7 notizie per 7 giorni: nuovo appuntamento con la rubrica hi-tech di iPhoneItalia – Appuntamento 10/03

Chi possiede un iPhone è, nella maggior parte dei casi, anche un appassionato di tecnologia, come lo siamo noi di iPhoneItalia. Proprio per questo abbiamo deciso di creare una nuova rubrica, denominata “7 notizie per 7 giorni”, nella quale verranno riassunte le 7 notizie di tecnologia più interessanti e curiose della settimana, ma non riguardanti propriamente il mondo iPhone. Un modo per discutere insieme di tecnologia e non far mancare nulla ai nostri lettori! Eccoci arrivati ad un nuovo appuntamento.

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Vicenza: il SUAP, sportello unico per le attività produttive, diventa telematico

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Il SUAP del Comune di Vicenza, cioè lo Sportello unico per le attività produttive, diventa completamente telematico. La rivoluzione, che comporterà notevoli risparmi sia per le imprese sia per la pubblica amministrazione, è stata presentata in questa settimana a Palazzo Trissino dall’assessore allo sviluppo economico Tommaso Ruggeri, dall’assessore all’edilizia privata Pierangelo Cangini, dal consigliere comunale delegato ai servizi informatici Filippo Zanetti, dal consulente di Infocamere Maurizio Vego Scocco e, per il Gruppo Maggioli, da Robert Ridolfi, responsabile dei Product Manager e Riccardo Casadei, referente Metropolis Area nord-est. Infocamere e Gruppo Maggioli sono infatti i partner del Comune di Vicenza in questa iniziativa che consentirà a ciascun utente di inoltrare in qualsiasi momento la propria richiesta al SUAP, ricevendo un’immediata conferma della corretta spedizione e potendo poi monitorare online l’iter procedimentale dell’istanza, fino alla ricezione dell’eventuale autorizzazione.

Si tratta dunque di un progetto che fa di Vicenza un Comune all’avanguardia nell’omogeneizzazione dei procedimenti, nella dematerializzazione dei documenti e nella sburocratizzazione amministrativa, oltre che nell’abbattimento dei costi per imprese e pubblica amministrazione, dal risparmio cartaceo alle spese postali, fino ai costi di trasporto e ai tempi di attesa agli sportelli.

Il nuovo SUAP telematico del Comune di Vicenza risponde all’obbligo di legge che ha fatto di questo sportello l’unico punto di accesso territoriale per tutti i procedimenti che riguardano l’accesso e l’esercizio di attività produttive e di prestazioni di servizi. Infatti qualsiasi domanda, dichiarazione, segnalazione o comunicazione inerente i procedimenti di localizzazione, realizzazione, trasformazione, ristrutturazione o riconversione, ampliamento o trasferimento, cessazione o riattivazione di attività produttive o di prestazione di servizi, nonché quelli relativi al loro esercizio, non solo vanno presentati esclusivamente al SUAP, ma ciò deve avvenire, per legge, con modalità telematica.
Di qui da parte dell’amministrazione la decisione di individuare uno strumento gestionale che consentisse al Comune di affrontare in modo innovativo la sfida. E la scelta, dopo un’approfondita analisi, di aderire a SUAP CAMERALE, la piattaforma web realizzata dalle Camere di Commercio e promossa dalla Regione Veneto, primo grande passo verso l’omogenizzazione dei procedimenti a livello territoriale. Sarà dunque questo lo strumento che consentirà all’utente di colloquiare con il SUAP del Comune di Vicenza attraverso il portale www.impresainungiorno.gov.it, utilizzando, a partire dal sito www.comune.vicenza.it, una modalità unica e standardizzata di presentazione delle istanze. L’automatizzazione della ricezione delle domande al protocollo e la gestione del back office del Comune di Vicenza è stata invece realizzata dal partner tecnico Gruppo Maggioli, attraverso il proprio software J Iride.

