Trasparenza, bocciati 8 operatori mobile su 11

Da un’inchiesta di Altroconsumo condotta in 160 punti vendita in tutta Italia emerge che 8 operatori su 11 sono poco chiari e poco trasparenti con i propri clienti. Ecco i dettagli.

Dall’indagine emerge che solo il 6% dei negozi tra i 160 visitati, tra store ufficiali e rivenditori multimarca, fornisce spontaneamente dettagli sui costi extra-soglia. Nel 92% dei casi il negoziante non chiede informazioni sul profilo di consumo del cliente prima di proporgli un piano tariffario, mentre nel 50% dei casi si ricevono risposte sbagliate (oppure nessuna) se si chiedono informazioni sulle penali per recesso anticipato. Il 23% degli operatori non specifica il nome dell’offerta che sta proponendo al cliente.

Dallo studio si scopre che il 70% degli operatori ha ottenuto un voto pessimo (meno di 2 su 5). Solo un punto va ai leader di mercato, Vodafone e Tim (incluso l’operatore virtuale Kena), che nell’informazioni in negozio sono i peggiori.

In questo ambito sono avvantaggiati i negozi di quei provider che confezionano offerte semplici e facili da capire e da spiegare. È il caso dei piani tariffari di Coop Voce e ho.Mobile, che non hanno costi extra-soglia né costi di uscita per recesso anticipato.

In generale, la rete vendita è molto lacunosa nelle informazioni se invece deve piazzare offerte più complesse: nessun cenno su quanto costino i giga di traffico in più nel caso in cui quelli inclusi nel pacchetto mensile si esauriscano; i più svicolano, rispondendo generica­mente: «Internet si blocca». Incertezzeanche sul costo di eventuali sms o minuti aggiuntivi. Le informazioni sui costi extra-so­glia arrivano quasi sempre dietro espres­sa domanda: solo il 6% dei venditori le menziona in modo spontaneo.

Per verificare quali problemi possono verificarsi durante e dopo la sottoscrizione del contratto, Altroconsumo ha attivato anche 55 schede telefoniche, una per operatore in ciascuna città. Valutati negativamente gli operatori che per il pagamento richie­dano obbligatoriamente il codice Iban o il numero di carta di credito, perché così facendo impongono limitazioni nelle possibilità di pagamento. In alcuni casi nessuna documentazione contrattuale è stata consegnata, comportamento grave perché i consumatori devono es­sere sempre messi a conoscenza delle condizioni contrattuali realmente appli­cate, per poter far valere i propri diritti.

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