Secondo un report di Bloomberg, con iOS 19 verrà finalmente introdotto un nuovo SDK che permetterà agli sviluppatori di integrare i modelli AI proprietari di Apple direttamente nelle proprie app.
Una mossa che può sembrare tecnica, ma che in realtà rappresenta un cambiamento radicale nella filosofia Apple: dall’intelligenza artificiale chiusa e interna all’ecosistema, a un’apertura controllata ma concreta verso il mondo degli sviluppatori. Tradotto: prepariamoci a una nuova generazione di app iOS molto più intelligenti, personalizzate e integrate.
Il cuore dell’annuncio è il nuovo SDK che sarà incluso in iOS 19. Questo kit di sviluppo offrirà accesso ai modelli linguistici di Apple, gli stessi usati per le funzionalità introdotte sotto il cappello di Apple Intelligence, come i riassunti delle notifiche, gli strumenti di scrittura, i Genmoji e il playground per le immagini generate.
Ma Apple, come spesso accade, parte in modo prudente: la prima versione dell’SDK si concentrerà sui modelli più leggeri, quelli che possono girare direttamente sul dispositivo. Una scelta in linea con la visione dell’azienda in tema di privacy e prestazioni, che preferisce l’elaborazione on-device rispetto al cloud.
Non si tratta solo di accesso agli strumenti già esistenti: per la prima volta, gli sviluppatori potranno creare nuove funzionalità AI utilizzando direttamente il framework Apple, senza dover ricorrere a soluzioni esterne come OpenAI, Claude o altri modelli di terze parti. Un cambio di paradigma che potrebbe portare a un’esplosione di creatività e nuove applicazioni nell’ecosistema iOS.
L’annuncio, che sarà formalizzato alla prossima WWDC il 9 giugno, arriva dopo mesi di critiche per il mancato rilascio della nuova Siri intelligente, prevista inizialmente per iOS 18 e poi posticipata a iOS 19.
Apple aveva promesso un assistente personale più potente, contestuale, in grado di comprendere meglio le intenzioni dell’utente, ma la verità è che Siri ha perso terreno rispetto a soluzioni concorrenti come ChatGPT, Gemini o Claude. E Apple lo sa bene.
Non è un caso, infatti, che una versione completamente rinnovata di Siri, basata su un LLM avanzato, sia attesa solo nel 2026 con iOS 20. Una roadmap che rivela da un lato la complessità del progetto, dall’altro l’ambizione di Apple di non “copiare”, ma di reinventare l’esperienza assistente-utente, come ha già fatto con altre tecnologie in passato.
Fino ad oggi, gli sviluppatori potevano solo integrare alcune funzionalità pronte all’uso come i Genmoji o i Writing Tools, ma non avevano accesso ai modelli sottostanti. Chi voleva davvero potenziare le proprie app con l’intelligenza artificiale era costretto a usare modelli di terze parti, con tutte le complessità e i costi annessi.
Rumor