Apple ha pubblicato un report sui posti di lavoro creati in Corea del Sud, patria della grande rivale Samsung. I dati sono però stati contestati da diversi quotidiani locali.

Con una mossa portata avanti probabilmente per conquistare maggiori simpatie in un paese strategicamente complesso come la Corea del Sud, lì dove Samsung va per la maggiore, Apple ha pubblicato alcuni dati sui posti di lavoro creati nel paese.
Apple afferma di aver creato direttamente e indirettamente oltre 325.ooo posti di lavoro in Corea del Sud, che includono 500 dipendenti diretti dell’azienda, 125.000 dipendenti di aziende partner (fornitori di componenti, distributori di dispositivi dell’azienda) e 200.000 posti di lavoro tramite l’ecosistema App Store.
Tra i dipendenti diretti dell’azienda in Corea del Sud ci sono designer, responsabili dell’assistenza clienti, specialisti in marketing, ingegneri software e hardware, oltre che i lavoratori dell’Apple Store di Seoul.
Diversi quotidiani hanno però contestato i dati condivisi da Apple, da alcuni definiti “ridicoli e assurdi“:
Il calcolo è ridicolo. Una qualsiasi azienda potrebbe dire che dà lavoro indiretto al dipendente di una stazione di servizio se l’autista del suo CEO fa il pieno da lui. Apple ha effettuato il calcolo in questo modo. Anche Google gestisce un app store, ma non si sognerebbe mai di conteggiare tra i suoi dipendenti indiretti gli sviluppatori di giochi.
La realtà è che Apple ha solo 500 dipendenti in Corea del Sud e sono quelli sotto contratto diretto dell’azienda.
C’è da dire però che il numero di 200.000 posti di lavoro creati tramite App Store proviene da un istituto indipendente che ha effettuato questo studio in Corea del Sud. Dal report è emerso che 300.000 posti di lavoro sono stati creati grazie al Google Play Store e 200.000 grazie all’App Store di Apple.