7 notizie per 7 giorni: nuovo appuntamento con la rubrica hi-tech di iPhoneItalia 13/11

Chi possiede un iPhone è, nella maggior parte dei casi, anche un appassionato di tecnologia, come lo siamo noi di iPhoneItalia. Proprio per questo abbiamo deciso di creare una nuova rubrica, denominata “7 notizie per 7 giorni”, nella quale verranno riassunte le 7 notizie di tecnologia più interessanti e curiose della settimana, ma non riguardanti propriamente il mondo iPhone. Un modo per discutere insieme di tecnologia e non far mancare nulla ai nostri lettori! Eccoci arrivati ad un nuovo appuntamento.


La crisi non spaventa l’e-commerce: +20% nel 2011

Nel 2011 aumenta il tasso di penetrazione dell’eCommerce B2c sul totale vendite retail che supera la quota del 2%. Aumentano sia i shopper compratori online – circa 9 milioni, quasi 1 ogni 3 utenti Internet, in crescita del 7% – sia la spesa annua per acquirente che passa dai 960 euro del 2010 ai 1050 euro del 2011 (+9%). In leggero calo (-6% circa) lo scontrino medio che resta comunque sopra i 210 euro. Ottimo l’export per l’Abbigliamento e il Turismo. Triplica (+210% rispetto al 2010) il valore del mobile Commerce che supera gli 80 milioni di euro, pari all’1% delle vendite online. Questa la fotografia tracciata dall’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano giunto alla decima edizione. Si confermano le ottime previsioni di metà anno per il mercato italiano dell’eCommerce B2c, formulate dall’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – Politecnico di Milano, giunto alla sua decima edizione. La Ricerca ha misurato il valore delle vendite, intese come valore complessivo dei beni transati, analizzando i fatturati dei principali operatori italiani, sentiti tramite interviste dirette, i fatturati degli operatori minori, raccolti sulla base di survey. Secondo i dati presentati oggi a Milano, il 2011 ha fatto registrare una nuova accelerazione dell’eCommerce italiano che supera quota 8 miliardi di Euro, in crescita del 20% rispetto al 2010. Crescono infatti le vendite sia di prodotti che di servizi, le prime (24%) a un ritmo superiore rispetto alle seconde (18%), nonostante i servizi pesino ancora per i due terzi del settore (5.383 miliardi di Euro contro 2.758). In un clima di crescita collettiva, aumenta e si arricchisce l’offerta sia in termini di prezzo che di gamma. Triplica (+210%) il valore del mobile Commerce, superando nel 2011circa quota 80 milioni di euro, pari all’1% delle vendite online.

Oggi più che mai, in un contesto di crisi globale che investe anche il nostro Paese, l’eCommerce non è più un’opportunità, ma diventa un’esigenza inderogabile per le imprese italiane che vogliano seriamente competere sui mercati internazionali – ha dichiarato Roberto Liscia, Presidente di Netcomm – Consorzio del Commercio Elettronico Italiano – La creatività, il genio e l’unicità italiana possono trovare in questo canale un alleato irrinunciabile e le imprese se ne stanno accorgendo. Dal monitoraggio mensile dell’indice di soddisfazione dell’eCommerce italiano che conduciamo con Human Highway, risulta che ad ottobre i compratori online sono stati 9,2 milioni e che circa l’87% di questi ha dato valutazione superiore a 7, in una scala da 1 a 10, a questo canale che si conferma quello con il maggiore indice di soddisfazione rispetto a tutti gli altri.”

Due gli elementi alla base dell’aumento delle vendite eCommerce B2c nel nostro Paese. Il primo consiste nei progressi “strutturali” del canale e degli operatori già presenti, il secondo è riconducibile ai nuovi fenomeni che stanno caratterizzando il 2011.

