Secondo quanto riportato da Mark Gurman su Bloomberg, Apple avrebbe fissato marzo 2026 – con il rilascio di iOS 26.4 – come nuova finestra temporale per il debutto ufficiale di Siri AI, la versione potenziata dell’assistente vocale che avrebbe dovuto rappresentare un salto epocale per l’ecosistema Apple.
La notizia arriva poche ore dopo l’intervista a Greg “Joz” Joswiak, che aveva confermato genericamente l’arrivo “entro il 2026”. Ma il pezzo di Bloomberg fa luce su ciò che si nasconde dietro il sipario di Cupertino, tra slittamenti interni, architetture instabili e veri e propri rimpasti ai vertici.
L’idea alla base del nuovo Siri è chiara e molto ambiziosa: un assistente contestuale, proattivo, capace di interagire in tempo reale con i dati a schermo, le preferenze dell’utente e una sequenza di task multi-step. In pratica, una sorta di copilota intelligente sempre attivo, più simile a un interlocutore umano che a una semplice voce robotica.
Peccato che questa evoluzione abbia incontrato più di un ostacolo. Secondo Gurman, i test interni su una struttura ibrida tra vecchio e nuovo codice avrebbero mostrato una percentuale di fallimento intorno al 30%, un dato assolutamente inaccettabile per gli standard Apple. Il risultato? La roadmap si è spostata più volte: inizialmente prevista per fine 2024, poi rinviata a inizio 2025, successivamente a maggio, fino a slittare a una ipotetica primavera 2026.
Le conseguenze non si sono fatte attendere. La gestione del progetto Siri è passata dalle mani di John Giannandrea, responsabile della divisione AI, che secondo Bloomberg è stato allontanato dai progetti consumer dopo attriti interni per il mancato rispetto delle scadenze.
Il testimone è ora in mano a Craig Federighi, già a capo del software Apple, e a Mike Rockwell, noto per il suo ruolo guida nello sviluppo di Vision Pro.
Nel frattempo, il cuore del progetto – noto internamente come Siri LLM (Large Language Model) – è stato completamente ricostruito da zero, in una sorta di reset che ha richiesto mesi di lavoro e riorganizzazione delle squadre tecniche.
Durante il keynote della WWDC 2025, lo stesso Federighi ha riconosciuto la portata del ritardo, affermando che “serve più tempo per raggiungere gli standard di qualità che ci siamo imposti”. Nessuna demo pubblica, nessuna data concreta. Solo la conferma che Siri AI arriverà, ma non ora.
Guardando oltre il 2026, Apple starebbe lavorando a un Siri completamente trasformato: più simile a un assistente conversazionale alla ChatGPT, in grado di comprendere il contesto, dialogare in modo naturale, e anticipare i bisogni dell’utente.
Tra i progetti in cantiere ci sarebbe anche un’app chiamata “Knowledge”, un sistema che integrerebbe fonti del web per rispondere a domande complesse e fornire contenuti aggiornati.
Rumor