Apple sta contenendo il dominio di Google sul Web

Le ambizioni di Google nel dominare il Web e accumulare il più alto numero di dati possibile viene contrastata da Apple e dalle sue azioni a favore della privacy.

Business Insider offre uno sguardo molto interessante sulla battaglia per la privacy nel Web e su come Apple stia efficacemente tenendo sotto controllo le ambizioni di acquisizione dei dati da parte di Google.

google apple

I nuovi standard web vengono concordati dal World Wide Web Consortium, noto anche come W3C. In teoria, ogni azienda e organizzazione che ne fa parte ha diritto a voto, ma nella pratica c’è chi ha un peso specifico molto più alto, come spiegato da Shona Ghosh:

Nonostante la regola di un voto per organizzazione, i critici affermano che la capacità di Google di dedicare più tempo e risorse alla riflessione e alla discussione su questi problemi dà al gigante della ricerca una voce in capitolo più alta quando si tratta di determinare come funzionano fondamentalmente i siti web.

Google è di gran lunga il più grande attore negli organi di standardizzazione e quindi ha direttamente o indirettamente voce in capitolo nella definizione di cosa sia il Web neutro. Che sia sincera o in malafede, in un certo senso Google può dire:” Stiamo solo facendo ciò che il Web definisce e tutti gli altri si discostano da ciò che il Web è effettivamente“. Soprattutto perché Google supera di dieci a uno il numero di persone che riesce a portare attivamente negli organismi di standardizzazione del Web quando bisogna prendere delle decisioni.

Ghosh cita come esempio la API Web Bluetooth. Questa API consente alle web app di controllare i dispositivi Bluetooth locali, il che potrebbe essere interessante, ma crea anche notevoli problemi di privacy rendendo possibile monitorare la posizione di un utente in tempo reale. Chrome ed Edge lo hanno implementato, ma Apple ha rifiutato di farlo in Safari, poiché il responsabile WebKit dell’azienda descriveva questa funzione come “spaventosa”. Google avrebbe potuto forzare questa API come standard web ufficiale, ma l’opposizione di Apple non ha reso possibile tutto ciò.

Safari, infatti, a causa delle sue dimensioni, può essenzialmente impedire a Google di decidere nuovi standard attraverso il W3C:

Anche se Safari non è Chrome, è grande ed è importante e, per molti motivi, i siti devono funzionare sul browser Apple. Se Safari dice “Pensiamo che questo sia brutto” e non lo integra, si tratta di un forte deterrente per tutti gli altri player del Web dal dire “Va bene, lo useremo comunque anche se non funziona su Safari”.

Persino alcuni di coloro che ti aspetteresti di vedere dalla parte di Google, come le aziende del settore pubblicitario, hanno espresso preoccupazione per l’influenza sproporzionata del gigante dei motori di ricerca sul W3C. Una lettera presentata da una coalizione di aziende adtech al comitato consultivo del W3C nel mese di luglio affermava quanto segue:

Diverse organizzazioni membri del W3C sono in grado di dedicare un numero diverso di persone, con quantità variabili di tempo ed esperienza. Le organizzazioni membri con la capacità di mettere in campo un numero maggiore di persone con il tempo e il mandato per navigare nella complessità di più gruppi, processi, cronologia e documenti sono avvantaggiate.

Google ha negato tutto questo, dicendo che chiunque può aderire al consorzio. Ma da questa storia emerge che anche chi non utilizza i prodotti Apple ha motivo di essere contento che l’azienda di Cupertino abbia la propria influenza nel settore: con gli utenti Apple tra i più attraenti dal punto di vista economico per i marchi premium, è improbabile che una novità imposta da Google e che Apple rifiuta di implementare su Safari possa poi avere un’adozione diffusa sulla rete.

HotAcquista iPhone 15 su Amazon!
News