Il nuovo SUAP telematico sarà operativo entro qualche settimana. Contestualmente verranno organizzati incontri formativi per gli utenti, in particolare professionisti, a cui il servizio è diretto. Saranno numerosissime le pratiche interessate a questa rivoluzione, già anticipata dall’obbligo di spedizione via PEC introdotto nel marzo del 2011. Il solo settore politiche dello sviluppo ha registrato 605 documenti in entrata e 825 in uscita nel 2011, anno in cui erano ancora accettate anche le consegne postali o a mano, mentre nel 2012 i documenti acquisiti via PEC sono diventati 1.525, 763 quelli in uscita. Le pratiche SUAP attinenti all’edilizia privata, invece, sono state 584 nel 2011 e 427 nel 2012.

Sei sicuro di aver cancellato i tuoi dati?

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Un recente servizio del programma TV Le Iene andato in onda lo scorso 3 marzo 2013 ha raccontato i pericoli a cui gli utenti vanno incontro quando decidono di vendere il proprio smartphone e cellulare, mettendo in evidenza la natura personale dei dati ritrovati nei telefoni. Se centinaia di messaggi, fotografie e numeri di telefono possono essere ritrovati all’interno di alcuni gigabyte di memoria di uno smartphone, immaginiamo di quale portata sia il fenomeno quando ad essere venduti, riciclati o smaltiti sono i nostri computer con i relativi hard disk di centinaia o migliaia di gigabyte. Tutti i nostri dati e le informazioni archiviate diventano improvvisamente “trasparenti” e recuperabili da parte di chi voglia farne un uso non corretto, se non vengono cancellate in modo corretto.

Ogni anno le principali aziende produttrici di dispositivi tecnologi, dai PC ai telefonini, fino ad arrivare ai tablet, presentano nuovi modelli, dal design e funzionalità sempre più innovativi. All’interno di tutti quesyi dispositivi gli utenti salvano moltissime informazioni, da dati che riguardano la sfera privata a informazioni che coinvolgono la sfera professionale.

Cosa accade ai dati e alle informazioni memorizzate nei dispositivi tecnologi se un utente decide di vendere il dispositivo?

L’Italia detiene il primato della diffusione di smartphone e, secondo i dati del Censis, nel 2012 è stata registrata una crescita del +10% nell’acquisto di queste soluzioni. I dati ritrovati all’interno dei telefoni sono stati principalmente di natura personale: dai numeri e i contatti nella propria rubrica, messaggi di testo, immagini fotografiche scattate o inviate dai propri amici, abitudini, frequentazioni, password e numerose altre informazioni, tutte ricollegabili all’identità di un individuo.

Se tutto questo si può trovare all’interno di alcuni gigabyte di memoria di uno smartphone immaginiamo di quale portata sia il fenomeno quando ad essere riciclati, smaltiti, venduti sono i nostri computer con i relativi hard disk di centinaia o migliaia di gigabyte. Il problema riguarda tanto i PC di utenti privati quanto desktop, laptop e server utilizzati all’interno di aziende. Ecco quindi che tutti i nostri dati e le informazioni archiviate diventano improvvisamente “trasparenti” e recuperabili da parte di chi voglia farne un uso non corretto. Come possono quindi difendersi gli utenti? “Quello che è necessario sapere è che non basta cancellare i dati da un computer per essere sicuri che non vengano più recuperati” afferma Paolo Salin, Country Director di Kroll Ontrack Italia. “Basti pensare che le stesse attività di recupero dati sono in grado anche di recuperare informazioni da un hard disk guasto. I potenziali pericoli del non eliminare i dati o di eliminarli in modo non corretto sono evidenti. I computer di un, ad esempio, ospedale potrebbero rivelare dati sullo stato di salute dei pazienti, quelli di una banca mostrare informazioni su carte di credito e conti correnti, i PC di una qualunque azienda far vedere informazioni sui sui dipendenti e sui clienti, dati di business, piani e progetti. Anche il PC di casa può contenere informazioni che non avremmo piacere di condividere con sconosciuti ”.