Di questi i più significativi sono il boom dei siti che vendono coupon, Groupon in primis ma anche Glamoo, Groupalia, LetsBonus, Jumpin, Poinx, Prezzo Felice e l’ingresso di nuovi player, Amazon su tutti, ma anche altri della grande distribuzione. – ha commentato Alessandro Perego, Responsabile Scientifico Osservatorio B2c Netcomm-Politecnico di Milano – I nuovi fenomeni sono decisivi nell’accelerazione della crescita dell’eCommerce, sia per il valore assoluto con cui contribuiscono all’aumento del transato (400 milioni di euro circa, pari a quasi un terzo della crescita complessiva) sia per la capacità di portare online nuovi compratori”.

Nonostante la differenza in valore assoluto con gli altri mercati europei sia ancora rilevante – il mercato italiano è un sesto di quello inglese (oltre 51 Miliardi di euro), un quarto di quello tedesco (34 miliardi) e meno della metà di quello francese (20 miliardi) – l’eCommerce italiano rivela un buono stato di salute e cresce a ritmi quasi doppi rispetto a UK (+10%), Francia (+12%), Germania (+10%) e USA (+11%). Benché ancora ampiamente negativo, migliora il saldo della bilancia commerciale (Export – Import) dell’eCommerce italiano riducendosi, in valore assoluto, di circa 100 milioni di euro. L’Export cresce del 32% passando da poco più di 1 miliardo di euro del 2010 a quasi 1,4 nel 2011 e guadagna sull’Import che passa dai 2,2 miliardi del 2010 ai 2,5 miliardi del 2011, con un aumento “solo” del 12%. A incidere su questo risultato i buoni risultati degli “esportatori” nel Turismo (Alitalia, Trenitalia e Venere) e l’ottima crescita registrata dall’Abbigliamento, settore che, grazie alla spiccata propensione all’Export, realizza oltre il 50% del proprio transato oltre confine. Gli acquisti dei clienti italiani su siti stranieri sono in larghissima parte costituiti dalla Biglietteria aerea (Easyjet, Ryanair, ecc.), dalla prenotazione di hotel, e infine, da prodotti di Informatica ed elettronica di consumo (eBay.com e Pixmania.com).  Crescono bene tutti i comparti merceologici e anche nel 2011 il settore con crescita maggiore è per l’appunto l’Abbigliamento (+38%), grazie alle ottime performance di yoox.com e dei club online (come ad esempio BuyVIP, Privalia, Saldiprivati.com). Il settore Editoria, musica e audiovisivi cresce a ritmi simili con un incremento del 35% annuo, riconducibile sia all’ingresso di Amazon sia alla crescita dei principali merchant già operanti nel settore (Bol, IBS.it, laFeltrinelli). Il comparto Informatica ed elettronica di consumo fa registrare un tasso di crescita del 22%, doppio rispetto al 2010, frutto anche in questo caso dell’effetto Amazon e degli ottimi risultati dei grandi retailer attivi nel settore (Darty, ePrice, Euronics, Marco Polo Shop, Media World, Monclick, Mr.Price). Il Grocery, con un tasso di crescita del 17%, viene trainato anche nel 2011 dai buoni risultati di Esselunga. I servizi sono spinti nel 2011 dalle vendite di Coupon e dalle Assicurazioni (+22%) grazie alle ottime performance dei leader di mercato (Directline, Genertel, Genialloyd, Linear). Il Turismo cresce del 13%, frutto dei risultati particolarmente positivi di alcuni operatori (Alitalia, Lufthansa, Trenitalia, Venere, Voyage Privé) e di prestazioni meno brillanti di altri (come alcuni operatori della biglietteria aerea e navale). Le Ricariche telefoniche rimangono stabili, mentre il Ticketing (biglietteria per eventi) cresce di pochi punti percentuale.

