Cosa si rischia con la nuova legge anti pirateria e anti pezzotto?

Sanzioni dure per gli utenti e pene fino a 3 anni di reclusione per i trasgressori.

Come funziona la nuova legge anti pezzotto che tutela il copyright e punisce la pirateria? Scopriamo le principali novità del ddl atteso in Senato dopo l’approvazione all’unanimità alla Camera.

Il contesto anti pezzotto

Una delle più discusse proposte di legge degli ultimi tempi fa rima con “pezzotto“, il cosiddetto sistema di hardware e software teso a guardare illegalmente gli eventi sportivi, gli show e le trasmissioni della Pay-TV. Dopo le numerose indagini e preoccupazioni in merito, siamo quasi arrivati ad un punto di svolta che impedirà la condivisione e la trasmissione illegale dei contenuti protetti da diritto d’autore, con multe fino a 15.493€ e fino a 3 anni di reclusione.

Le conseguenze per i trasgressori

Come anticipato poco fa, le conseguenze per i trasgressori – ovvero per chi diffonde e distribuisce materiale piratato – sono piuttosto pesanti: da 6 mesi a 3 anni di reclusione e una multa fino a 15.493€. Si tratta di una battaglia estremamente importante considerando che, da alcune stime, gli italiani che usufruiscono del cosiddetto “pezzotto” sono circa cinque milioni. Ovviamente, il danno economico, considerando queste cifre, è piuttosto elevato e – non a caso – il testo è passato in prima lettura alla Camera (252 voti a favore e nessun contrario) ed ora è atteso al Senato, prima della sua pubblicazione definitiva in Gazzetta Ufficiale.

Le conseguenze per i fruitori del pezzotto

Meno drastiche sono le conseguenze per i fruitori ovvero gli utenti che usufruiscono dei contenuti piratati, che siano questi distribuiti gratuitamente oppure a pagamento. Si va da 1000€ di multa a 5000€ di multa ma, per i fruitori, non è prevista la reclusione.

Come verranno identificati i fruitori (ma anche i trasgressori)? Come spiega Matteo Flora a Repubblica, si tratta del principio follow the money secondo il quale basta seguire i soldi per raggiungere colpevoli e complici. Un metodo efficace, detto anche metodo Falcone, che ha fatto scuola in tutto il mondo proprio a partire da quanto teorizzato dal giudice Giovanni Falcone. Se un utente può rimanere anonimo tramite l’indirizzo IP, non può fare lo stesso con i pagamenti ed è per questo che si potrà risalire a chi ha pagato i servizi e a chi ha ricevuto i suddetti pagamenti.

Cosa cambia a livello tecnico?

legge anti pirateria

Sono piccoli ma estremamente mirati, i cambiamenti tecnici che vanno a rivoluzionare l’applicazione di questa legge. Nel dettaglio, non viene più solo oscurato il DNS, ovvero il sistema di traduzione del nome del sito in indirizzo IP raggiungibile effettivamente da un dispositivo connesso in rete. Nonostante i blocchi tramite i DNS dei vari provider di rete, era comunque possibile avvalersi di altri servizi per eludere gli stessi e connettersi ai siti web. Ora, con il blocco diretto dell’indirizzo IP del sito, cambia il metodo di blocco e oscurare un sito web risulta molto più efficace.

Inoltre, cambiano le tempistiche di azione e viene introdotta una stretta partnership tra l’AGCOM e la magistratura così da prevedere il blocco immediato dei siti che condividono, trasmettono o distribuiscono materiale piratato. Tutto questo prende il nome di provvedimento cautelare in via d’urgenza. Non appena l’AGCOM riceve una segnalazione, può immediatamente avvertire la magistratura tramite una informativa di reato e procedere, persino in circa 30 minuti, con il blocco del sito. Ad esempio, come spiega Flora, il blocco di un sito che trasmette una partita piratata potrebbe non più concretizzarsi dopo diversi giorni ma direttamente durante l’evento in diretta. Se una partita dura 90 minuti, gli utenti potrebbero visualizzare un blocco del sito persino prima dell’intervallo.

Ipotesi e scenari della nuova legge anti pirateria

Ciò che appare immediatamente chiaro è che la legge mira a tutelare la proprietà intellettuale in tutte le sue forme, specificando che “la Repubblica è chiamata a riconoscere la proprietà intellettuale in tutte le sue forme, a tutelare il diritto d’autore, a sostenere le imprese, gli autori, gli artisti e i creatori, a responsabilizzare gli intermediari di rete per rendere più efficaci le attività di contrasto della diffusione illecita e della contraffazione di contenuti tutelati dal diritto d’autore, nonché a promuovere campagne di comunicazione e sensibilizzazione del pubblico”.

Scritta in modo estremamente specifico, la legge va a coprire tutti i vuoti normativi che fino ad oggi erano presenti, soprattutto considerando l’evoluzione dei supporti digitali. In sostanza, si va ad allargare il campo di applicazione a qualsiasi servizio che possa essere usato per registrare e trasmettere i contenuti illegalmente.

Chiunque abusivamente esegue la fissazione su supporto digitale, audio, video o audiovideo, in tutto o in parte, di un’opera cinematografica, audiovisiva o editoriale ovvero effettua la riproduzione, l’esecuzione o la comunicazione al pubblico della fissazione abusivamente eseguita sarà punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con una multa da euro 2.582 a euro 15.493”.

Il testo, quindi, è estremamente chiaro a riguardo.

Chiaramente sono presenti diversi scenari in merito alla tutela del diritto d’autore che esulano dalla distribuzione degli eventi sportivi o dei film in TV e che vanno – capillarmente – ad influenzare la sfera dei social network, dei content creator e delle loro creazioni multimediali. Ancora, è possibile che vengano commessi errori e bloccati siti web legittimi che, magari usano sistemi per nascondere il proprio indirizzo IP alla stregua di quelli illegali. Chiaramente, sarà possibile fare ricorso in caso di errore.

Ovviamente, per tutti i dettagli relativi all’applicazione della norma c’è ancora da attendere ma quello che è chiaro è che, con queste nuove pene e modalità di intervento, la pirateria si appresta a vivere un periodo estremamente difficile.

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