Il direttore dell’FBI crede che la crittografia dei dati di Apple sia troppo sicura

L’FBI ultimamente si è fatta sentire molto a riguardo della sicurezza di Apple e dei nuovi iPhone. Dopo aver parlato in generale di tutti gli sforzi profusi dai vari giganti tecnologici, l’FBI ha specificato di non essere troppo entusiasta delle misure di protezione di Apple. Troppo deboli penseranno in molti? E invece è proprio il contrario: troppo complesse e resistenti.

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All’FBI le nuove tecniche di protezione dei dati di Apple non piacciono. L’ultima dichiarazione su quanto dovrebbero essere protetti i dati personali arriva dal direttore dell’FBI, James Comey, che ha parlato della pericolosità della rete e di quanto non sia sicuro “stare li”. Il motivo del malcontento dell’FBI risiede nella troppa sicurezza di Apple e dei suoi sistemi di crittografia dei dati personali. Apple, rendendo sempre più sicuro iOS, potrebbe offrire un sicuro rifugio per criminali e malintenzionati.

 

Certo, parlando di sicurezza il problema sorge da solo: se un dispositivo non può facilmente essere violato dagli enti governativi, alcuni criminali potrebbero approfittarne. Il problema più grande è che Apple, come le altre aziende che vogliono mettere al sicuro i dati degli utenti, lo fa non per proteggere i criminali, ma per proteggere il 99% degli utenti, che non sono criminali. La vera questione è: mettere in pericolo la privacy del 99% degli utenti per “scovare” i criminali o mettere al sicuro il 99% degli utenti e lasciare che qualche malintenzionato si faccia scudo con la tecnologia?

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