CBS: “L’FBI non ha trovato nulla di importante sull’iPhone 5c del terrorista…”

Tanto rumore per nulla? Secondo la CBS News, sull’iPhone 5c del terrorista di San Bernardino non ci sarebbero informazioni rilevanti per le indagini…

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Dopo mesi di contrasti tra FBI ed Apple, interventi di senatori e importanti politici americani, proteste dei cittadini e grandissima risonanza mediatica a livello mondiale, sull’iPhone 5c del terrorista di San Bernardino sembra proprio non esserci nulla di importante per le indagini. Già in passato, in tanti avevano manifestato dei dubbi sulla rilevanza di questo dispositivo, visto che si trattava di un iPhone “aziendale” dato dall’azienda pubblica in cui lavorava il terrorista. Questi iPhone venivano dati a tutti i dipendenti e tutti sapevano che l’azienda – la Contea di San Bernardino – poteva accedere ad alcune informazioni contenute su tali dispositivi. In pratica, se vuoi fare qualcosa di illegale, certo non usi il telefono aziendale (controllato!) per inserire informazioni delicate…

Secondo la CBS News,  dopo losblocco avvenuto pochi giorni fa, sull’iPhone 5c del terrorista non è stato scoperto nulla di rilevante per le indagini. L’FBI sperava di trovare informazioni su eventuali complici e mandanti, ma così, sembra, non è stato. Chiaramente, l’agenzia federale non svelerà mai qual è la verità.

Intanto, Apple sta cercando in tutti i modi di scoprire l’exploit utilizzato dagli hacker per aiutare l’FBI a sbloccare questo iPhone 5c. Anche se la tecnica sembri non funzionare sui dispositivi più recenti, per l’azienda è importante tutelare tutti i suoi clienti e scoprire ogni falla software o hardware. FBI e il team di hacker non hanno intenzione di svelare il metodo utilizzato, né ci sono speranze che i giudici possano obbligare a farlo. Quando una falla viene trovata da aziende private, infatti, non è possibile obbligarne la divulgazione per motivi di sicurezza nazionale. L’unica speranza per Apple è che sia lo stesso team di hacker a svelare l’exploit utilizzato, altrimenti dovranno essere gli ingegneri dell’azienda a trovarlo.

In ogni caso, la questione sta ancora scatenando l’interesse dei politici, tanto che ieri due senatori degli Stati Uniti hanno presentato una proposta di legge che potrebbe consentire ai giudici di obbligare le aziende tecnologiche ad aiutare in ogni caso le forze dell’ordine durante le indagini più rilevanti, anche se i contenuti sono criptati. In pratica, le aziende sarebbero costrette a fornire in modo tempestivo le informazioni presenti sui propri prodotti, anche se i dati sono crittografati. L’onere di fornire questi dati rimane a carico dell’azienda, che deve quindi fornire in ogni caso accesso a tali dati su ordine di un giudice. Tale obbligo si applica solo nei casi più gravi, e non a tutte le indagini.

La legge sarà presto discussa al Senato.

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