Gli 8 punti principali dell’intervista di Fast Company a Tim Cook

La rivista economica Fast Company è riuscita ad ottenere in esclusiva un’intervista con Tim Cook. L’articolo è stato pubblicato oggi e offre diversi spunti interessanti…

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L’intervista rientra in un progetto portato avanti da Fast Company per il lancio di “Becoming Steve Jobs”, libro che promette di essere tra i più interessanti in assoluto dedicati alla vita del co-fondatore di Apple. Il libro uscirà il 24 marzo negli Stati Uniti, e per il lancio Tim Cook ha voluto “regalare” questa intervista esclusiva.

Tra i tanti argomenti affrontati, ce ne sono 8 particolarmente interessanti.

Apple e i grandi numeri

“C’è questa cosa nella tecnologia, che può essere definita quasi una malattia, in cui la definizione di successo è collegata alla quantità. Quanti click hai racimolato, quanti utenti attivi hai, quanti dispositivi hai venduto. Tutti in questo mondo sembrano schiavi dei grandi numeri. Steve non la pensava così. Lui si concentrava sul fare il prodotto migliore, e questa sua filosofia è alla base di Apple. Spero che sarà sempre così. “

Gli altri smartwatch

“Gli input che funzionano per un telefono cellulare, un tablet o un Mac non funzionano bene su schermi più piccoli. La maggior parte delle aziende che hanno realizzato uno smartwatch lo hanno pensato come un dispositivo classico, quindi hanno continuato ad utilizzare il pinch-to-zoom e altre gesture che noi abbiamo creato per l’iPhone”.

Niente previsioni

Su iPhone avevamo fissato un’aspettativa. Avevamo detto di voler raggiungere l’1% del mercato, con 10 milioni di telefoni venduti nel primo anno. Avevamo scelto quell’obiettivo, e ci siamo ritrovati con risultati nettamente migliori. Sull’Apple Watch non abbiamo fissato alcun numero. L’orologio ha bisogno di un iPhone 5, 6 o 6 Plus per poter funzionare, e questo può essere un piccolo freno. Me penso che andrà bene. Sono entusiasta del dispositivo”. 

Ora lo considerate inutile, ma presto non ne potrete fare a meno

“Le persone non si sono rese conto di dover avere un iPod prima di averlo provato con mano, e in realtà non si resero nemmeno conto di dover avere un iPhone. E l’iPad venne completamente stroncato perchè considerato inutile. I critici non sapevano spiegare a cosa potesse servire un altro tablet, visto che tutti i dispositivi passati avevano fallito. Onestamente, penso che nessun prodotto che abbiamo presentato sia stato mai considerato ‘rivoluzionario’ prima della sua uscita effettiva. E’ stato solo dopo il lancio che la gente ha potuto provarlo e capirne il loro valore. Forse, questo accadrà anche con l’Apple Watch”. 

Su Steve Jobs

“Se hai sentito storie di Steve Jobs che cammina lungo un corridoio e impazzisce per qualche cosa che vede e non gli sembra fatta bene, ti confermo che è tutto vero. Ma anche la storia che lui ha fatto praticamente tutto per Apple è vera. Il suo lavoro più importante non è stato un prodotto, ma la cultura che è riuscito a lasciare in azienda. E il team che ha scelto. Siamo una grande squadra, e tutti siamo stati scelti da Steve Jobs. L’anno scorso, Apple ha raggiunto il valore di 200 miliardi di dollari, ma non ci saremmo mai riusciti se non ci fosse stato Steve Jobs negli anni precedenti”. 

L’importanza di “allontanarsi”

“Microsoft ha avuto problemi perchè non ha voluto abbandonare vecchi standard. Apple ha sempre avuto il coraggio di prendere una decisione inizialmente impopolare, ma che poi si è rivelata giusta. Abbiamo cambiato il connettore su iPhone anche se le persone amavano il connettore a 30-pin. Siamo stati i primi ad abbandonare il lettore dei floppy disk a favore della porta USB, e inizialmente ci chiamavano pazzi. Alcune di queste cose non piacciono alla gente, ma dopo un po’ tutti cambiano idea. Bisogna essere disposti a perdere di vista la riva e andare aventi. Noi lo faremo sempre”.

Il nuovo Campus

“E’ molto importante che Apple faccia tutto il possibile per rimanere ‘informale’. E uno dei modi per farlo è di stare tutti insieme. Dobbiamo fare in modo che le persone si possano incontrare sempre, non solo nelle riunioni programmate, ma anche nella vita di tutti i giorni, magari mentre si prende un caffè al nostro bar”. 

L’ufficio di Steve Jobs

“Ero lì l’altro giorno con Lauren [la moglie di Steve Jobs, ndr], perchè ci sono ancora i disegni alla lavagna fatti dai bambini. Ho preso Eve [figlia di Steve Jobs, ndr] durante l’estate, e nell’ufficio del padre ha ritrovato alcune cose che aveva disegnato anni prima. All’inizio non volevo più entrare nell’ufficio di Steve. Era davvero troppo. Ora, invece, trovo conforto nell’entrarci, anche se non ci vado molto spesso. Il suo computer è ancora lì, com’era prima che morisse. La sua scrivania è ancora lì così com’era. E anche i suoi libri. Nessuno li ha toccati. “

 

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