Apple Pay, la ACCC vieta i negoziati collettivi alle tre più importanti banche australiane

La Australian Competition and Consumer Commission ha negato alle tre più grandi banche australiane l’autorizzazione a negoziare collettivamente le condizioni con Apple per accedere alla tecnologia Apple Pay.

Secondo la ACCC, autorizzare una negoziazione collettiva porterebbe più svantaggi che altro, visto che ci sarebbero rischi per una sana e leale concorrenza in vari mercati: “E’ vero che una proposta collettiva metterebbe le banche in una posizione migliore per negoziare, ma i benefici sarebbero controbilanciati dagli svantaggi“.

Alcuni mesi fa, le tre più grandi banche australiane avevano chiesto l’autorizzazione per negoziare collettivamente con Apple l’utilizzo di Apple Pay nel paese. Tra le richieste delle banche, vi era anche la possibilità di poter sfruttare il chip NFC dell’iPhone su altri servizi non legati ad Apple Pay, ma questa proposta era stata subito bocciata da Apple. Secondo le banche, il rifiuto di Apple era anti-concorrenziale perchè chiudeva di fatto la possibilità per altri di utilizzare le funzionalità NFC dell’iPhone, ma i giudici hanno già dato ragione all’azienda di Cupertino che è libera di utilizzare il proprio hardware come preferisce, anche “chiudendolo” per avere un vantaggio rispetto alla concorrenza Android.

Con questa decisione, le tre banche dovranno ora intavolare delle negoziazioni singole con Apple per cercare di trovare un accordo e attivare Apple Pay. La ACCC spinge molto in questo senso, visto che “i consumatori hanno diritto all’innovazione e all’utilizzare servizi di pagamento su qualsiasi smartphone in loro possesso“.

Le banche coinvolte hanno già manifestato il loro disappunto, ma ora c’è davvero poco da fare…

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