
Durante un’intervista con Tom’s Guide, Greg Joswiak ha passato un iPhone Air al direttore Mark Spoonauer invitandolo esplicitamente a provare a piegarlo.
Spoonauer racconta di aver usato “tutta la sua forza”: il telefono si è piegato leggermente ma non si è rotto, tornando in posizione. Accanto a lui, Lance Ulanoff di TechRadar ha ripetuto l’esperimento con lo stesso esito. Un gesto plateale, voluto da Apple, per mostrare che il nuovo Air è sottile ma non fragile.
Il punto di forza è uno chassis in titanio che accompagna lo spessore record di 5,64 mm. Ma c’è di più: Ternus spiega che sul retro è stato usato Ceramic Shield per creare una struttura interna definita “hollow plateau” (il nome “plateau” è quello usato da Apple anche per il blocco fotocamere). Gran parte dei componenti vive in quell’area superiore più rigida, il resto lo fa l’efficienza dei chip Apple, che consente di miniaturizzare senza sacrificare la robustezza.
La memoria corre al bendgate di iPhone 6/6 Plus, ma qui il contesto è diverso: Apple parla di metriche interne di resistenza alla flessione superate e i test “live” lo hanno dimostrato in modo piuttosto convincente.
Spoonauer ha chiesto perché chiamarlo plateau e non “camera bump”: è una denominazione interna usata “da tempo”. Non è un vezzo di marketing: la scocca e i vetri in Ceramic Shield lavorano insieme per irrigidire la parte alta, dove vivono componenti e fotocamera, contribuendo alla resistenza del telefono pur con spessori estremi.