Nonostante qualche variazione marginale, in termini di valore prodotto i servizi pesano ancora per i due terzi dell’eCommerce B2c in Italia. Il Turismo, da solo, vale quasi metà delle vendite (49%), seguito da Informatica ed elettronica di consumo e Abbigliamento (10%), Assicurazioni (9%), Editoria musica ed audiovisivi (3%) e Grocery (1%). Il restante 18% è costituito da tutti gli altri comparti, tra cui spiccano per importanza le Ricariche telefoniche e il Couponing (con quasi il 4% delle vendite online ciascuno), seguite dal c2c di eBay.it e, infine, dal Ticketing per eventi (pari all’1,5% dell’eCommerce B2c).  Aumenta il tasso di penetrazione – rapporto tra il valore dei consumi online e il valore totale delle vendite Retail – dell’eCommerce B2C, passando dall’1,9% del 2010 al 2,2% del 2011, che si deve però confrontare con con l’11% di UK, il 7% della Germania e il 5% della Francia. Contribuiscono al raggiungimento di questo risultato sia le ottime crescite fatte registrare dal canale online sia i risultati poco incoraggianti rilevati sull’offline in un momento congiunturale non favorevole. Il tasso di penetrazione è molto più elevato per i servizi (8%) che per i prodotti (1%) e fa registrare valori molto diversi da settore a settore. L’online ha un peso percentuale molto rilevante nel Turismo (quasi il 13%), discreto in Editoria, musica e audiovisivi (con oltre il 6%) e Informatica ed elettronica di consumo (5%), bassa in Abbigliamento e Grocery (meno dell’1% e 0,1% rispettivamente) trascurabili in Arredamento e Fai da te. In collaborazione con l’Osservatorio Acquisti CartaSi, è stata effettuata un’analisi sugli acquirenti online. I Web shopper italiani, in crescita del 7% circa nel 2011, sfiorano quota 9 milioni di unità e rappresentano quasi un terzo circa degli utenti Internet. Il 60% degli acquisti viene generato dai Web shopper residenti al Nord Italia, il 25 % da quelli residenti al Centro e il 15% al Sud. La spesa annua online per acquirente passa dai 960 euro del 2010 ai 1050 euro del 2011 (+9% circa) a testimonianza di come gli acquisti online stiano diventando sempre più una consuetudine tra chi li sperimenta. In generale, acquistano per il 40% da siti di eCommerce italiani, per il 14% da siti di filiali italiane di multinazionali, per il 19% da multinazionali senza base societaria in Italia, ma comunque con un team dedicato al nostro mercato e, infine, per il 27% da siti di imprese straniere “globali”.

E se lo scontrino medio vale 211 euro, con una riduzione del 6% circa rispetto al 2010, aumenta invece il numero delle transazioni effettuate. Entro fine 2011 verranno evasi 32 milioni di ordini, il 26% in più rispetto al 2010. La percentuale a valore delle vendite chiuse tramite pagamento con Carta di credito e PayPal continua a crescere, passando rispettivamente dal 71% del 2010 al 72% del 2011 e dal 13% al 15% per un peso totale dell’87% del valore delle vendite eCommerce B2c.

Il valore del mobile Commerce – inteso come il valore delle vendite al consumatore finale da parte di merchant con operatività in Italia, mediante mobile site o Application per smartphone – passa da 26 milioni a 81 milioni di euro, con una crescita del 210% rispetto allo scorso anno, pari all’1% delle vendite online.

“Nel 90% dei casi si tratta di situazioni di acquisto dove è importante cogliere al volo un’occasione, sfruttando la propria presenza online in quel preciso istante (ad esempio aste e vendite a tempo). Per le altre vendite, in cui è il cliente a decidere il momento dell’acquisto, l’utilizzo del mobile sembra ancora penalizzato per un’oggettiva “inferiorità” del device rispetto al pc. – conclude Riccardo Mangiaracina, Responsabile della Ricerca Dell’Osservatorio B2C Netcomm-Politecnico di Milano – Riteniamo che la diffusione del mobile Commerce dipenderà dalla creazione di nuove occasioni in cui l’utilizzo dello smartphone porti dei chiari benefici per il cliente, come ad esempio la semplificazione del processo di acquisto (ricerca prodotti supportata da macchina fotografica integrata), la soddisfazione di un bisogno nato da un impulso (acquisto tramite smartphone al miglior prezzo di un prodotto identificato su punto vendita), l’integrazione con l’esperienza di acquisto in negozio (vendita di coupon in base alla posizione del cliente rilevata tramite gps integrato).”

Nonostante la diffusione di altri sistemi operativi (primo fra tutti Android), il mobile Commerce sembra anche nel 2011 un business supportato prevalentemente da iOS di Apple (e quindi iPhone), che pesa per l’80% sul valore totale delle vendite.

