Il Film della settimana scelto da iPhoneItalia #8: la recensione di “Italian Job ” (1969) [iTunes Movie]

Come ogni venerdi torna la rubrica  con i migliori film dell’ iTunes Movie Store in collaborazione con jtzmovies.it, così da poter dare agli utenti consigli sui titoli da acquistare o noleggiare. Oggi vi presentiamo il film “The Italian Job – Un colpo all’italiana” del 1969, diretta da Peter Collinson e prodotta da Michael Deeley, grande successo in UK, diventato un cult in tutto il mondo con il passare del tempo. (rotten tomatoes rate 84% con una media voto di 7,2/10 su 25 recensioni).

Charlie Crocker (Michael Caine) è un ladro di gran classe, appena uscito di prigione, luogo dove è riuscito a farsi amicizie importanti. La sera stessa riceve una pellicola dove il defunto amico Roger Beckermann (Rossano Brazzi), specifica le basi per un colpo in Italia da 4 milioni di Dollari: rapinare il convoglio che trasporta i ricavi esteri della FIAT verso la sede principale di Torino. Crocker, bisognoso di un finanziatore per l’organizzazione mastodontica del piano, si rivolge al signor Bridger (Noel Coward), gentiluomo inglese e capo della mala Britannica, riuscendo a mettere insieme una squadra di 16 uomini, tra cui 3 piloti di macchine, che guideranno le mitiche Mini Cooper dei colori anglosassoni, un pilota di autobus, che nel finale avrà un ruolo fondamentale nella buona riuscita del furto, un genio dei calcolatori (Benny Hill), per mettere fuori uso i sistemi elettronici del traffico Torinese e altri partecipanti secondari che aiuteranno nel complicatissimo colpo. Tra donne , vestiti impeccabili, macchine mozzafiato e battute in tipico stile british, il nostro protagonista cercherà di mettere le mani su una montagna d’oro, cercando di dare scacco

all’Italia, agli italiani ed al suo prodotto d’esportazione più famoso: la mafia. Votato poche settimane fa come il miglior film della storia britannica, in un sondaggio UK di Sky Movie HD, The Italian Job (snaturato nel significato della traduzione italiana, “Un colpo all’italiana”), è un film basilare per le moderne commedie-action di enorme successo nell’ultimo decennio, come per esempio la saga di Ocean’s Eleven , The Snatch, ma anche per le opere Pulp tarantiniane e molti altri film. L’uso del montaggio, molto vicino a quello che qualche anno dopo verrà chiamato videoclip musicale, fatto di cambi improvvisi di inquadrature, scene brevi (rispetto al cinema di quegli anni) e primi piani, mescolato alla creazione di personaggi stereotipati e grotteschi derivanti dalla rivoluzione sociale della Swinging London degli anni ’60, furono un innovazione cinematografica importantissima per le pellicole d’intrattenimento successive. Nonostante il tocco del regista Peter Collinson sia indiscutibile, la vera mente geniale del film fu senza ombra di dubbio Micheal Deeley, uno dei più grandi produttori cinematografici di sempre, capace di

creare capolavori assoluti come Blade Runner e Il Cacciatore (con cui vinse un Oscar per la produzione). Deeley, risulta essere la vera anima del film, che capì l’importanza dello scontro sociale in atto, tra un paese benestante da sempre (UK) ed un altro (l’Italia), in piena crescita economica incontrollata, dopo decenni di immigrazione e povertà, proponendo la storia come un (poco) velato scontro tra due culture agli antipodi. L’opera infatti è intrisa di simboli trionfali anglosassoni, dall’organizzazione metodica di Charlie nel preparare il piano, alla superiorità automobilistica delle tre Mini fino al confronto tra le diverse criminalità organizzate. Per avvalorare maggiormente l’idea patriottistica della pellicola, viene svelata una curiosità negli Extra della versione DVD che fa comprendere l’ideale inglese di superiorità verso tutto e tutti: la produzione, vista l’ingente somma che avrebbe dovuto spendere per le automobili, si rivolse alla British Motor Corporation (produttrice al tempo delle Mini Cooper), chiedendo una sorta di sponsorizzazione in cambio dell’enorme pubblicità fatta nel film. La casa Britannica non credette alle potenzialità del

