple che saranno colpiti includono i cinturini per Apple Watch, Apple Watch, AirPods, HomePod, alcune cuffie Beats e alcuni iMac. Bloomberg afferma che potrebbero essere interessati anche i componenti per riparare iPhone, così come la memoria flash NAND utilizzata negli smartphone Apple.

L’analista Ming-Chi Kuo ha dichiarato all’inizio di agosto che Apple assorbirà la maggior parte dei costi delle tariffe statunitensi sui suoi dispositivi “grazie ai minori costi di produzione“, anziché aumentare i prezzi per i consumatori. Nel frattempo Apple ha ampliato le proprie strutture produttive in paesi come India e Vietnam, cosi da poter spostare un giorno la produzione fuori dalla Cina ed evitare queste tariffe.

Il CEO di Apple, Tim Cook, ha recentemente incontrato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump presso il golf club di Bedminster, dove secondo quanto riferito Cook ha fatto capire che le tariffe metterebbero Apple in svantaggio con rivali come Samsung. Apple a giugno ha anche inviato una lettera alla chiedendo di rimuovere tali tariffe perché ridurrebbe i contributi di Apple all’economia degli Stati Uniti e peserebbe sulla sua competitività globale.

Gli accessori Apple come gli alimentatori, i cavi e le custodie sono già soggetti a una tassa di importazione, separata dalla tariffa impostata per colpire i prodotti Apple che partirà domani.

Ad ogni modo questa tariffa non influirà immediatamente sull’iPhone, uno dei dispositivi più popolari di Apple e responsabile di gran parte delle sue entrate, almeno fino al 15 dicembre, poiché le tariffe su prodotti di elettronica come smartphone e notebook sono state ritardate in modo da non influire sulla stagione dello shopping natalizio.

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