Business Intelligence: universo in continua evoluzione


Si è svolto presso il Politecnico di Milano il Convegno “Business Intelligence: universo in continua evoluzione” dell’Osservatorio Business Intelligence promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano (www.osservatori.net). “Si sta rapidamente affermando un nuovo ambiente competitivo sotto la spinta convergente di cinque forze principali:- ha dichiarato Carlo Vercellis, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Business Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano –la potenza metodologica degli advanced analytics per ricavare predizioni e svolgere ottimizzazioni; la diffusione dei social network con il loro enorme potenziale informativo; la crescita di collezioni di big data contenenti exabyte di dati, in prevalenza non strutturati; la disponibilità a basso costo di tecnologie cloud capaci, tra l’altro, di gestire big data su scala distribuita; la diffusione capillare di device mobili in grado di accedere ad applicazioni BI in remoto. Le imprese sono quindi chiamate a raccogliere questa sfida e a inventare nuovi modi di competere e di svolgere le proprie attività, ponendo al centro le relazioni con i clienti e lasciandosi guidare dall’analisi della ingente mole di informazioni. Il tradizionale concetto di warehouse aziendale isolato e autosufficiente risulta ormai obsoleto. Assistiamo all’integrazione di più sistemi informativi, destinati a trasformarsi in un data warehouse virtuale a supporto delle analisi di BI e degli advanced analytics: essi includono componenti di content e knowledge management, data warehouse e data mart tradizionali, architetture per la gestione di big data non strutturati.” Questi i risultati di sintesi della nuova Ricerca dell’Osservatorio Business Intelligence che, giunto alla quarta edizione, nel corso del 2011 ha svolto un’indagine basata su una solida base empirica costituita da più di 80 casi di studio approfonditi, che hanno permesso di identificare alcune best practice e le principali tendenze evolutive in atto. Attraverso i casi analizzati è stato possibile identificare le principali aree di applicazione dei sistemi di business intelligence nelle aziende dei settori investigati, valutando i benefici, le barriere allo sviluppo e l’impatto organizzativo sui processi e sulle risorse umane.

“Il vantaggio principale conseguito dai sistemi di BI riguarda la maggiore efficacia delle decisioni, seguito dalla rapidità di reazione. Tra i benefici di natura organizzativa, figurano la visione univoca delle informazioni e la maggiore condivisione della conoscenza. – ha dichiarato Carlotta Orsenigo, Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Business Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano –. Le barriere che ostacolano l’adozione di sistemi di BI sono prevalentemente di natura organizzativa e culturale. Da un lato, la mancanza di commitment dei C-level, la mancanza di visione strategica che concepisca i progetti di BI come attività che riguardano l’impresa nel suo complesso, la carenza di comunicazione e collaborazione. Dall’altro, le resistenze culturali al cambiamento e la carenza di skill adeguate per poter impiegare gli strumenti di BI e segnatamente gli advanced analytics, la capacità dei knowledge worker di ricercare informazioni e di tradurle in azioni efficaci.”

A dispetto della congiuntura sfavorevole, gli investimenti in sistemi di business intelligence nel corso del biennio 2009-2010 e del primo semestre 2011 sono cresciuti in modo significativo, con incrementi medi che superano il 7%. Anche per il futuro le prospettive di sviluppo si presentano favorevoli, con una previsione di crescita superiore all’8% per il prossimo triennio. Gli investimenti in sistemi di BI continuano a risultare superiori alla media degli investimenti complessivi in ICT. Le applicazioni di business intelligence rafforzano il proprio ruolo strategico e rappresentano una priorità per i CIO, per il contributo che offrono al miglioramento dei processi decisionali, all’ottimizzazione delle prestazioni, all’incremento dei ricavi, alla riduzione dei costi.

