iPhone Air, ecco le prime recensioni!

iPhone Air è sottilissimo (5,6 mm) e leggero, ma rinuncia a teleobiettivo, ultrawide e a una parte delle prestazioni. Ecco le prime recensioni.

iPhone-Air

Chi lo ha provato in anteprima è concorde su un punto: iPhone Air è un oggetto bellissimo perché estremamente sottile.

Con i suoi 5,6 mm e un telaio in titanio con vetro Ceramic Shield, è lo smartphone Apple più sottile mai uscito. Ma il fascino da design convive con scelte tecniche più minimal rispetto ai 17 Pro. La domanda: vale la pena scegliere l’Air rispetto ai Pro? Dipende da come usi il telefono ogni giorno.

Le prime recensioni sono concordi su alcuni punti: non è un “entry” camuffato. L’Air integra componenti da grande.

  • Display ProMotion 120 Hz, fluido in UI, social e giochi.
  • A19 Pro con la stessa CPU 6-core dei 17 Pro.
  • Costruzione di livello, con attenzione a rigidità e resistenza.

In altre parole, prestazioni da fascia alta nella gestione dell’interfaccia, nelle app e nella velocità percepita.

Per arrivare allo spessore record, Apple ha limato funzionalità che sui 17 Pro restano centrali:

  • Autonomia inferiore rispetto a 17 Pro e 17 Pro Max.
  • Una sola fotocamera posteriore: niente tele con zoom ottico fino a 8× e, punto non banale, niente ultrawide.
  • Audio mono da unico altoparlante.
  • USB-C più lenta nei trasferimenti cablati e limiti lievi nelle velocità di ricarica USB-C e MagSafe.
  • GPU a 5 core al posto della 6-core dei Pro (la CPU resta identica).

Tradotto: è uno smartphone molto veloce, ma con fotografia meno versatile, audio meno immersivo e ricarica/connessioni più tranquille.

Batteria: quanto dura davvero

Apple dichiara fino a 27 ore di riproduzione video per Air, contro 33 del 17 Pro e 39 del 17 Pro Max. Nelle prime prove pubblicate, il trend è chiaro:

  • Con uso leggero e tanto Wi-Fi, molti arrivano a fine giornata senza ansia.
  • Con 3–5 ore di schermo attivo, notifiche e un po’ di workout, si chiude la giornata, a volte con margine ridotto.
  • Con uso pesante (navigazione GPS, streaming, social video e telefonate prolungate), si può dover ricaricare nel pomeriggio.

Insomma, è meglio del previsto per un telefono così sottile, ma chi fa giornate lunghe fuori dovrebbe valutare una power bank MagSafe o guardare ai Pro.

Prestazioni e temperature: sorprese positive

La CPU è la stessa dei Pro, e si vede. Anche nei test di stress grafico di 20 minuti, l’Air ha mostrato una stabilità dignitosa e una gestione termica convincente.

In alcune misurazioni esterne, la temperatura di superficie è risultata persino più bassa del Pro Max, anche se il Galaxy S25 Edge resta più freddo. Questo significa che iPhone Air non è un “thin phone” da ammirare soltanto, ma regge sessioni di gioco medio-lunghe senza crolli drammatici. E sul fronte rigidità, nelle demo pubbliche non si è piegato a tentativi “a mano” piuttosto vigorosi. Bene così.

Fotocamera unica da 48 MP: qualità sì, versatilità no

Qui si sente di più l’impostazione Air. La wide da 48 MP restituisce file puliti, con colori credibili e un bilanciamento di luci e ombre che convince, compresi i ritratti di nuova generazione con profondità regolabile anche dopo lo scatto.

Ma l’assenza dell’ultrawide limita paesaggi, interni stretti e “foto d’impatto” a prospettiva ampia. E, ovviamente, senza tele gli zoom sono digitali. Se scatti soprattutto persone, cibo, street e scene quotidiane, la qualità della singola camera basta e avanza. Se ami viaggi, architettura e wildlife, l’ultrawide e il tele dei Pro fanno la differenza.

Audio e porte: dettagli che contano

L’altoparlante singolo significa sound meno ampio in video e musica su vivavoce. Con le cuffie non cambia nulla, ma se usi spesso lo speaker integrato, tienilo presente. La porta USB-C trasferisce più lentamente dati su cavo rispetto ai Pro e la ricarica ha limiti lievi su USB-C e MagSafe: non è drammatico, ma i numeri dei Pro restano più alti.

Conclusioni

L’Air è un iPhone che sceglie di togliere invece di aggiungere. E quando togli con criterio, l’esperienza migliora per chi cerca leggerezza, eleganza e gesti rapidi. I recensori affermano che sparisce nelle tasche dei jeans, in borsa, sul divano: sparisce finché non ti serve, e quando lo prendi in mano scorre con i 120 Hz e la reattività dell’A19 Pro. Dall’altra parte, non è uno smartphone universale. La fotografia senza ultrawide e tele è una scelta netta, l’audio mono si nota nei video, e la batteria chiede un minimo di disciplina nelle giornate toste.

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