
La linea iPhone 17 sta girando meglio della 16. Nei primi 10 giorni di disponibilità tra Stati Uniti e Cina, le vendite sono +14% rispetto allo scorso anno.
È il segnale affidabile sul sentiment verso la nuova generazione nei due mercati che contano di più per Apple. In parallelo, a Wall Street il titolo AAPL tocca un nuovo record intraday a 264,38 dollari, superando il massimo del 26 dicembre 2024. Non male per un ciclo che qualcuno temeva “di consolidamento”.
La fotografia di Counterpoint è nitida. In Cina, il merito va soprattutto al 17 “base”: a parità di finestra iniziale, le vendite del modello sarebbero quasi raddoppiate rispetto al 16. Perché? Il rapporto novità/prezzo resta favorevole: chip nuovo, display migliore, più storage di base, camera aggiornata senza ritoccare il listino.
Negli Stati Uniti, l’ago della bilancia si sposta verso l’alto di gamma: iPhone 17 Pro Max cresce più velocemente del corrispondente 16 Pro Max. I tre grandi operatori hanno alzato i sussidi massimi di circa 100 dollari. Tradotto: piani da 24–36 mesi più generosi in cambio di vita medio utente più alta.
Il nuovo Air va leggermente meglio del 16 Plus su base comparabile, ma la domanda iniziale resta di nicchia fuori dalla Cina. Va ricordato che lì il lancio ha scontato un ritardo (approvazioni operatori), diventando effettivo dal 17 ottobre: una finestra più corta, ma con sold out a dimostrare che il form factor ultrasottile parla a un pubblico preciso. In Occidente, il gap prezzo-specifiche rispetto al 17 “base” limita l’appeal ai fan del design sottile che accettano compromessi su batteria e fotocamere.
Mentre arrivano dati di vendita molto positivi, AAPL segna un nuovo massimo intraday a 264,38 dollari. Il precedente era 260,10. La cosa interessante è che il record arriva nonostante i mormorii sull’AI generativa.
Dati di vendita