
Un nuovo report pubblicato da SFGate conferma che una parte significativa della Gen Z condivide costantemente la propria posizione con gruppi anche molto ampi di amici.
Secondo un sondaggio di CivicScience, già ad aprile il 40% dei giovani nati tra il 1997 e il 2012 condivideva la posizione con almeno tre persone. Ma i numeri reali potrebbero essere molto più alti: c’è chi la condivide con 25, 29 o anche più di 100 contatti.
Molti giovani la vedono come una funzione utile, non come una minaccia alla privacy. Serve a risparmiare tempo, a coordinarsi più facilmente, ma anche a monitorare la sicurezza reciproca, ad esempio alla fine di una serata.
Apple, con Dov’è, offre solo tre opzioni di condivisione:
- Per un’ora
- Fino alla fine della giornata
- A tempo indefinito
E spesso quest’ultima viene scelta “per sbaglio” o per praticità, e poi dimenticata. Così, anche chi voleva solo farsi “seguire” per rientrare a casa dopo una serata potrebbe lasciare attiva la condivisione per mesi.
La condivisione della posizione può anche portare a momenti spiacevoli: come scoprire che un gruppo di amici è andato a pranzo senza averti invitato. È il rovescio della medaglia di una trasparenza continua e, per alcuni, eccessiva.
Per molti della Gen Z, la privacy non è più sinonimo di segretezza, ma di scelta consapevole. E spesso, condividere è semplicemente più comodo.
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