Smartphone e materiali: qualità o resistenza?

Oltre alle specifiche tecniche puramente legate all’hardware, che vengono spesso sbandierate da alcune aziende senza che poi vi fossero concreti benefici per il cliente finale, uno dei temi di discussione che più divide l’utenza smartphone è rappresentato dalla questione sui materiali. Ci sono due scuole di pensiero: la prima, portata avanti sin dal 2007 da Apple, che mira a fornire all’utente un prodotto bello non solo nel design ma anche nel “feeling”, grazie all’utilizzo di materiali pregiati; la seconda, supportata specialmente da Samsung, che va in piena controtendenza rispetto alla prima dato che vengono preferiti materiali meno raffinati ma senza dubbio più resistenti a graffi e urti. Quale delle due è la più azzeccata? Probabilmente nessuna delle due, e a seguire vi spieghiamo il perché.

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Materiali e smartphone. Un rapporto conflittuale che può essere riassunto con una semplice domanda: qualità o resistenza? È indubbio che ormai si sia in grado di proporre soluzioni “ibride”, che riescono ad accontentare più o meno tutti, ma ad ogni modo è sempre difficile che uno smartphone realizzato con materiali pregiati risulti resistente o comunque facilmente riparabile come uno smartphone realizzato con materiali più semplice; stesso discorso per uno smartphone più “grezzo” che non ha lo stesso “feeling” in mano e soprattutto delude, in parte, a livello estetico.

Come dicevamo, esistono due scuole di pensiero: c’è chi, come Apple, spinge sempre per portare i migliori materiali (dal punto di vista dell’azienda di Cupertino) sui suoi prodotti, e chi preferisce equipaggiare i propri dispositivi con materiali plastici, sia per risparmiare sui costi di produzione che per offrire una soluzione decisamente più pratica e duratura agli utenti finali. Gli iPhone di Apple sono passai, nel corso degli anni, dalla plastica al vetro e dal vetro all’alluminio (per quanto riguarda la scocca posteriore), mentre aziende come Samsung, Nokia, LG, HTC (escluso l’ultimo One), LG, ecc hanno sempre realizzato parte dei propri smartphone con materiali meno pregiati. Da una parte, quindi, abbiamo un’evoluzione; dall’altra una staticità che non accenna a cambiamenti. Ma siamo sicuri che le cose stiano veramente così? Premetto che non prenderò una posizione, anche perché non ne ho una sull’argomento.

L’evoluzione dei materiali usati per la realizzazione dell’iPhone è stata inversamente proporzionale alla praticità d’uso e soprattutto alla resistenza dei dispositivi: non stiamo parlando degli schermi (il Gorilla Glass è ormai su tutti gli smartphone) ma di tutta la scocca del telefono. L’iPhone 3G e l’iPhone 3GS erano realizzati in plastica sul retro, materiale senza dubbio meno pregiato del vetro o dell’alluminio degli ultimi modelli, ma allo stesso tempo più resistente. Di sicuro anche i primi iPhone erano soggetti a graffi o ammaccature, ma personalmente preferisco cento volte degli invisibili graffietti (nella maggior parte dei casi) ad un iPhone completamente rigato – perché l’alluminio si scrosta dalla cornice – o con il pannello posteriore di vetro in frantumi. Di sicuro tenere in mano un iPhone 5 è più piacevole rispetto ad un iPhone 3GS, ma è anche vero che, se si vuole preservare l’integrità del dispositivo, bisogna stare molto più attenti quando si maneggia il telefono.

E il punto è proprio questo: lo smartphone, quello che una volta chiamavamo semplicemente “telefonino”, è uno strumento che per molti è diventato un’appendice digitale, un’estensione della propria persona che permette di restare costantemente in contatto con il resto del mondo. Un oggetto indispensabile nella maggior parte delle situazioni che ci aiuta a semplificare alcuni momenti della nostra vita quotidiana. Non a caso, oggi si fa un uso anche forse eccessivo dello smartphone, ma proprio per questo viene da chiedersi: per un oggetto così usato e abusato nell’utilizzo di tutti i giorni, non sarebbe preferibile l’utilizzo di materiali che assicurino anche una buona resistenza agli occasionali urti o cadute? La ricerca di design ultra sottili e di forme particolari, non incide forse sulla comodità d’uso?

Fino a qualche giorno fa, ho sempre utilizzato il mio iPhone 5 senza una cover, ma con una semplice custodia pochette in cui inserivo e rimuovevo il dispositivo. Soluzione che ho sposato sin dal mio primissimo iPhone (parliamo del 2008…) e che ho abbandonato di recente senza apparenti rimpianti. Non ho mai sopportato l’idea di “nascondere” un design sempre moderno e ricercato, oltre che oggettivamente bello, come quello dell’iPhone (qualsiasi modello, in relazione all’anno di rilascio) con delle custodie, magari realizzate in plastica grezza. Tuttavia, negli ultimi giorni ho messo in atto un esperimento che sto conducendo tutt’ora: ho vestito il mio iPhone con una custodia. L’iPhone 5 che ho sulla mia scrivania in questo momento mi appare così tozzo e brutto rispetto a come lo conoscevo prima, ma questo è veramente nulla rispetto alla relativa spensieratezza che sto avendo in questi giorni nell’utilizzo del mio iPhone: sbatto accidentalmente il telefono contro una superficie rigida? Non corro a guardare se si sia formato un graffio sulla cornice. Il telefono mi scivola dalla tasca? Non guarderò minimamente lo stato del retro, perché è coperto dalla custodia. E che dire della praticità d’uso? Non devo più tirar fuori l’iPhone dalla pochette ogni volta che ricevo una notifica, ed evito così che il telefono possa cadere a terra proprio durante l’operazione.

La domanda, volutamente polemica, è quindi la seguente: che senso ha utilizzare (o acquistare, a seconda dei casi) dei materiali pregiati su un telefono quando poi, nella maggior parte dei casi, per utilizzarlo senza troppe attenzioni è necessario vestirlo con custodie senza dubbio poco gradevoli alla vista? Il design ricercato viene meno con una custodia in plastica, esattamente come il feeling dato dallo stesso materiale quando si tiene in mano il telefono. Con un telefono in plastica, tutto ciò non accade: potranno comparire graffi superficiali, si potranno formare delle crepe, ma almeno il telefono può essere utilizzato anche senza custodia, preservandone il design originale. E soprattutto, nel caso di danni rilevanti, si può quasi sempre sostituire la cover per ricominciare da zero. In più, una volta “custodiato” l’iPhone 5, in mano mi sembra anche più comodo, probabilmente grazie a quei pochi millimetri di spessore in più che sono stati aggiunti dalla protezione esterna.

Detto questo, va anche sottolineato che spesso i dispositivi con materiali pregiati vengono venduti allo stesso prezzo dei dispositivi che utilizzano materiali più scadenti (e quindi meno costosi), specialmente nel caso dei top di gamma. Da una parte questo può sembrare un controsenso, dato che si paga la stessa somma per dispositivi che hanno costi di produzione differenti, ma dall’altra ci si ricollega a quanto detto in precedenza: a parità di costi, scegliere un design e dei materiali ricercati, che però ci rendono “schiavi” del nostro telefono o ci obbligano a proteggerlo con cover che annientano i precedenti due elementi, oppure preferire una migliore versatilità e soprattutto una migliore resistenza alle più ovvie situazioni di vita quotidiana?

Siamo curiosi di sentire la vostra opinione in merito. Fateci sapere cosa ne pensate sulla questione “Smatphone e materiali: qualità o resistenza?” tramite i commenti.

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