Apple invia l’obiezione formale per il caso San Bernardino

Nella giornata di oggi, i legali di Apple hanno puntellato la strategia difensiva dell’azienda inviando le opposizioni formali al Distretto Centrale della California, relativamente all’ormai noto caso di San Bernardino.

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In questa deposizione scritta, gli avvocati Apple ribadiscono che l’obiezione formale viene presentata soltanto come una forma di “cautela”. Il documento di due pagine è stato firmato dall’avvocato Ted Boutrous. Nell’opposizione è stata allegata anche la sentenza di un giudice di New York, che pochi giorni fa ha stabilito che Apple non può essere obbligata a sbloccare un iPhone su richiesta degli inquirenti.

In particolare, nell’opposizione si fa riferimento alle parole del giudice Orenstein, il quale ha affermato che questo obbligo capovolgerebbe la separazione dei poteri, visto che dovrebbe essere il Congresso a legiferare su una questione così importante.

Ricordiamo che, la scorsa settimana, un tribunale della California ha chiesto ad Apple di sbloccare l’iPhone 5c di uno dei terroristi della strage di San Bernardino, ma l’azienda ha risposto che da iOS 8 in poi è impossibile effettuare questa operazione. Il governo e l’FBI hanno quindi chiesto di installare una backdoor su iOS, ma per Apple un’operazione di questo tipo consentirebbe a qualsiasi criminale informatico di accedere a questa “chiave universale” e di controllare i dati sensibili memorizzati su qualsiasi iPhone sparso per il mondo. Tra l’altro, Apple avrebbe potuto fornire il backup aggiornato di questo iPhone, se solo l’FBI non avesse chiesto al datore di lavoro dell’imputato di cambiare la password dell’ID Apple (l’iPhone 5c, infatti, era dell’azienda ed era stato fornito in uso al proprio dipendente).

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