La Ricerca 2011 ha anche verificato e consolidato il maturity model elaborato dallo stesso Osservatorio nel 2008 e confermato nel corso del biennio 2009-2010, che permette di classificare le imprese rispetto al loro effettivo grado di utilizzo degli strumenti di business intelligence. Le imprese del campione della ricerca 2010 sono state collocate nei quattro quadranti del maturity model (BI basilare, BI integrata, BI mirata, BI strategica), al fine di operare un confronto tra i diversi settori analizzati.
L’impiego di advanced analytics, già apparso in progressivo aumento negli scorsi anni, continua ad affermarsi in quanto permette di supportare efficacemente i processi decisionali e di conseguire benefici in termini di vantaggio competitivo. Siamo tuttavia in presenza di un cambiamento di paradigma in quanto la necessità di svolgere analisi di big data, in larga parte costituiti da dati non strutturati estratti da social network, richiede nuove generazioni di algoritmi predittivi e di ottimizzazione robusti progettati per affrontare il volume, la varietà e la tempestività nell’analisi dei dati. Si tratta in molti casi di algoritmi di elaborazione in parallelo, che consentono di dividere automaticamente i carichi di lavoro su molteplici server per migliorare le prestazioni a fronte di collezioni di dati di enormi dimensioni.

La massiccia presenza sui social network – ormai frequentati da quasi un miliardo e mezzo di individui, a un tempo cittadini, clienti, lavoratori, lettori, influenzatori – rende evidente l’importanza crescente del web come canale di comunicazione e promozione dell’immagine delle imprese. L’analisi delle informazioni relative alle visite a siti, forum, blog, messaggi, email diviene critica per estrarre conoscenze indispensabili per guidare le azioni di marketing e vendita, per progettare lo sviluppo e il posizionamento di nuovi prodotti, per valutare la web reputation di prodotti e servizi.

Il termine “big data” si riferisce alle enormi moli di dati che vengono creati all’interno dei sistemi informativi aziendali, ad esempio mediante la raccolta di dati di processo real-time o di transazioni commerciali, l’estrazione di informazioni dai social network, la collezione di dati da dispositivi mobili. Si tratta nel complesso di dati che non è possibile caricare in un tipico database relazionale, per limiti tecnici o economici. I big data si estendono per dimensioni da petabyte a exabyte, e contengono dati eterogenei per origine, contenuto e rappresentazione, in prevalenza di natura testuale: transazioni commerciali, finanziarie e amministrative, percorsi di navigazione su web, email, messaggi su forum, blog, social networks, misurazioni di parametri di processi, contratti, fatture, documentazioni e reports, reclami, file multimediali, per limitarsi ad alcuni esempi. Si valuta che almeno l’85% delle informazioni oggi disponibili rientri nella categoria dei dati non strutturati.

Cloud. L’obiettivo dei modelli cloud è la distribuzione delle risorse hardware e software sulla rete, la possibilità di avere accesso a tali risorse da ogni luogo e in ogni momento, la sicurezza dei dati in termini di backup, la capacità di potenziare l’infrastruttura IT in modo dinamico e senza investimenti di ampia portata. Vi sono molteplici ragioni che favoriscono la collocazione di applicazioni di business intelligence in architetture di cloud computing. Tra queste, la riduzione dei costi di investimento e di manutenzione; la difficoltà di realizzare in-house potenti architetture di calcolo necessarie per utilizzare advanced analytics per l’elaborazione di grandi moli di dati; la possibilità di condividere dati e informazioni tra diverse organizzazioni.

Mobile BI. L’ampia diffusione di dispositivi tablet sul mercato ha dato origine allo sviluppo di nuovi strumenti di analisi che traggono vantaggio dalle capacità di calcolo e dalla qualità dei display dei device mobili, rendendo cosi possibile l’utilizzo di dashboard e report interattivi anche in mobilità. Il successo di applicativi di BI mobile può favorire anche il paradigma di self-service BI, consentendo agli utenti mobili di creare analisi personalizzate che possono essere di grande ausilio nel corso dei processi decisionali.

Event driven BI. Le applicazioni di business intelligence operativa e orientata agli eventi, real-time o near real-time, in crescente diffusione, consentono di agire in modo tempestivo mediante l’automazione delle decisioni operative. Risulta evidente come questi strumenti applicativi possono trarre vantaggio dagli advanced analytics sviluppati per l’elaborazione di big data e da tecnologie cloud che consentono l’accesso a infrastrutture hardware e software a costi proporzionali all’utilizzo e con espandibilità potenzialmente illimitata.

