Jony Ive torna a parlare: riflessioni sul design, l’umanità e il futuro dopo Apple

Jony Ive parla di Apple, LoveFrom e responsabilità etica nel design. Un'intervista rara e profonda sulla sua filosofia e sull'eredità lasciata nei prodotti Apple.

jony ive

A distanza di sei anni dal suo addio ad Apple, Jony Ive è tornato a parlare pubblicamente in un’intervista concessa durante Stripe Sessions 2025.

In un’ora di conversazione con Patrick Collison, cofondatore di Stripe, l’ex Chief Design Officer di Apple ha condiviso memorie, visioni e nuove idee che vanno ben oltre l’estetica dei prodotti.

L’inizio con il Macintosh e il trasferimento in California

Ive ha raccontato il suo primo incontro con un prodotto Apple: il Macintosh di prima generazione, che lo colpì per la sua umanità e chiarezza d’intenti. “Quello che creiamo è un riflesso di chi siamo,” ha detto, evocando l’immagine del Mac come una “bicicletta per la mente”, un’idea cara anche a Steve Jobs.

Fu proprio quella ispirazione a spingerlo a lasciare il Regno Unito e trasferirsi in California, dove nel 1992 sarebbe entrato a far parte di Apple, segnando l’inizio di un’era rivoluzionaria per il design.

Cultura del design in Apple

Durante l’intervista, Ive ha sottolineato come il successo del design Apple fosse profondamente legato a una cultura interna unica. Tra i rituali del team: colazioni condivise ogni venerdì mattina preparate a turno dai designer, incontri informali nelle case dei colleghi e una costante attenzione ai dettagli che nascono da relazioni umane autentiche.

“Fai le cose per le persone che ami”, ha detto. “Questo si riflette nei prodotti.”

Un esempio emblematico? La linguetta per estrarre un cavo dalla confezione. Un piccolo gesto progettato con attenzione, perché “sapevo che milioni di persone avrebbero interagito con quell’elemento”. Ogni dettaglio, per Ive, è un atto di rispetto verso l’utente.

LoveFrom: il nuovo capitolo con la stessa etica

Oggi Ive guida LoveFrom, l’azienda di design fondata nel 2019 insieme a Marc Newson. Il gruppo opera con discrezione ma si è fatto notare per progetti d’impatto, come l’identità visiva dell’incoronazione di Re Carlo III.

LoveFrom non è solo design industriale: include musicisti, tipografi, architetti. Ogni progetto è affrontato con la stessa serietà etica maturata in Apple: “Vogliamo sinceramente elevare la specie”, ha dichiarato Ive.

La responsabilità del designer nell’era dell’AI

Una parte toccante dell’intervista è stata la riflessione sul ruolo etico di designer e tecnologi. Ive ha ammonito: non basta avere buone intenzioni, serve prendersi la responsabilità delle conseguenze dei propri progetti.

“Anche se sei innocente nelle intenzioni, se crei qualcosa che ha effetti negativi, devi assumerne la responsabilità.”

Un monito importante in un’epoca in cui la tecnologia corre veloce, spesso senza fermarsi a riflettere sull’impatto sociale ed emotivo.

In un passaggio molto personale, Ive ha criticato il panorama tecnologico contemporaneo:

“La gioia umana è scomparsa. I prodotti sono complicati, e la gioia viene spesso scambiata per qualcosa di frivolo.”

Un messaggio forte, che sembra rivolgersi non solo ai progettisti di prodotti, ma anche agli utenti finali, ormai assuefatti a strumenti tanto potenti quanto spersonalizzati.

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