A livello legislativo, in Italia la riservatezza dei dati è regolamentata dal decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 (Codice in materia di protezione dei dati personali), comunemente nota come “legge sulla privacy”, la quale ha fissato delle regole precise per i dati sensibili e giudiziari. Inoltre, il Garante della Privacy ha anche specificato nel provvedimento del 13 ottobre 2008 (G.U. n. 287 del 9 dicembre 2008) le misure da adottare per il corretto smaltimento dei supporti informatici contenenti dati personali. Il processo di cancellazione elimina definitivamente da un disco tutti i dati.
Secondo uno studio BSA, l’Italia scivola nella classifica globale delle politiche sul Cloud Computing

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Nell’analisi condotta sulla situazione delle mutevoli politiche relative al cloud computing, l’Italia si posiziona al decimo posto su ventiquattro Paesi, una regressione rispetto alla sesta posizione dello scorso anno.

BSA | The Software Alliance ha preso in esame le normative e la regolamentazione nazionale in sette ordinamenti fondamentali per lo sviluppo di un mercato globale e integrato del cloud. I risultati annunciati oggi nel 2013 BSA Global Cloud Computing Scorecard si basano sulla prima edizione dello studio, pubblicata a inizio 2012.
E’ scoraggiante vedere che l’Italia non ha fatto progressi nell’adottare politiche che contribuiscano allo sviluppo del cloud,” ha commentato Matteo Mille, Presidente di BSA Italia. “Le norme di tutti i Paesi condizionano il mercato del cloud. E’ fondamentale che l’Italia si impegni a migliorare la regolamentazione di alcuni specifici ambiti relativi al Data Privacy e alla Proprietà Intellettuale per migliorare la propria posizione e supportare la crescita del cloud.”

Il cambiamento maggiore è quello di Singapore, quinto in classifica, che è balzato in alto di cinque posizioni dopo aver adottato una nuova legge sulla privacy che accresce la fiducia dell’utente promuovendo al tempo stesso l’innovazione di business. Secondo lo studio, il Giappone continua a guidare la classifica globale con una normativa dettagliata a favore del commercio digitale. L’Australia rimane al secondo posto e gli Stati Uniti hanno raggiunto il terzo quest’anno, relegando la Germania al quarto posto della classifica.
Lo studio evidenzia che i miglioramenti nelle politiche relative al cloud in molti dei più importanti mercati IT globali è in fase di stallo. In particolar modo, tutti i sei Paesi dell’Unione Europea compresi nella ricerca hanno perso terreno nella classifica. Altri si stanno effettivamente allontanando dal mercato globale, con normative controproducenti in Corea, Indonesia e Vietnam.

In particolare, BSA raccomanda ai legislatori di intraprendere le seguenti azioni:

  • Assicurare la privacy: gli utenti devono essere sicuri che le loro informazioni verranno trattate con attenzione e i provider devono avere la libertà di spostare i dati in maniera efficace nel cloud
  • Promuovere la sicurezza: una efficace gestione del rischio richiede flessibilità per implementare soluzioni di sicurezza innovative
  • Combattere il cybercrime: le forze di polizia e i fornitori cloud hanno bisogno allo stesso modo di meccanismi legislative per combattere l’accesso illegale ai dati
  • Proteggere gli IP: la normative dovrebbe fornire una chiara protezione e applicazione della legge contro la violazione delle innovazioni cloud.
  • Assicurare la data portability e armonizzare le normative globali: i Governi dovrebbero lavorare con le aziende per sviluppare standard che facilitino la circolazione dei dati minimizzando al tempo stesso i conflitti normativi
  • Promuovere il libero scambio: eliminare le barriere come, ad esempio, la preferenza per particolari prodotti o service provider.
  • Sostenere l’infrastruttura IT: fornire incentive per investimenti nella banda larga e promuovere l’accesso universale.