ASUS annuncia Eee Pad Transformer Prime, il primo tablet al mondo con processore quad-core NVIDIA Tegra 3

ASUS ha annunciato ufficialmente ASUS Eee Pad Transformer Prime, il primo tablet al mondo con processore quad-core NVIDIA® Tegra® 3. Frutto della stretta collaborazione con NVIDIA, che ha consentito all’Azienda di attestarsi in assoluta pole position nell’offerta del primo tablet quad-core al mondo, l’Eee Pad Transformer Prime è il Pad che integra una tastiera docking ASUS. Jerry Shen, CEO di ASUS, ha così introdotto l’annuncio: “La combinazione tra il Pad Eee Transformer Prime e Tegra 3 è il connubio perfetto per offrire un’esperienza tablet davvero senza compromessi. ASUS e NVIDIA insieme innalzano ad un livello superiore l’esperienza di mobile computing”. Facendo eco a queste dichiarazioni, Jen-Hsun Huang, Presidente e CEO di NVIDIA prosegue: “L’Eee Pad Transformer Prime è un device innovativo che delinea una specifica, nuova categoria di prodotto. Animato del processore Tegra 3, ci proietta in una nuova era del mobile computing, in cui le prestazioni quad-core e un’efficienza energetica di livello avanzato forniscono funzionalità sconosciute prima d’ora. Con il Transformer Prime, ASUS ha confermato ancora una volta la sua profonda capacità di innovare, guidando il mercato verso una nuova generazione di dispositivi”. L’appuntamento è fissato per il mese di dicembre, quando a Taipei verrà organizzato per il lancio mondiale un evento con una demo dal vivo del prodotto, durante la quale ASUS mostrerà in anteprima cosa è in grado di fare l’Eee Pad Transformer Prime in abbinamento al nuovo sistema operativo Android, nella versione Ice Cream Sandwich. Il Transformer Prime è sottile, vantando un profilo di appena 8,3 mm, ed anche estremamente leggero, l’unico tablet a pesare solo 586 grammi. La sua cover è in alluminio, una scelta stilistica che assicura resistenza e fascino insieme e, al tempo stesso, garantisce una presa sicura e confortevole, disponibile in due colori: Grigio Ametista e Oro Champagne. Primo tablet al mondo a montare il processore quad-core di nuova generazione Tegra 3 di NVIDIA. Grazie alla CPU a quattro core, alla GPU GeForce® assistita da ben 12 core ed alla tecnologia vSMP (Variable Symmetric Multiprocessing), garantisce agli utenti una più avanzata e migliore esperienza d’uso e la massima reattività nelle attività di multitasking, navigazione web, riproduzione di video HD e, non da ultimo, anche nei giochi. La webcam da 1,2 Megapixel integrata frontalmente nella cornice del display offre un indispensabile supporto per videochat e videoconferenze, la videocamera collocata sul retro dello chassis vanta un sensore da ben 8 Megapixel con messa a fuoco automatica e flash LED in grado di scattare foto brillanti e nitide grazie ad un’apertura F2.4, un sensore CMOS retroilluminato, una profondità di campo variabile con modalità touch-to-focus ed una efficace riduzione del rumore in condizioni di luce scarsa. In più, per la prima volta su un tablet, è possibile anche girare video Full HD alla risoluzione massima di 1080p. Disponibile nei modelli con disco da 32GB o 64GB, la dotazione del Transformer Prime include anche uno slot per schede micro SD, un jack audio combo da 3,5 mm e una porta micro HDMI per condividere agevolmente i contenuti del tablet su schermi esterni o TV HD. Vera nota originale e distintiva, caratterizzata anch’essa dal medesimo design raffinato ed innovativo, la tastiera docking del Transformer Prime dà un nuovo significato al termine versatilità: non solo mette a disposizione dell’utente una tastiera pratica e confortevole ed un touchpad di tipo multitouch, per assicurare il massimo comfort di scrittura e utilizzo, replicando l’esperienza d’uso di un tradizionale notebook, ma offre in aggiunta anche le funzioni di una vera e propria docking station, assicurando illimitate possibilità di archiviazione ed espansione, ad esempio per collegare più periferiche ed accessori USB o trasferire dati, foto e video tramite lo slot aggiuntivo per memory card di tipo “full size”. L’applicazione preinstallata SuperNote consente, invece, di prendere appunti e disegnare con eccezionale facilità ed immediatezza, mentre Polaris Office permette di essere sempre produttivi grazie alla possibilità di leggere e editare documenti nei formati Word, Excel e PowerPoint (versione compatibile con MS Office 97-2007). Prezzi e disponibilità per il mercato italiano verranno comunicati dopo il lancio ufficiale di Taipei.

