Questa foto, praticamente, dice tutto. “Riservato”, un posto mai occupato, messo lì, nell’angolo. La sala era gremita, e un unico posto era libero. Quello di Steve Jobs.
Questo piccolo segno riassume quello che è Apple come azienda e come gruppo di persone. Chi ha visto il video del keynote ha criticato Tim Cook e Phil Schiller di non essere statii carismatici, sembravano sotto tono, non avevano quella “scintilla” capace di emozionare la platea. “E’ vero, nessuno potrà mai sostituire il carisma di Steve Jobs”, si commentava subito dopo l’evento, “ma almeno un po’ di entusiasmo..”.
Ed invece ora, a meno di 48 ore dall’evento, tutto è più chiaro. I dirigenti Apple sapevano che Steve fosse in fin di vita, sapevano che la bruttissima notizia sarebbe potuta arrivare da un momento all’altro.
Ed ecco, quindi, perché l’evento è apparso “sotto tono”. E al diavolo le critiche, al diavolo la concorrenza. Quando viene a mancare la persona che ha creato Apple e ha cambiato il mondo, poco altro ha importanza.
Quel posto “riservato” è l’emblema dello spirito Apple: Steve Jobs è e rimarrà per sempre nelle menti di tutti coloro che lavorano in Apple, il suo DNA fa parte di Apple e la sua eredità è stata quella di dare alla società tutti gli strumenti adatti per andare avanti per altri 100 anni.
E anche allora, ci sarà posto riservato per Steve.
Curiosità