film, rifiutando la proposta. Sapendo della ricerca di sponsorizzazione, la FIAT si fece avanti proponendo un offerta veramente allettante, tutte le macchine di cui avessero avuto bisogno e  fondi extra per il film, in cambio dell’uso di 500 al posto delle Mini; la risposta fu secca e precisa: “Nonostante l’allettante offerta dobbiamo rifiutare per un fatto semplice, il film deve dimostrare che noi siamo intelligenti e voi sciocchi”. The Italian Job, a 40 anni di distanza, con tutti i suoi difetti, tra cui una sceneggiatura improvvisata, e delle scene improbabili, si rivela un film di valenza storico-culturale elevata, oltre che divertente come pochi altri film dello stesso genere. Il film è un affresco di una Torino anni ’60, ormai profondamente cambiata e di un’Italia in preda all’euforia del boom economico, capace di possedere uno dei primi sistemi di traffico computerizzati e uno dei primi velodromi per test automobilistici privati al mondo, ma anche di essere inghiottita dal traffico e dal caos. Non a caso il film si trova al 36esimo posto nella classifica dei 100 film di significativa valenza culturale inglese, stilata dalla British Film Council. Per quanto riguarda la

recitazione, spicca su tutti un grandioso Michael Caine, perfetto nel ruolo che si ritagliò in quegli anni, da “Alfie” in poi, di Dandy manigoldo, capace da solo di dare ritmo alle scene e di ammaliare con un espressività difficile da ritrovare negli attori moderni. Poco spazio rimane per gli altri componenti del cast, in cui però riesce a farsi spazio Noel Coward (Mr. Bridges), grazie anche alle grandi trovate del regista (come la musica reale nelle sue entrate in scena, altro elemento ripreso in molti film moderni) e alla sua perfetta postura di gentiluomo inglese. Nonostante la buona idea narrativa di riuscire a spiegare il piano della rapina nel corso della prima parte del film, riuscendo parallelamente a presentare i personaggi e a dare ritmo alla storia, la sceneggiatura risulta il punto debole del film. Troppe incongruenze e situazioni irreali vengono descritte nei 95 minuti di pellicola, una su tutte il fatto che il portavalori della FIAT debba passare da uno dei punti più trafficati della città, semplicemente insensato. Su questo probabilmente

ha inciso le molteplici evoluzioni di base della storia, che inizialmente doveva essere un serial Tv girato interamente in Gran Bretagna, poi girato a Milano e infine,dopo la scoperta del centro di controllo elettronico del traffico a Torino, fu scelta la capitale piemontese, rivoluzionando più volte lo script. Questo film può essere apprezzato da tutti racchiudendo in se tantissimi aspetti interessanti: gli amanti delle auto troveranno pane per i loro denti, vedendo sfrecciare davanti ai loro occhi le migliori macchine (a questo punto considerate d’epoca) italiane e inglesi degli anni in cui è stato girato il film; gli amanti della Swinging London potranno godersi tagli di vestiti, pettinature e personaggi di quella grande rivoluzione culturale; per non parlare degli amanti dei film d’azione che potranno godersi, comodamente seduti, un’ora e mezza di rocambolanti peripezie inseguendo l’agognato bottino.

Un film divertente e appassionante, considerato da molti un cult anche solo per l’incredibile inseguimento automobilistico per le strade di Torino, che potrete trovare sull’iTunes Movie Store a 7,99 euro per l’acquisto in versione standard, a 3,99 per il noleggio in versione HD e a 2,99 euro per il noleggio in formato standard.

Pro: uno strepitoso Michael Caine, l’inseguimento automobilistico più famoso di sempre, un affresco di Torino in pieno boom economico.

Contro: una sceneggiatura campata in aria, alcuni personaggi sono inutili, è un film contro l’Italia

Voto : 7,5

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