Alvuni giorni fa vi abbiamo parlato del libro, portato su iPhone e iPad, “Low-Cost! Il tempo della vacanza” scritto dalla giovane Milena Talento. Il progetto ha suscitato molto interesse e il riscontro di critica è pubblico è stato ottimo. In questa intervista l’autrice ci spiega il suo rapporto con la tecnologia e quali sono i progetti per il futuro.

Ciao Milena, come prima cosa vuoi spiegarci com’è il tuo rapporto con la tecnologia?
Ciao! Direi piuttosto positivo. Sin da bambina ho avuto molta dimestichezza con il computer e l’mp3; poi, da adolescente, ho iniziato a scoprire le enormi potenzialità di molti strumenti tecnologici.
Cosa pensi di Apple? Possiedi qualche dispositivo della Mela?
Credo che Apple abbia completamente rivoluzionato le nostre vite. Apple ha cambiato il nostro modo di comprare la musica oltre che di ascoltarla, ha cambiato la concezione tradizionale del cellulare: oggi il cellulare non serve soltanto a ricevere o ad effettuare telefonate. Un iPhone è molto di questo… è una carta di credito gigante che permette a chiunque di avere il mondo a portata di mano. La gente ha colto benissimo questa evoluzione, ecco perché chi sceglie una volta un iPhone non torna più indietro. Personalmente possiedo un iPhone 4, prima avevo il 3gs e anche il mio strumento di lavoro (il mio portatile) è rigorosamente Apple. La mela oramai è un’icona irrinunciabile, è il tratto distintivo di chi vuole apparire al top… ad una conferenza, in una riunione aziendale o semplicemente, in aereo, treno o in spiaggia.
3. Sei una giovane laureata del Sud con un sogno nel cassetto, quale?
Il mio sogno nel cassetto era fare ricerca all’università. Più che di un sogno si tratta di una vocazione. Ho sempre amato molto studiare al di là dei voti a scuola o dei crediti universitari. Per me studiare è un po’ come mangiare, indispensabile. Purtroppo, dopo anni trascorsi all’università prima da studente, poi da assistente, sono rimasta vittima di quel sistema a tutti tristemente noto, e cioè quello di parentopoli e delle raccomandazioni. Io ho sempre pensato che il mio impegno avrebbe vinto su qualsiasi sistema. Ma mi sbagliavo: il sistema ti elimina sempre e comunque. L’unica cosa che mi fa rabbia è molte persone in questo paese non si rendono conto che un cervello buttato fuori dall’università è un’opportunità mancata di crescita economica, sociale, civile per tutti quelli che verranno. La ricerca, in tutti i campi, è fondamentale: non solo quella medica… anche quella umanistica. La storia del nostro paese è una storia gloriosa perché gli italiani sono stati i migliori artisti, intellettuali, scrittori e pensatori del mondo. Quando uno di noi va all’estero viene accolto come un professionista, da noi purtroppo non sei nessuno se non ti manda qualcun altro. Ad ogni modo non mi piace piangermi addosso e odio le persone che lo fanno, quindi dopo la batosta mi sono data subito da fare.
Quando hai deciso di “digitalizzare” il tuo libro “Low-cost”?
Quando ho conosciuto, attraverso Facebook, Italo De Gregori e cioè l’amministratore di ‘Rei Edizioni’. Lui cercava giovani autori capaci di scrivere e io, che a scrivere me la cavo abbastanza bene, ho deciso di cimentarmi in questa piccola impresa.
Cosa ne pensi degli ebook? I libri di carta sono destinati al tramonto?
Io vengo da anni trascorsi nei meandri delle biblioteche e, sinceramente, penso che le persone che amano leggere, che hanno il gusto del libro, continueranno sempre a privilegiare il formato cartaceo a quello digitale. Per uno studioso – ma anche per un lettore abituale – sentire il profumo di un libro, vedere ingiallire le sue pagine rappresenta la sua stessa essenza. Certamente la versione virtuale, ontologicamente, produce dei vantaggi che un’edizione cartacea spesso non è in grado di realizzare. Ad esempio, un ebook è in grado di arrivare ad un pubblico molto vasto in pochissimo tempo. Una pubblicazione cartacea, invece, esige delle presentazioni per essere diffusa; ha bisogno di pubblicità e questo alcune volte produce una conseguenza molto spiacevole. Spesso, cioè, capita di comprare dei libri completamente inutili solo perché sono molto pubblicizzati. La quantità dei soldi che un autore ha a disposizione per pubblicizzare il suo testo determina una certa percentuale di vendite. Bisogna stare attenti: la quantità non corrisponde sempre alla qualità del libro.
Quali altri libri hai scritto? Li porterai su App Store?
Ho scritto dei saggi per alcuni convegni accademici. Si tratta di testi sperimentali in cui ho tentato di creare un connubio tra la filosofia e le neuroscienze. La comunità scientifica li ha accolti con molto favore, poi però mi ha fatta fuori! I misteri della vita… ad ogni modo non credo di portarli su Apple Store… temo non li leggerebbe nessuno. I testi scientifici vengono scritti con l’intento specifico di non arrivare alla gente; restano chiusi all’interno di una piccola nicchia di ricercatori e spesso il giro più lungo che fanno è quello di un dipartimento di ricerca. Questa è un’altra delle tante anomalie del sistema accademico.
“Low Cost” parla di quattro giovani squattrinati che vogliono organizzare una vacanza economica. Come mai questa scelta?
Volevo scrivere un testo leggero, proprio perché in genere ne ho scritti di pesanti. Comunque non è stata una scelta, volevo scrivere un racconto ed ero davanti alla classica pagina bianca di Word… dopo qualche ora ha preso forma questa storia, completamente dal nulla. La parte finale del testo, invece, è quella più ragionata, più ‘filosofica’. Low Cost è un racconto attraverso il quale ho tentato di rendere divertente, tramite l’uso di molte situazioni paradossali, un tema molto affascinante: il tempo. Il dialogo finale, che vede coinvolti il protagonista del racconto (di cui non si conosce mai il nome dall’inizio alla fine) e il guardiano-nano del museo di Time City, è in realtà la discussione sul tempo che occupa l’intera produzione intellettuale di un grande filosofo francese che si chiama Henry Bergson. Io ho cercato di riassumere il suo pensiero in poco più di una cartella word e l’ho fatto immaginando di doverlo spiegare a chi non ha mai sentito parlare di filosofia. Spero il mio risultato sia apprezzabile.
Come è stato lavorare con sviluppatori iOS?
Non ho lavorato direttamente con gli sviluppatori. L’unica cosa che posso garantire è che Italo De Gregori ha svolto un lavoro eccellente e ha fatto in modo che questo racconto, nel giro di pochi giorni, arrivasse in ogni ancolo del web. Gli amici della Meleto sono stati altrettanto fantastici e molto professionali.
Progetti per il futuro?
Ho iniziato a scrivere un nuovo e-book perché ora ho iniziato a capire come funziona questo mondo: sarà un libro testimonianza e sarà scritto sempre in uno stile comico personale che alla fine è quello che rispecchia di più la mia personalità. Racconterò la mia storia per lasciare una testimonianza, per aiutare chi verrà dopo di me a sopravvivere nel sistema ma soprattutto per dire a tutti che bisogna credere fino in fondo nelle proprie passioni. Non lo scriverò, quindi, per una mania di protagonismo ma semplicemente perché voglio che non ci siano mai più ragazzi come Norman Zarcone in questo paese. Questo, al momento, è il mio sogno più grande.
Grazie Milena!
Grazie a voi. Ciao a tutti gli amici di iPhoneItalia