Una nuova causa antitrust presentata nella giornata di ieri afferma che Apple e altre società nel settore dello streaming musicale hanno realizzato una “cospirazione” per bloccare la concorrenza nell’acquisto delle licenze.

Nel dicembre del 2019 la Pro Music Rights (PMR), organizzazione per i diritti di esecuzione musicale a scopo di lucro, aveva intentato una causa contro Apple con l’accusa di aver effettuato lo streaming di musica protetta da copyright senza le dovute licenze. Oggi, sempre la PRM denuncia non solo Apple, ma anche Spotify e altri servizi di musica streaming con l’accusa di aver creato un cartello per evitare l’aumento dei prezzi delle licenze.
Fondato e gestito esclusivamente dal ventenne Jake P. Noch, PMR ha i diritti di concedere in licenza circa due milioni di opere di artisti famosi come A $ AP Rocky, Wiz Khalifa, Pharrell, Young Jeezy, Lil Yachty, Soulja Boy, Nipsey Hussle, 2 Chainz, Migos, Fall Out Boy e altri.
La nuova denuncia accusa Apple, Amazon, Google, Spotify, SoundCloud e altre società streaming di aver “stipulato un accordo, una combinazione e/o una cospirazione illegali per escludere PMR dal mercato e per fissare i prezzi a livelli infracompetitivi“. PMR afferma che le compagnie di streaming violano lo Sherman Act, il Connecticut Antitrust Act e il Connecticut Unfair Trade Practices Act perché tutte lavorano insieme per “soffocare la legittima concorrenza negli acquisti del mercato musicale“.
La causa afferma inoltre che Apple ha “concluso un accordo illegale” con le altre compagnie per boicottare PMR, rifiutandosi di pagare le licenze dovute per gli stream su Apple Music. Inoltre, Noch sostiene che Apple ha stipulato un accordo insieme ad altre società di musica streaming con lo scopo di non creare concorrenza tra di loro ed evitare l’aumento dei prezzi delle licenze.
Nella denuncia vengono chiesti un’ingiunzione e il pagamento dei danni.