Craig Federighi e Greg Joswiak con John Gruber per parlare di iOS 13, Catalyst, Mac Pro e tanto altro

Per il suo The Talk Show Live alla WWDC 2019, John Gruber si è intrattenuto con i dirigenti Apple Craig Federighi e Greg Joswiak. I tre hanno parlato delle novità presentate dall’azienda tra iOS 13, iPadOS, Mac Pro e tanto altro.

 Mac Pro e Pro Display XDR

La prima domanda di Gruber ha riguardato il prezzo delle ruote per trasportare il Mac Pro, un accessorio opzionale previsto da Apple. Federighi ha risposto che il prezzo non sarà fisso e, con il sorriso, che dipende da quante ruote l’utente vorrà. Le ultime voci dicono che la confezione del Mac Pro sarà la “più folle mai realizzata da Apple“. La risposta di Joswiak? “Puoi immaginare che non sarà sicuramente una confezione di merda“.

Parlando del Mac Pro, Joswiak ha spiegato che Apple sapeva di dover creare qualcosa di veramente fantastico per i suoi utenti professionisti, incluso il display: “Non volevamo che i nostri clienti professionisti continuassero ad andare al CES per comprare un case cinese con dentro un chip“. Proprio sul Pro Display XDR, il dirigente ha detto che Apple aveva sottovalutato la concorrenza per quanto riguarda i display di alto livello: “La trama nanometrica del nuovo Pro Display XDR è qualcosa di mai visto in passato, è un procedimento incredibile che abbiamo inventato in Apple. Il nostro display ha un rivestimento antiriflesso che non ha pari nel settore. Lo standard gold nel settore costa 43.000$, noi abbiamo creato qualcosa di migliore, con una fedeltà dei colori senza eguali, a un decimo del prezzo”.

Progetto Catalyst

Il Project Catalyst di Apple consente agli sviluppatori di trasferire facilmente su Mac le app sviluppate per iPad su Mac. Craig Federighi ha spiegato che gli sviluppatori dovranno solo cliccare sull’opzione “Mac” in Xcode per effettuare il porting di un’app creata per iPad. Ovviamente, lo sviluppatore potrà poi affinare il progetto per creare un’esperienza perfetta anche su Mac:

Si tratta di un framework nativo completo e disponiamo di un set appropriato di controlli in modo da poter creare un’esperienza davvero distintiva. Se premi semplicemente il pulsante Mac, otterrai un certo grado di “Mac-ificazione”. Non è necessario riscrivere tutto il codice per farlo. Puoi avere una base di codice e una squadra da cui partire. È un framework nativo parallelo impostato per il Mac.

In difesa della prima serie di app Catalyst rilasciate da Apple lo scorso anno, come Apple News e Casa su Mac, Federighi ha dichiarato che alcune delle lamentele espresse erano in realtà relative solo alle decisioni di progettazione dell’interfaccia realizzate dai team di sviluppo, e non necessariamente a causa del framework Project Catalyst. Federighi aggiunge che, nel tempo, Apple ha imparato a trovare un equilibrio per un miglior design di queste app per Mac. Insomma, non si tratta di problemi di tecnologia legati a Catalyst, ma di “semplice” interfaccia”

Accessibilità

Joswiak ha poi offerto alcune nuove informazioni sullo sviluppo della  funzionalità di controllo vocale in iOS 13 e macOS Catalina. Il dirigente ha definito il lavoro su questa funzione di accessibilità come “una delle cose più commoventi che abbiamo fatto“. Joswiak ha anche notato che molte persone nel team di accessibilità in Apple hanno delle disabilità, aggiungendo che “stiamo vivendo questo in prima persona e nelle nostre case. Le nostre tecnologie hanno un forte impatto sulle persone che lavorano ai progetti in Apple“.

Uno degli annunci più popolari di ieri tra gli sviluppatori è stata la nuova piattaforma SwiftUI di Apple. In occasione del The Talk Show, Federighi ha definito SwiftUI un “nuovo genere generazionale di sviluppo” per Apple proprio per i vantaggi che ha sul linguaggio di programmazione:

Considero le nostre API e la sintassi come la nostra lingua per offrire al contempo l’esercizio progettuale di un’interfaccia utente. Il modo in cui ti esprimi in codice dovrebbe essere pensato come qualcosa con cui interagisci.

Keynote

Apple ha presentato tantissime novità all’ultima WWDC e Joswiak ha condiviso con Gruber alcune curiosità su come vengono organizzate le scalette:

Potremmo spendere molto più tempo per ogni novità. Quando mettiamo insieme le note chiave, arriviamo sempre a tre ore. Cerchiamo però di tagliare qualcosa per non superare le due ore e un quarto. Dobbiamo capire quali slide lasciare e quali togliere. Abbiamo mappato ogni presentatore per capire quante slide riusciva a mostrare al minuto. Il più veloce è di gran lunga Craig. Nel suo momento migliore, Craig era capace di mostrare 9 slide in un minuto. Poi è diventato anziano e ora ne riesce a mostrare circa 7.

iOS 13

Per quanto riguarda iOS 13, Federighi ha affermato che uno degli obiettivi più importanti della nuova app Foto è aiutare gli utenti a far emergere meglio i loro ricordi più importanti tra le tante foto scattate con iPhone.

