Tim Cook: “Una backdoor sugli smartphone sarebbe il cancro del software”

In un’intervista rilasciata ieri alla ABC, il CEO di Apple Tim Cook è tornato sull’argomento FBI e sulla lotta che la sua azienda sta conducendo contro il governo per tutelare la sicurezza dei dati di tutti gli utenti.

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La scorsa settimana, un tribunale della California ha chiesto ad Apple di sbloccare l’iPhone 5c di uno dei terroristi della strage di San Bernardino, ma l’azienda ha risposto che da iOS 8 in poi è impossibile effettuare questa operazione. Il governo e l’FBI hanno quindi chiesto di installare una backdoor su iOS, ma per Apple un’operazione di questo tipo consentirebbe a qualsiasi criminale informatico di accedere a questa “chiave universale” e di controllare i dati sensibili memorizzati su qualsiasi iPhone sparso per il mondo. Tra l’altro, Apple avrebbe potuto fornire il backup aggiornato di questo iPhone, se solo l’FBI non avesse chiesto al datore di lavoro dell’imputato di cambiare la password dell’ID Apple (l’iPhone 5c, infatti, era dell’azienda ed era stato fornito in uso al proprio dipendente).

Durante l’intervista, Cook fa sapere che in effetti non c’è stata mai alcuna richiesta formale da parte del governo, ma soltanto dal noto giudice della California: “Abbiamo saputo dei commenti del governo solo dalla stampa, ma a noi ufficialmente non è stato detto nulla di specifico. Io credo che qualcosa di così importante non possa essere gestito in questo modo”. 

Il giornalista ha fatto presente che Apple sta tutelando la privacy degli utenti, con il rischio di farla apparire più importante rispetto alla sicurezza nazionale, visto che qui si sta parlando di un vero e proprio attacco terroristico. Cooke ha risposto che attivare una backdoor su un dispositivo sarebbe un “male per gli Stati Uniti, perchè creerebbe un precedente che comprometterebbe per sempre i dati sensibili degli utenti“. E ancora, “… credo che la sicurezza delle persone sia incredibilmente importante. La sicurezza dei bambini, delle nostre famiglie. E’ fondamentale. Anche la protezione dei dati delle persone è molto importante, ma sappiamo che creando questa backdoor esporremmo le persone a delle vulnerabilità incredibili. Questo è qualcosa che non vorremmo creare, sarebbe un male per l’America e metterebbe a rischio i dati di milioni di persone. Se pensiamo a quelle che sono le incognite di un ordine di questo tipo, credo allora che stiamo facendo la cosa giusta. 

Secondo Cook, una backdoor installata su iOS sarebbe “l’equivalente software del cancro“. Ecco le sue parole: “L’unico modo che conosciamo per soddisfare le richieste del governo è quello di scrivere un pezzo di software che noi consideriamo l’equivalente di un cancro. Pensiamo che sia qualcosa di errato da realizzare. Non vorremmo mai scriverlo e non lo abbiamo mai scritto”. 

Cook ribadisce anche che se i funzionario della contea, su richiesta dell’FBI, non avessero mai reimpsotato la password dell’ID Apple del killer, ora Apple avrebbe potuto fornire molte più informazioni agli inquirenti: “Il governo avrebbe dovuto chiederci aiuto prima di commettere questo errore. E’ stato fatto un passo falso fondamentale”. 

In queste ore, scopriamo anche che Apple avrebbe addirittura iniziato a sviluppare misure di sicurezza ancora più forti per proteggere i dispositivi iOS. Queste nuove misure impedirebbero a chiunque di utilizzare tecniche di qualsiasi tipo per accedere e bypassare la sicurezza di un iPhone o iPad tramite attacchi “brute-force” per scovare i codici si accesso. Nello specifico, Apple vuole migliorare i metodi di crittografia per i backup di iCloud e aumentare la sicurezza dell’iPhone intervenendo anche via hardware sui prossimi modelli. Ad oggi, i backup iCloud sono criptato, ma la chiave viene memorizzata anche da Apple che, su richiesta del giudice, ha quindi la possibilità di fornire queste informazioni. Anche nel caso San Bernardino, Apple era pronta a fornire questi dati presenti nei backup iCloud, ma l’FBI ha chiesto al datore di lavoro del terrorista di modificare la password dell’ID Apple, impedendo di fatto ogni altro intervento da parte di Apple relativamente ai backup iCloud più recenti. Prossimamente, Apple vuole fare in modo che anche questi backup siano resi inaccessibili, anche per la stessa Apple. Per quanto riguarda le novità hardware, Apple vorrebbe fare in modo che, nel caso in cui venga installato un nuovo firmware senza codice di accesso valido inserito, l’iPhone cancelli automaticamente tutti i dati memorizzati al suo interno.

Ultima curiosità: l’ufficio del procuratore della contea di Maricopa in Arizona ha annunciato che non saranno più forniti iPhone ai dipendenti, come invece è accaduto fino ad oggi: “Il rifiuto di collaborare con l’FBI mette Apple alla stregua dei terroristi. Si tratta di una loro trovata pubblicitaria che ignora gli emendamenti della nostra costituzione e che di nasconde dietro la scusa della privacy. Per questo motivo, fino a quando la posizione di Apple non cambierà, non acquisteremo più iPhone per i nostri dipendenti“.

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