La classifica completa dei 24 Paesi con dati dettagliati sull’Italia e sul programma di BSA sono disponibili al link: www.bsa.org/cloudscorecard.

Spotify viaggia con Volvo

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In occasione del Salone dell’Auto di Ginevra, Volvo annuncia che Spotify sarà disponibile per la prima volta sui propri modelli di auto grazie al sistema Sensus Connected Touch, offrendo una user experience musicale completamente integrata nel cruscotto e attivabile a comando vocale. La notizia segue quella della collaborazione con Ford, annunciata la scorsa settimana: anche la casa automobilistica americana porta Spotify a bordo delle proprie vetture attraverso il sistema Sync AppLink. Nelle prossime settimane il progetto coinvolgerà più di un milione di vetture in America e verrà esteso all’Europa nel corso dell’anno. Pascal de Mul, Responsabile Partnership Hardware di Spotify, commenta: “L’obiettivo di Spotify è rendere accessibile la musica il più facilmente possibile, sempre e ovunque. L’automobile è il primo luogo dove le persone ascoltano musica e stiamo lavorando per rendere Spotify disponibile su diverse tipologie di vetture. Siamo davvero lieti di annunciare questa nuova soluzione – sviluppata in partnership con Volvo – che permette agli utenti di godere della musica di Spotify in tutta sicurezza anche durante la guida. Il servizio, infatti, è attivabile a comando vocale e integrato nel cruscotto dell’autovettura”.

Huawei è impegnata a promuovere un sistema di licenze sulla proprietà intellettuale aperto e ad affermarsi come leader dell’innovazione globale in Europa

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Huawei rispetta e protegge i diritti di proprietà intellettuale e ribadisce il proprio impegno verso un sistema di licenze aperto sui diritti di proprietà intellettuale“, ha dichiarato oggi Chen Lifang, Membro del Consiglio di Amministrazione e Senior Vice President di Huawei, durante il suo discorso tenuto a Bruxelles in occasione della conferenza “UE Science: Global Challenges, Global Collaboration (ES: GC2)”. “La proprietà intellettuale che Huawei sviluppa e acquisisce grazie alla partecipazione a iniziative europee di ricerca scientifica sarà innanzitutto applicata in Europa con l’obiettivo di accrescere la leadership nel settore della scienza e della tecnologia a livello globale”.

“Fin dai suoi primi anni di attività, Huawei si è attivamente battuta per la protezione dei diritti sulla proprietà intellettuale. Siamo una delle prime aziende cinesi ad aver firmato accordi di licenze incrociate con i colleghi occidentali. Ogni anno, Huawei spende circa 300 milioni di dollari in royalties per sfruttare legittimamente tecnologie brevettate da altre aziende. A sua volta Huawei offre in licenza ad altri attori dell’industria le tecnologie brevettate internamente. Ad esempio, recentemente Huawei e Teletronic (Spagna) hanno stipulato un accordo commerciale di licenze incrociate per i brevetti incentrati sullo standard LTE”, ha commentato Chen Lifang.

Huawei contribuisce allo sviluppo dell’industria con brevetti innovativi. Ogni anno, l’azienda investe oltre il 10% del fatturato in Ricerca e Sviluppo, di cui un 10% su tecnologie d’avanguardia. Soltanto nel 2012 Huawei ha investito più di 4,8 miliardi di dollari in attività di ricerca e sviluppo e ha potuto vantare complessivamente più di 30.240 brevetti approvati. “L’Europa ha una lunga storia di innovazione scientifica, basti pensare che quasi tutti i moderni sistemi scientifici sono nati qui. L’Europa è anche la patria dei migliori talenti, dei migliori sistemi educativi e istituti di ricerca scientifica. Ciò che per Huawei risulta maggiormente interessante è l’esistenza, nel continente europeo, di un ambiente di ricerca scientifica e di un sistema di mercato aperti. L’iniziativa della Commissione Europea “Horizon 2020” promuove la ricerca scientifica attraverso politiche di governo, accoglie apertamente competenze da ogni parte del mondo e promuove la cooperazione tra le diverse parti coinvolte. L’iniziativa è così diventata un punto di riferimento a livello mondiale e Huawei intende fornire un contributo alle capacità innovative provenienti dall’Europa partecipandovi”, ha dichiarato Chen.

