iOS e Android: due mondi, due target di utenza differenti [RIFLESSIONI]

Capita spesso di leggere su autorevoli siti d’informazione, o tramite semplici commenti sui più conosciuti social network, quelle che vengono indicate come le motivazioni che hanno spinto un utente all’acquisto di un terminale Android o iOS, probabilmente i più importanti sistemi operativi destinati ad essere utilizzati principalmente su smartphone, player musicali e tablet. Anche se siamo su iPhoneItalia, è innegabile che la realtà Android, passo dopo passo, sta sempre più crescendo e si propone oggi come valida alternativa al blasonato sistema operativo Apple. Principalmente, le basi su cui Google ha fondato il successo di Android sono due: l’OpenSource e l’estrema accessibilità. Queste caratteristiche riusciranno realmente, nei prossimi mesi, a mettere in crisi quel meccanismo perfetto ideato da Apple con l’iPhone e l’App Store?

È difficile dirlo, o almeno è difficile ipotizzare, allo stato attuale, se realmente la piattaforma Android potrà continuare ad espandersi guadagnando sempre più terreno su iOS. La disputa verrà sicuramente decisa dalla tempistica con cui Google e Apple aggiorneranno continuamente i propri OS, implementando nuove caratteristiche che possano suscitare l’attenzione degli utenti. Se diamo per scontato che i punti di forza di Android siano l’estrema accessibilità, economica e strettamente utilitaristica (Android può essere installato su tantissimi modelli di smartphone e tablet PC), dobbiamo anche tenere in considerazione gli aspetti che più hanno determinato il successo dell’iPhone OS, successivamente nominato iOS, nel corso di questi anni.

Nel lontano 2007, quando per la prima volta Steve Jobs presentó al mondo intero l’iPhone, lo smartphone di casa Apple segnò un vero e proprio mutamento “storico” all’interno dell’industria mondiale di telefonia. Tuttavia la vera e propria esplosione del fenomeno iPhone la si ebbe nel 2008, con il modello 3G, e più concretamente con l’App Store, negozio virtuale per la distribuzione di software iOS a pagamento o gratuiti. Oggi l’App Store contiene oltre 300.000 applicazioni e ha raggiunto un numero totale di download pari a 5.000.000.000. Anche l’Android Market (controparte Google dello store Apple) ha da poco raggiunto le 200.000 applicazioni in esso contenute (notizia non confermata in via ufficiale da Google che, nell’ultima analisi di mercato, segnalava un numero pari a 100.000 applicazioni inserite nel proprio Market). Tuttavia credo sia lecito specificare alcuni passaggi e fare chiarezza su determinati aspetti.

L’Android Market, sposando ciecamente il concetto di OpenSource, quindi di apertura nei confronti degli sviluppatori di applicazioni e tool vari, permette l’inserimento praticamente non regolamentato in alcun modo di pacchetti e programmi all’intero di questo negozio. Gli utenti, affidandosi ad una breve descrizione,  possono quindi scaricare o acquistare liberamente l’applicativo che desiderano installare sul proprio dispositivo. Sfortunatamente, però, come riportato da importanti blog dedicati, le truffe e l’inserimento di software non pienamente funzionanti su Android Market è un fenomeno assai diffuso. Secondo alcuni recenti rapporti, infatti, sarebbero diverse le applicazioni “sospette” per Android che farebbero addirittura pensare ad un’intero sistema di appliance create appositamente per mettere a repentaglio la sicurezza degli smartphone con OS Google.

Diversi infatti sono stati gli episodi di utenti che, dopo aver scaricato (e magari in precedenza anche acquistato) un contenuto dall’Android Market, hanno riscontrato malfunzionamenti o comunque instabilità del dispositivo. Questo proprio a causa dell’elevata, e forse eccessiva, libertà con cui sviluppatori malintenzionati possono inserire e distribuire tramite il Market i propri programmi bypassando qualsiasi tipo di controllo e monitoraggio. Adesso, sicuramente è imputabile ad Apple la scarsa apertura (esatto opposto di Android) verso i singoli sviluppatori che spesso, per motivi futili o comunque banali, possono notificare la bocciatura della propria applicazione da App Store. In ogni caso resta da chiedersi quali siano le motivazioni che spingono Apple ad agire in questo modo, del tutto differente dalla concorrenza, e in che modo ciò possa essere definito come un aspetto positivo, o quantomeno utile, di iOS.

Una prima risposta, probabilmente, è data dal fatto che, esattamente come accade con i Mac, Apple sviluppa sia l’hardware che il software dei propri dispositivi mobile (iPhone, iPod touch e iPad) e pertanto “può permettersi” un controllo quasi ossessivo sui software inseriti in App Store. Logicamente esistono molteplici aspetti che differenziano Android da Apple, il Market da App Store, e che, dati alla mano, hanno per ora decretato il successo della piattaforma di Cupertino su quella di Google. In primis, come già detto, l’Android Market presenta spesso alcune insidie soprattutto per i nuovi utenti, che potrebbero ignaramente acquistare un software non compatibile con il proprio terminale o addirittura pericoloso e dannoso per l’intero sistema operativo; questo su App Store è un pericolo praticamente scongiurato. Anche se per diverse volte vi abbiamo parlato di applicazioni che, rispetto alla descrizione iTunes Store, non rispettano le aspettative, l’App Store è comunque da intendersi come un sistema chiuso ma sicuro. Nessuna applicazione in esso inserita, infatti, consente di accedere ed intaccare (tranne rare eccezioni, praticamente due, poi subito rimosse) i file di sistema dell’iPhone. Questo, oggettivamente, è un aspetto da non sottovalutare, anche perchè, in ogni caso, se l’utente vorrà avere pieno controllo del dispositivo esponendosi agli eventuali rischi che l’installazione di tweak e utility varie può comportare, esiste (alcuni diranno “fortunatamente”) il Jailbreak.

Ciò che spesso viene criticato dagli utenti Android ad iOS è quindi proprio il pieno controllo del dispositivo, la personalizzazione del dispositivo al di fuori della creazione di cartelle e modifiche minime all’interfaccia utente. Un problema che, come dimostra anche l’elevatissimo numero di tweak e applicativi disponibili in Cydia (qui i più importanti) non sussiste.

Concludendo questa lunga riflessione, e tanto per citare il titolo, iOS e Android sono due mondi distiniti e separati; possono sembrare simili, probabilmente lo sono, ma in realtà appartengono a scuole di pensiero completamente differenti: una, l’OpenSource, che fornisce all’utilizzatore la possibilità di installare e sviluppare qualsiasi tipo di contenuto per il proprio smartphone o tablet, l’altra, più chiusa e rigidamente regolata, che sicuramente non offrirà tutte le potenzialità offerte dalla prima risultando (se escludiamo ovviamente il Jailbreak), però, decisamente più sicura.

Infine, una nota provocatoria. Abbiamo tutti davvero bisogno di personalizzare fino all’inverosimile i nostri device o, semplicemente, andiamo alla ricerca di un sistema operativo stabile, sicuro e affidabile?

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