Google TV, Logitech non ci crede e dice basta

Una delle poche aziende a credere nella Google TV era stata Logitech, ma ora anche questo partner sembra voler abbandonare il progetto. I risultati, infatti, tardano ad arrivare e le prospettive non sembrano essere migliori. Proprio per questi motivi, Logitech ha deciso di sospendere la produzione delle soluzioni Revue, i set-top-box dedicati alla TV di Google. Il CEO di Logitech Guerrino De Luca ha definito questo progetto un grosso fallimento, un errore importante le cui ricadute economiche per la società ammontano a circa 100 milioni di dollari. La Google TV, infatti, non ha mai catturato l’attenzione degli utenti e non ha mai avuto un grande successo. La resa di Logitech non è altro che una presa di fatto di una situazione non certo positiva.

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Il governo USA nega ogni contatto con gli alieni!

Rispondendo ad una importante petizione popolare, la Casa Bianca ha ufficialmente risposto che gli USA non hanno mai avuto contatto con gli alieni e al momento non ci sono prove sulla loro esistenza. A riferirlo è stato Phil Larson, uno dei responsabili governativi sulle politiche spaziali degli USA, che ha negato la credenza popolare secondo cui il governo americano sarebbe a conoscenza dell’esistenza degli alieni e che, addirittura, avrebbe avuto un contatto con essi. “Il governo americano non ha alcuna prova sull’esistenza di vite extraterrestri” ha detto Larson “né siamo mai stati in contatto con gli alieni. Non ci sono nemmeno prove credibili sul fatto che il governo abbiamo voluto nascondere informazioni al proprio popolo”

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Microsoft  realizza Bing per iOS e Android, ma non per Windows Phone

Con una mossa che può essere definita sorprendente e pragmatica, Microsoft ha deciso di portare il suo motore di ricerca Bing su Android e iOS, prima di farlo per Windows Phone. L’annuncio è arrivato nelle scorse settimane e l’app per Windows Phone sarà basata su HTML5 e non su Silverlight, nella speranza di rendere maggiore la compatibilità di Bing. Insomma, per il momento Miscrosoft preferisce concentrarsi prima su Android e iOS e poi su Windows Phone, magari per realizzare un’app decisamente migliore. Staremo a vedere.

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Commodore Extreme, gusto retro… ma tecnologico

Abbiamo imparato ad apprezzare nuovamente la Commodore dal suo grande ritorno nel 2010 ed ora, con grande gioia, la società ha annunciato il rilascio negli USA della terza variante dei suoi nuovi computer: la Estreme C64x. La nuova unità riprende la forma del classico computer anni ’80 che tutti abbiamo imparato ad apprezzare, ma al suo interno batte un cuore decisamente attuale: CPU Intel Core i7 quad-core 2.2GHz, 8GB di RAM DDR3, grafica integrata Intel HD, hard disk da 2 TB di spazio, due porte USB 3.0 e tre porte USB 2.0, connessione SATA, connessione HDMI e porte VGA e DVI. Abbiamo anche le connessioni Bluetooth e WiFi, oltre alla porta Ethernet e a un lettore DVD-RW. Il sistema operativo è il Linux Mint 11, ma presto saranno commercializzate le varianti con Windows 7. Insomma, un PC retro e tecnologico, per tutti gli amanti del Commodore 64. Il prezzo? Circa 1.500$.

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