Federighi ha anche osservato che Apple continua a concentrarsi sulla sua strategia di apprendimento automatico su dispositivo, qualcosa che gli “altri ragazzi” (la concorrenza, ndr) stanno finalmente iniziando a cogliere. Ha notato, tuttavia, che l’apprendimento automatico sul dispositivo è più semplice se si dispone di una base hardware coerente, qualcosa che a società come Google manca:

Infatti, se guardi gli eventi recenti degli altri ragazzi, sarai sorpreso di vedere che hanno iniziato a parlare di apprendimento automatico su dispositivo. Stanno davvero vedendo la luce su quell’argomento. Penso che siano svantaggiati perché parte di ciò che rende tutto questo possibile è la costruzione di un grande hardware e l’integrazione tra hardware e software. Senza questi elementi è davvero impossibile.

Federighi ha poi detto che “avere un telefono in grado di sapere che sei bello o di controllare i tuoi dati è inquietante.” Questo è, ovviamente, un colpo ad altre aziende che inviano dati al cloud per l’IA e l’apprendimento automatico.

iPadOS

Sulla decisione di lanciare iPadOS 13 come sistema operativo esclusivo degli iPad, Federighi ha spiegato che si tratta sia di una questione di marketing, sia di una cosa a cui i team di ingegneri erano particolarmente interessati:

In primis è stata una scelta dettata dal marketing. Ma anche i nostri ingegneri erano d’accordo su questa scelta. Anzi, in realtà abbiamo seguito questa strada su iPad fin dall’inizio, sviluppando codice in maniera diversa rispetto ad iPhone. Ci siamo poi concentrati su come sfruttare al meglio l’hardware dei nostri iPad, soprattutto con caratteristiche come Split View, Slide Over e Apple Pencil.

Gruber ha quindi chiesto come mai ci è voluto così tanto tempo per portare il supporto alle unità USB su iOS, Federighi ha spiegato che era solo una questione di sicurezza:

Dal punto di vista dell’architettura di sicurezza, non volevamo che i driver del file system funzionassero nel kernel comunicando con supporti esterni che avrebbero potuto essere manomessi. Portare tutti i nostri file system a essere isolati dal kernel è stato un vero impegno ingegneristico.

Federighi ha anche parlato dei nuovi comandi e gesture di testo in iPadOS 13, spiegando che si trattava di un’area in cui ora è  ancora più facile fare cose rispetto al Mac:

Questa è una di quelle aree in cui in passato era più difficile lavorare rispetto al Mac. Penso che con queste nuove funzioni adesso sfruttare gesture e comandi di testo su iPad è ancora più semplice rispetto al Mac. Abbiamo imparato dai nostri errori. L’esperienza su iPad deve però continuare ad essere semplice e intuitiva, pur se indirizzata anche ai professionisti.

Si è parlato anche del supporto ai mouse USB e Bluetooth su iPad:

Questo supporto ai mouse va inteso soprattutto come funzionalità legata all’accessibilità. Ecco perché l’utente potrà attivarla nel menu Accessibilità in Impostazioni. Confermo che il supporto riguarda sia i mouse USB che quelli Bluetooth, ma al momento non abbiamo una lista di periferiche ufficialmente supportate. Voglio solo ribadire che tale funzionalità è stata sviluppata espressamente per un determinato segmento di utenti. Insomma, non è il tuo vecchio e caro cursore che sei abituato a vedere su desktop come metodo di input principale. Questa funzionalità era comunque in cantiere da un paio d’anni.

Privacy

Si è infine parlato della funzionalità Sign in with Apple. Joswiak ha spiegato che Apple si sentiva responsabile di offrire ai clienti un’opzione di accesso più privata e sicura. Ha ripetutamente sottolineato che si tratta di dare trasparenza e controllo all’utente:

Gli utenti vogliono trasparenza e controllo. Nei servizi attuali offerti dalla concorrenza non c’è trasparenza. La gente non aveva idea delle informazioni che condivideva una volta aperti quei rubinetti. Noi volevamo fornire proprio questo: trasparenza e controllo. L’accesso tramite il servizio Apple è privato e l’utente ha un maggior controllo sull’autenticazione.

Joswiak ha ribadito che la privacy è qualcosa su cui Apple si è concentrata da lungo tempo “... ancor prima che diventasse popolare anche per gli altri“.

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