Huawei collabora attivamente con le imprese e le organizzazioni europee per lo sviluppo delle principali innovazioni e successivamente lancia questi prodotti per il loro primo utilizzo commerciale nel mercato europeo. Ad esempio, utilizzando le sue soluzioni di standard LTE SingleRAN, Huawei ha realizzato la prima rete LTE commerciale al mondo per TeliaSonera nel 2009 e ha sviluppato per Vodafone la prima rete commerciale LTE DD800 nel 2011. Huawei ha inoltre creato numerosi centri di Ricerca e Sviluppo in Europa , dando lavoro a 800 ingegneri. Quest’anno Huawei ha aperto due nuovi centri di Ricerca e Sviluppo in Finlandia e in Irlanda e prevede di raddoppiare lo staff impegnato nelle attività di innovazione in Europa nell’arco dei prossimi tre anni.

“All’interno del quadro globale dei diritti di proprietà intellettuale, Huawei collabora attivamente con altre imprese. Ci opponiamo ai monopoli sulla proprietà intellettuale poiché ostacolano la concorrenza tra imprese, frenando la continua innovazione dell’industria a discapito dei consumatori”.

“Abbiamo urgente bisogno di rafforzare la collaborazione e la protezione dei diritti di proprietà intellettuale, compresi i meccanismi di utilizzo a pagamento, per ridurre le controversie e promuovere l’innovazione e il progresso tecnologico. Per fare ciò, le imprese, gli istituti di ricerca, le istituzioni accademiche, gli enti regolatori a livello governativo e altri enti coinvolti dovrebbero cooperare e sviluppare un dialogo aperto e un sistema di standard di settore unificato, fornendo così una piattaforma globale per l’innovazione. Huawei sfrutterà la sua presenza globale e la sua esperienza per promuovere la cooperazione innovativa tra i paesi e in tutto il mondo”.

Ansia da lavoro: notti insonni per un italiano su quattro

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In questo periodo di grandi difficoltà per il mondo del lavoro, dove sono sempre più le persone che non hanno o non riescono a trovare un’occupazione, si scopre che chi ce l’ha è costretto a sacrificare il tempo personale per questioni legate al lavoro. Lo rileva il sondaggio commissionato a una società indipendente da Regus, il leader mondiale di soluzioni flessibili per ufficio, che ha fotografato la difficile situazione di migliaia di italiani, costretti a rinunciare alla vita privata per rispettare gli impegni presi. Dai risultati ottenuti si evince che più di un quarto dei lavoratori (il 26%) è costretto a svegliarsi prima del previsto o a restare sveglio fino a tardi per far fronte agli impegni.

Di contro soltanto il 24% delle aziende premia i dirigenti che promuovono la creazione di forza lavoro flessibile promuovendo, tra le altre cose, la riduzione del pendolarismo. Proprio una maggiore flessibilità offrirebbe benefici anche alle aziende, con positive ripercussioni sul miglioramento della produttività per il 69% degli intervistati, oltre che per la fidelizzazione del personale (80%). I lavoratori italiani hanno segnalato che tempi di spostamento più brevi (21%) e una sede più flessibile (17%) consentirebbero di avere più tempo a disposizione da trascorrere in famiglia e per recuperare ore di riposo. Questi dati sono emersi da un sondaggio globale condotto da Regus, il maggiore fornitore al mondo di soluzioni flessibili per ufficio, che ha coinvolto più di 24.000 professionisti di oltre 90 paesi.

