Valiant Hearts, la storia si mette in videogioco e conquista l’Università di Milano

Nella cornice dell’Università degli Studi di Milano, durante il Fuori Milan Games Week, Yoan Fanise, Content & Audio Director di Ubisoft Montpellier, e Simon Choquet-Bottani, Game Designer, hanno presentato e approfondito le tematiche riguardanti Valiant Hearts, titolo prodotto e sviluppato da Ubisoft che racconta gli avvenimenti della Prima Guerra Mondiale. La storia si mette in (video)gioco.

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Non un gioco di guerra, bensì sulla guerra. L’idea di Fanise e Choquet-Bottani è chiara: un team che inizialmente vedeva gli sviluppatori impegnati su un’idea, quella di raccontare la Prima Guerra Mondiale, un genere non sempre approfondito nelle tematiche videoludiche, che sovente preferiscono propendere per il secondo conflitto mondiale. Affrontare la discussione con i familiari, non avendo vissuto il conflitto in prima persona, è stato il primo passo fondamentale per poter ricreare un’ambientazione tendente alla reale e che possa essere storicamente valida e pregnante. L’obiettivo è stato quello di raccontare il lato umano della Guerra, passando da alcuni capisaldi narrativi: durante Valiant Hearts non viene mai mostrato il vero nemico, per quanto il racconto possa procedere esclusivamente a margine del conflitto Francia-Germania. L’avversario non è l’esercito tedesco, essendo gli sviluppatori francesi e facilmente propensi allo schierarsi con i transalpini: l’avversario è il concetto della Guerra.

Invece di parlare di milioni di morti, Valiant Hearts si concentra sulla storia di quattro personaggi, quattro soldati, collegati dal nostro protagonista: un cane. L’unico ad avere gli occhi in tutto il gioco: una scelta stilistica che affascina, perché può, con animo candido e puro, guardare la guerra per quello che realmente è. Non capisce cosa sta accadendo, non capisce il conflitto, non ne comprende il motivo e la natura: osserva cercando di salvare tutti i soldati che gli sono attorno, proprio come avveniva nella Prima Guerra Mondiale. Una riproposizione storica che, durante la tavola rotonda alla quale abbiamo partecipato, ha colpito anche il Professor Alfredo Canavero, docente di storia contemporanea impegnato in progetti di didattica sulla prima guerra mondiale all’Università degli Studi di Milano: e Valiant Hearts può essere, anzi è un progetto di didattica, perché il suo narrare, la sua interattività con il periodo storico è un quid pluris per insegnare la storia tramite il nostro iPad piuttosto che tramite un libro. Comprendere il conflitto armato, comprendere il dolore della guerra, attraverso una storia originale.

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Non è uno shooter, non è un hack’n’slash: è un sui generis, perché qualcuno potrebbe accostarlo a una avventura grafica, ma non il Dottor Francesco Tissoni, docente di scienze umanistiche ed esperto di digital sorytelling, per il quale Valiant Hearts non può essere accostato a Monkey Island e alla cultura dell’avventura firmata LucasArts. Allora viene da ipotizzare, al sottoscritto, che in realtà ci troviamo dinanzi a una graphic novel interattiva, una categorizzazione, un’etichetta che non deve spaventare né pensare che si stia denigrando un prodotto: la sottilissima differenza che intercorre tra le due realtà risiede nell’affrontare delle meccaniche di gameplay diverse, là dove Monkey Island richiedeva la combinazione di oggetti, l’elaborazione di strategie negli enigmi, mentre Valiant Hearts vuole raccontare, vuole condurre l’utente all’interno di una vicenda intervallando la narrazione a momenti ludici interattivi. E d’altronde la presenza dei Memorabilia è così giustificata: Ubisoft vuole raccontare con questi estratti, con questi racconti, la Guerra, accompagnandoci attraverso enigmi e puzzle da risolvere che esulano dal momento bellico, ma danno all’utente la possibilità di respirare.

Un incontro moderato da Emilio Cozzi, uno degli esponenti maggiori in Italia per la cultura videoludica, che ci ha permesso di affermare ancora una volta che l’intreccio tra la storia e la narrazione con la tecnologia può portare al successo del medium del videogioco. La storia si mette in (video)gioco e il centenario dall’inizio della Prima Guerra Mondiale viene festeggiato proprio con Valiant Hearts, disponibile su App Store al prezzo di 4,49 euro per iPhone e per iPad.

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