Intervista con gli sviluppatori della goWare

Dopo il rilascio della nuova versione di “Rimedi della Nonna”, gli sviluppatori della goWare hanno accettato di rispondere ad alcune domande sulla nuova app e sul rapporto con Apple. Vi lasciamo a questa interessante intervista.

1. Nell’ultimo periodo sembra che i tempi di approvazione su AppStore siano diminuiti, è vero?

Certo! Questo servizio è migliorato tantissimo dall’inizio dell’anno. Adesso i giorni di approvazione si contano sulle dita di una mano. La Apple ha fatto un bello sforzo in questo senso. Il tempo di attesa rimane per lo sviluppatore un tempo morto di cui bisogna tener conto nelle strategie; tuttavia comprendiamo che è necessario per garantire la qualità delle applicazioni nello store.

2. Come funziona il rapporto diretto tra uno sviluppatore ed Apple?

Il 98% per cento avviene attraverso il portale che è molto ben organizzato e permette di espletare tutte le procedure necessarie. Apple cura molto il rapporto con lo sviluppatore ed è un piacere lavorare in questo modo. Anche qui però c’è da migliorare e crediamo che i ragazzi di Cupertino siano consapevoli di ciò. Ti spiego meglio: quando arriva un problema che non è risolvibile attraverso il portale, sono dolori. E questo può succedere per tante ragioni perché Apple è, per noi, non solo il partner tecnologico ma anche il negozio dove mettiamo la nostra merce e il soggetto che ha in mano il nostro business. E come sai il commercio è conversazione. Non è facile parlare con qualcuno di Apple e avere un feedback rapido su una questione che non è chiara o che non rientra nelle prassi consolidate. O semplicemente avere un consiglio su come fare al meglio un’operazione. Insomma occorre che Apple riesca a mettere su una struttura di persone che aiuti in tempi decenti e con autorevolezza (merce che è introvabile nei call-center) gli sviluppatori che costituiscono la risorsa numero uno del successo della Mela.

3. Parliamo di Rimedi della Nonna. Ora è uscita la versione plus e molti utenti lamentano il fatto che sono stati obbligati a riacquistare l’app che già avevano scaricato. Volete chiarire la situazione?

Quello che è successo con i Rimedi della Nonna ed easyPercent è paradigmatico di quanto dicevamo sopra. Quando un anno e mezzo fa è partito il progetto goWare ancora non esisteva la società e, allora, alcuni soggetti, parte del progetto, si sono registrati al programma iPhone Developer Program come sviluppatori individuali con account provvisori per poter pubblicare le prime applicazioni e testare il mercato. Le prime due app, “i rimedi” appunto e “easyPercent”, hanno avuto un riscontro incredibile che ci ha spinto a fare sul serio. Nel novembre dello scorso anno sì è costituita goWare come società incubata nel polo tecnologico di Navacchio e come tale abbiamo chiesto un account sviluppatore per goWare Srl. E qui si arriva a un’altra criticità che credo Apple stia risolvendo una volta per tutte. Abbiamo dovuto attendere fino a metà marzo 2010 per avere l’ok da Apple. Un bel po’, ti pare? A questo punto si è presentata la necessità oggettiva di trasferire tutte le applicazioni dagli account provvisori in scadenza al nuovo ufficiale di goWare. Operazione, però, non consentita dalle attuali procedure dell’AppStore. Le app potevano essere pubblicate con un diverso ID e non trasferite. Per evitare la loro scomparsa ci siamo rassegnati, nostro malgrado, a questa operazione che penalizzava, per gli aggiornamenti, coloro che le avevano già acquistate con il vecchio ID. Non avevamo alternative. Adesso abbiamo deciso di supportare anche questa clientela con forme che stiamo studiando. Per dire che un’operazione tanto semplice quanto fisiologica allo sviluppo del business come quella di trasferire la registrazione di un app da un account a un altro con le parti consenzienti, non è possibile secondo le procedure standardizzate del portale. Qui c’è da lavorare…

4. Pensate che Apple verrà mai incontro a queste richieste ed esigenze degli sviluppatori?

Sicuramente. Siamo fiduciosi nella volontà e nella capacità di Apple di rendere felici i propri sviluppatori che costituiscono una ricchezza incredibile e sono oggetto di continue lusinghe dalla concorrenza. Bisogna pensare che gli sviluppatori, meglio sarebbe chiamarli editori, non hanno solo esigenze tecnologiche, ma anche e forse, in maggior misura, commerciali e di marketing. Lavoriamo con Apple da oltre 20 anni e abbiamo visto un’evoluzione importantissima da una visione molto ingessata nella propria cultura di assoluta eccellenza, verso una visione aperta al mondo esterno e pronta alle contaminazioni. Apple ascolta moltissimo anche se non ama darlo a intendere. Il problema, secondo il nostro modo di vedere, è adesso quella di poter contare, specialmente sul piano commerciale e di marketing, anche su una struttura territoriale in grado di rispondere, seguire e supportare, anche con metodi tradizionali, il sistema degli editori che gravitano intorno all’AppStore.

5. Avete in mente nuovi progetti da pubblicare su AppStore?

Moltissimi. Li vedrai tra poco. Se l’iPad prende e si sviluppa come tutti ci auguriamo, per società di software come noi, che lavorano con contenuti che richiedono investimenti importanti, si aprono possibilità enormi, compresa quella di uscire dal “magma primordiale” dell’iPhone dove convivono tutte le “forme di vita”. L’iPad dovrebbe portare a una differenziazione delle varie linee di prodotto, che è l’esigenza che più sentiamo.

6. Tirando le somme, dopo varie app pubblicate su AppStore, come giudicate la vostra esperienza nel mondo iPhone?

Positiva e ricca di potenzialità come il pianeta Pandora di Avatar. Ancora i numeri non ci sono, almeno in Italia, per editori puri come noi. Ma ci saranno e anche presto. Speriamo!

Un grazie a Mario Mancini, marketing manager della goWare.

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