“La mancanza di riposo è chiaramente negativa per la salute e il benessere del lavoratore e orari di lavoro prolungati possono comportare disturbi cardiaci” afferma Mauro Mordini, Direttore Generale di Regus in Italia. “Gli intervistati hanno evidenziato che tempi di spostamento più brevi e una maggiore flessibilità della sede lavorativa consentirebbero loro di trascorrere più tempo con la famiglia e porre fine a notti insonni trascorse a recuperare arretrati sul lavoro o su attività.

A livello mondiale, il 29% dei lavoratori dorme meno di quanto vorrebbe per riuscire a portare a termine i propri impegni; in Italia, il 26% dei lavoratori sacrifica ore di riposo per rispettare impegni lavorativi e personali, mentre un lavoratore su dieci (9%) sente di dover compensare con ore di lavoro aggiuntive il tempo eventualmente impiegato per attività personali sul posto di lavoro. I lavoratori hanno segnalato che tempi di spostamento più brevi (21%) e flessibilità della sede lavorativa (17%) possono rivelarsi utili per trascorrere più tempo in famiglia. Anche le aziende possono trarre vantaggio da tali aspetti, poiché la flessibilità lavorativa ottimizza la produttività (69%) e favorisce la fidelizzazione del personale (80%). Attualmente solo un quarto (24%) delle aziende italiane premia la dirigenza che promuove un ambiente lavorativo flessibile: un dato nettamente inferiore al 52% che rappresenta la media dello studio.

Il portavoce Regus prosegue: “Questo sondaggio mostra che offrire al personale sedi più vicine a casa e ambienti professionali e completamente efficienti può incidere positivamente sulla vita familiare e consentire loro di concedersi ore di riposo in più. Tuttavia, i vantaggi non si limitano soltanto ai lavoratori: anche le aziende possono infatti ottimizzare la produttività e la fidelizzazione del personale promuovendo la flessibilità lavorativa. Ciò malgrado, a dispetto dei numerosi vantaggi che il lavoro flessibile apporta ad aziende e lavoratori, c’è ancora molta strada da fare, poiché i tre quarti delle imprese italiane non promuovono né premiano i manager che incoraggiano la creazione di una forza lavoro flessibile.”

Mind the Seed chiude il primo accelerator batch: ecco 6 le startup finanziate

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Un periodo di 10 settimane di accelerazione a San Francisco all’interno del GYM di Mind the Bridge e un primo investimento diretto per Atooma, Bad Seed Entertainment, in3DGallery, Map2App, Myze e Weendy.

Queste le 6 startup scelte per accedere al Winter batch 2013, programma di accelerazione di Mind the Bridge con investimenti del fondo Mind the Seed (il secondo gruppo – summer – partirà ad agosto). Una rosa di talenti provenienti da Italia, Israele, Grecia, Spagna e Stati Uniti a conferma dell’apertura internazionale verso il Mediterraneo che rappresenta la novità 2013 per la fondazione Mind the Bridge.

Il lavoro di scouting che abbiamo svolto negli ultimi mesi, con particolare interesse al sud Europa, ha portato i suoi frutti – commenta Marco Marinucci, founder di Mind the Bridge – Le startup che abbiamo invitato, e sulle quali MTS ha effettuato un primo investimento seed, sono outsider con tutte le carte in regola per crescere in grande. Il modello ‘testa e mercato in Silicon Valley’ ma sviluppo nel paese d’origine è quanto mai vincente in questi momenti di esuberanza di mercato hi-tech in Silicon Valley”.

Mind the Seed (MTS) è infatti un fondo di seed venture con base negli Stati Uniti che si propone di agire da primo investitore istituzionale per le migliori startup che passano attraverso la rete di scouting di Mind the Bridge. L’obiettivo è allinearsi al loro successo. Una novità importante quella introdotta a inizio anno dalla fondazione americana che, pur conservando l’orientamento non-profit delle proprie attività, trova in Mind the Seed una struttura di investimento professionale che possa supportare concretamente le startup nei loro primissimi passi verso la via del successo, generando allo stesso tempo un ritorno economico per gli investitori.

