Tim Cook parla di privacy e terrorismo

Dopo aver anticipato alcune informazioni sull’Apple Watch durante una lunga intervista al Telegpraph, Tim Cook ha parlato anche della riservatezza dei dati e dei possibili pericoli a cui andranno incontro gli utenti se non si affideranno ad aziende che tutelano la privacy.

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Il CEO di Apple è consapevole della quantità di informazioni private degli utenti che potenzialmente sono in mano ad aziende, governi e ad altre organizzazioni, ma afferma con forza che la condivisione di questi dati non fa parte della filosofia della sua azienda: “Gli utenti non comprendono ancora quello che sta succedendo, ma un giorno lo faranno e saranno molto arrabbiati…“.

Nessuno di noi dovrebbe accettare che un governo o una società possa avere accesso alle nostre informazioni private” ha detto Cook “questo è un diritto fondamentale. Abbiamo tutti il diritto alla privacy. Non dobbiamo rinunciarvi e non dobbiamo cedere all’allarmismo o alle persone che fondamentalmente non capiscono l’importanza di questa cosa“.

A Cook viene quindi chiesto quali possano essere le implicazioni nel campo della sicurezza nazionale, visto che non consentire ai governi di accedere ad alcune informazioni di persone indagate potrebbe favorire fenomeni come il terrorismo. Su questo punto, il CEO di Apple ha risposto a muso duro, dicendo che il problema non esiste fin dall’inizio, visto che i terroristi utilizzato strumenti di crittografia proprietari che non sono sotto il controllo dei governi nazionali di USA e Gran Bretagna: “I terroristi usano la crittografia. Loro sanno cosa fare. Se non usi la crittografia, allora significa che non hai nulla di pericoloso da nascondere. E il 99,99% delle persone sono buone. Non si può calpestare il diritto alla privacy di tutti. Se lo fai, non solo non risolvi il problema del terrorismo, ma stai portando via quello che è un diritto umano fondamentale”.

Apple è stata sempre molto chiara sull’argomento, e i fatti le danno ragione. Con iOS 8 è praticamente impossibile per un governo o qualsiasi altra organizzazione carpire i dati personali degli utenti. Questo ha scatenano anche le polemiche delle forze dell’ordine USA, impossibilitate a decifrare i dati memorizzati sugli iDevice con iOS 8 installato. In casi eccezionali, e su richiesta esplicita, Apple può fornire informazioni richieste dal governo. Da gennaio a giugno 2014, Apple ha rilasciato 789 informazioni di account personali su ordine degli Stati Uniti, a fronte di 1739 richieste totali.

“La privacy non è meno importante della sicurezza. Il terrorismo è orribile e deve essere fermato, ma non deve essere un catalizzatore per il cambiamento delle norme e della tutela della privacy. Tutti noi dobbiamo fare qualcosa per fermare il terrorismo” ha concluso Tim Cook.

Riguardo ad Apple Pay, il CEO ha ribadito che il sistema non memorizza e non rivela alcuna informazione personale.

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