L’Unione Europea sta supportando lo sblocco degli iPhone per accedere ai dati crittografati

A quanato pare, anche l'Unione Europea promuve strumenti come GrayKey per sbloccare gli iPhone degli indagati e aiutare le forze di polizia.

Forbes riporta che la CEPOL, l’Agenzia dell’Unione europea per la formazione delle autorità di contrasto, sta addestrando gli agenti di polizia di tutto il mondo a utilizzare strumenti di hacking come Graykey per accedere ai dati presenti sugli iPhone.

Forze di polizia di diversi paesi stanno ricevendo una formazione speciale dall’agenzia dell’Unione europea con lo scopo di fornire le giuste informazioni per sbloccare gli iPhone durante le indagini.

I file scoperti da Forbes rivelano che la CEPOL ha istruito funzionari di tutto il mondo, dall’Europa all’Africa, su come utilizzare malware e altri strumenti per accedere ai telefoni dei cittadini e monitorare i social network. In alcuni casi, la formazione è stata finanziata dall’UE per paesi con storie di violazioni dei diritti umani.

La formazione delle forze di polizia prevede anche l’utilizzo di GrayKey, uno dei pochi apparecchi hardware in grado di sbloccare iPhone crittografati:

Tra le centinaia di diapositive di formazione ottenute da Privacy International ci sono quelle che promuovono strumenti di hacking per iPhone come GrayKey. Prodotto da Grayshift con sede ad Atlanta, i file mostrano che lo strumento, che promette di aggirare le schermate di blocco di molti iPhone, è ora diventato globale e viene diffuso in Africa e oltre da CEPOL.

Il rapporto afferma che una sessione di formazione per le forze dell’ordine in Marocco conteneva informazioni su come utilizzare GrayKey insieme ad Axiom, uno strumento di fabbricazione canadese che “può sbloccare il portachiavi Apple dall’interno dell’iPhone, garantendo l’accesso alle app e ai dati al suo interno”.

La CEPOL avrebbe anche addestrato le autorità in Bosnia sull’uso di malware per controllare a distanza un dispositivo infetto. Una diapositiva recita semplicemente: “Il futuro è usare il malware”.

Il rapporto afferma inoltre che la CEPOL e la polizia dell’UE “stanno incoraggiando i governi stranieri a spiare gli utenti sui social network“, utilizzando falsi account Facebook e strumenti di scraping per raccogliere tweet.

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