E se l’obiettivo finale è quello di lanciare imprese dall’ambizione internazionale, con centro in Silicon Valley e R&D in Europa, ecco che da quest’anno la fondazione apre anche a talenti dall’intera area mediterranea, ricca di competenze tecniche di alto livello ma a costi competitivi.

L’Italia resta la nostra area di elezione, la colonna portante del nostro ‘ponte’ – precisa Alberto Onetti, Chairman della fondazione – Ma abbiamo avuto richieste per replicare il modello di Mind the Bridge da tutta Europa. E siamo convinti che, oltre a dare una mano a sviluppare innovazione e imprenditorialità in altri paesi che, come il nostro, versano oggi in una situazione di difficoltà, l’apertura al Mediterraneo porti benefici anche alle nostre imprese che si ritroveranno a confrontarsi – al Gym di One Market Plaza (San Francisco) – in un ambiente cosmopolita, con evidenti vantaggi in termini di stimoli e possibilità di apprendimento”.

Ed ecco quindi le 6 startup appena finanziate da Mind the Seed che si preparano a presentarsi a un panel di investitori in occasione del demo-day del 14 marzo, organizzato al MtB Gym:

1. Atooma è una app che rende gli smartphone davvero “smart” ovvero capaci di seguire i comportamenti dell’utente in maniera intelligente. Con Atooma infatti il telefonino può automaticamente leggere le mail con comandi vocali quando si è alla guida o attivare la modalità silenziosa quando si arriva sul posto di lavoro. Inoltre con Atooma si possono creare mini-app in pochi secondi senza alcuna conoscenza tecnica: gli utenti della community possono condividere le Atooma create, scaricare quelle degli altri utenti e attivarle in un solo click. www.atooma.com

2. Bad Seed Entertainment dà vita a console di qualità per videogame con elementi unici di gameplay, per cellulari e applicazioni su piattaforme iOS e Android. Nata per regalare ai giocatori la miglior esperienza di gioco possibile, Bad Seed ha recentemente lanciato Sheep Up!, gioco per iPhone e iPad che sfida l’utente a guidare un gregge di pecore dal fondo di una scatola di vecchi giocattoli fino alla sommità della scatola e alla libertà. www.badseedenteirtainment.com

3. in3Dgallery è un innovativo tool di presentazione 3D, basato su tecnologia web3D in real time che migliora l’esperienza di visualizzazione delle immagini attraverso una app web, facebook e mobile. Strumento ideale per professionisti, fotografi, imprese, musei e qualsiasi altro utente voglia condividere il proprio portfolio invitando ospiti da ogni parte del mondo. www.in3dgallery.com

4. Map2App è una piattaforma web che consente a chiunque di creare guide territoriali per iPhone e Android e distribuirle tramite Apple Store e Google Play. Utile per aziende, enti e autori indipendenti desiderino trasformare in modo semplice, veloce ed economico contenuti in loro possesso relativi a un territorio o a un evento in una app multi-piattaforma. www.map2app.com

5. Wallie è una applicazione per cellulare e web che aiuta gli shopper online a risparmiare denaro, scegliendo la giusta carta di credito. A seconda delle promozioni, degli sconti e delle offerte disponibili. Questo permette ciascun utente di diventare uno “smart shopper”, ovvero un acquirente intelligente. www.wallieinc.com

6. Weendy è una app che permette di trovare e condividere le migliori condizioni di vento, onde e neve con i propri amici e con tutte le persone che nutrono il medesimo interesse. Compagno ideale per sport di vento, consente di “catturare” la condizione atmosferica e di postare in piattaforma un commento che viene notificato all’istante ai propri contatti su Twitter, Facebook o Foursquare. www.weendy.com

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