Con l’AI generativa ci saranno ancora fotografie reali?

Con il miglioramento dell'AI generativa nasce il dibattito: vedremo ancora fotografie reali oppure immagini uniche ma artificiali?

Fotografia

Come sta cambiando il mondo della fotografia con l’avvento dell’AI generativa? Si assisterà ad una progressiva crescita della creatività e della fantasia a discapito della fotografia di oggetti e scene di vita reali?

Come interpretiamo la fotografia?

Siamo abituati a pensare alla fotografia come ad una rappresentazione della realtà attraverso l’uso di una fotocamera, che sia questa analogica o digitale, e dell’occhio di chi scatta. Difatti, una foto è, per definizione, un momento reale catturato attraverso il gusto, lo stile e il punto di vista del fotografo che predilige una certa inquadratura, un determinato momento e una determinata serie di parametri per imprimere uno stile preciso all’immagine. Il ruolo di fotografo artista è stato, nel tempo, traslato dalla tecnica fotografica usata solo sul campo a quella usata anche nell’editing e, ad oggi, troviamo infatti molte più opzioni creative per trasformare una foto in base ai nostri gusti tramite l’editing digitale.

La foto-manipolazione è l’anello di congiunzione?

Tutto ciò, però, prevede sempre che una foto sia scattata nella realtà e che le regolazioni, le modifiche e le manipolazioni avvengano nei limiti dello scatto. Difatti, le opere estremamente manipolate, pur essendo bellissime e di grande impatto visivo, sono spesso differenziate dalla fotografia vera e propria. Facciamo un esempio: se io scatto un’immagine di un paesaggio di notte e decido di modificarne luci, colori e toni per renderla più cupa o più calda ho la piena libertà di modificare un’immagine che comunque rappresenta un determinato momento della realtà. Anche fare piccole regolazioni come dare enfasi ad un dettaglio specifico, magari a qualche riflesso, rientra nell’impostazione della scena in quanto potrebbe benissimo essere fatto in post produzione così come sul set con una luce in più. Quando però iniziamo ad aggiungere elementi esterni, come una luna finta o un cielo stellato, andiamo a manipolare l’immagine rendendola diversa dalla realtà catturata nel momento dello scatto. Niente di sorprendente, sia chiaro: ognuno ha la piena libertà di esprimersi con qualsiasi stile, strumento e idea. Ci troviamo quindi in una zona intermedia tra la fotografia reale e l’immagine digitalmente manipolata.

Ma cosa cambia con l’AI? L’AI può essere uno strumento incredibilmente potente per realizzare modifiche e perfezionare le immagini, aiutando il fotografo o l’utente a superare i limiti della sua attrezzatura, a correggere eventuali errori e a velocizzare i tempi dell’editing. E questo lo si può fare già con software appositi e strumenti che utilizzano l’AI ed il Machine Learning. Anche l’aggiunta di altri elementi alle immagini può essere agevolata tramite l’intelligenza artificiale e questo presuppone, in ogni caso, di avere comunque una fotografia reale dalla quale partire.

La creazione di immagini da zero con l’AI generativa

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L’AI generativa, invece, fa un passo in più: la necessità di partire da un vero e proprio scatto fotografico viene superata e quindi è possibile realizzare immagini da zero direttamente descrivendo la scena desiderata, persino aggiungendo soggetti umani o animali e modificandone ogni minimo dettaglio. Ciò implica che, potenzialmente, tutte le foto che potremmo vedere non rappresentino più alcuna scena reale e siano, invece, una creazione unica che parte da un input testuale.

Ecco alcuni test fatti con un’AI generativa partendo da alcuni input testuali:

Ha senso chiamare “fotografie” le immagini AI? Quali sono gli scenari possibili?

Dopo questo lungo discorso possiamo quindi affermare che, le foto modificate tramite AI possono quindi essere manipolate alla stregua di ciò che già accade con i software più diffusi e, per quanto difformi dalla realtà, non sono comunque realizzate da zero e possono quindi essere tecnicamente considerate fotografie, magari non realistiche al 100%, ma con una buona base di partenza. Ciò non è mai stato un problema in quanto gli stili fotografici sono tanti e non è detto che una foto debba essere solo ed esclusivamente lo specchio della realtà, altrimenti non esisterebbe nemmeno la tecnica fotografica che va a miscelare ombre, luci e colori per suscitare emozioni differenti. In questo caso, quindi, l’AI può essere uno strumento utilissimo per utenti e professionisti e aiutare con i compiti più tecnici o tediosi.

Differente è il caso delle foto create da zero dalle AI generative. Difatti, tecnicamente, potrebbe essere difficile chiamare “fotografie” le immagini generate dalle AI in quanto queste vanno a distaccarsi dalla definizione classica di rappresentazione della realtà e derivano da un’elaborazione di un input testuale. Qui poi si aprirebbe un altro capitolo intero, sviluppato su più piani, dedicato al training delle AI e al loro modo di interpretare gli input, le immagini e i data set da cui attingono ispirazione e da cui imparano ma, per quest’articolo, focalizziamoci solo su quello che potrebbe accadere in futuro.

Questo sviluppo delle AI generative non rappresenta necessariamente un lato negativo: si assiste, come abbiamo visto, a maggiori potenzialità creative che le persone possono trasformare in realtà semplicemente fornendo un input alle AI e questo va a democratizzare l’accesso a strumenti visivi come immagini e video, permettendo anche a chi non conosce la fotografia di realizzare immagini, grafiche, video e tanto altro, soprattutto in ottica social network oppure per progetti personali o aziendali. Basti pensare a chi apre una startup e ha poco capitale a disposizione e predilige spendere poco per un’AI generativa rispetto ad una serie di professionisti. Chiaramente, dall’altro lato, la figura del professionista non potrà essere così facilmente messa in discussione dalle AI in quanto l’esperienza e il “tocco umano” di un fotografo, grafico o videomaker restano alla base di prodotti di alta qualità.

Gli scenari possono essere, quindi, differenti se consideriamo il punto di vista dell’utente e quello del professionista. L’utente può accedere ad una vasta gamma di AI e realizzare le proprie immagini risparmiando tempo e denaro, oltre che accedendovi senza conoscenze specifiche. Il professionista può, invece, scegliere di farsi aiutare da un’AI per velocizzare alcuni compiti pur mantenendo solido il suo esercizio della professione tecnica e artistica che è alla base dei lavori multimediali. Con la giusta misura, infatti, un fotografo può far svolgere ad un’AI i compiti più tediosi e ripetitivi e concentrarsi sulla sperimentazione e sulla qualità dei suoi lavori.

E voi cosa ne pensate? Quale visione del prossimo futuro vi viene in mente? Fatecelo sapere nei commenti.

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