Nell’ultima accusa del Procuratore Generale degli Stati Uniti nei confronti di Apple e di altre importanti società tecnologiche, William Barr ha affermato che un certo numero di società americane sono “troppo disposte a collaborare con la Cina“.

In particolare, Barr ha accusato Apple di aver reso più semplice per la Cina decifrare la crittografia degli iPhone allo scopo di poter continuare a fare affari nel paese. Il Procuratore Generale ha formulato le sue accuse contro Apple, Google, Microsoft, Yahoo e altre aziende per “essere troppo disposte a prendere provvedimenti favorevoli alla Cina, per garantire l’accesso al grande mercato cinese“.
Ad esempio, Apple avrebbe lasciato volutamente più aperti e meno protetti gli iPhone per il governo cinese, al solo scopo di poter continuare a vendere nel paese. Barr suggerisce che gli iPhone “non sarebbero stati mai venduti in Cina se fossero impermeabili alla penetrazione da parte delle autorità cinesi“.
Inoltre, il Procuratore fa notare come Apple utilizzi misure diverse tra governi diversi. Mentre in Cina gli iPhone sarebbero facilmente “crackabili”, negli Stati Uniti l’azienda non vuole creare una backdoor per consentire alle autorità di avere accesso ai contenuti degli iPhone appartenenti a persone indagate per importanti crimini. In pratica, secondo Barr ci sarebbero modelli di iPhone e versioni di iOS meno sicure, come quelli disponibili in Cina.
In realtà, anche gli ultimi casi negli Stati Uniti hanno dimostrato che, con gli giusti strumenti, è possibile accedere ai dati di un iPhone anche se crittografato. Vedremo se il Procuratore formalizzerà delle accuse o se si limiterà a invitare le aziende ad essere meno collaborative con la Cina.